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Il fenomeno dei film fenomeno

Dopo Barbenheimer, arriva lo spin off ironico

Il fenomeno dei film fenomeno  Dopo Barbenheimer, arriva lo spin off ironico

L’estate del 2023 è stata governata da Barbenheimer, il fenomeno virale nato dall’uscita pressoché contemporanea dei film Barbie di Greta Gerwig e Oppenheimer di Christopher Nolan. Contrassegnato da una scia infinita di meme, di trend e di travestimenti che riprendevano la natura contrastante dei due immaginari, Barbenheimer ha contribuito ampiamente al successo al botteghino dei due progetti (Barbie ha raggiunto $1,4 miliardi e Oppenheimer $947 milioni) e ad una tiepida ma decisa ripresa nell’industria del cinema. A solo due mesi da questa sensazione mediatica, The Hollywood Reporter ha annunciato che il regista e produttore Charles Band dirigerà uno spinoff a basso costo a tema Barbenheimer che mescolerà «bombe e bambole» in pieno black humour. Ai fatidici dubbi degli scettici - ne avevamo davvero bisogno? - insorgono una serie di aspetti critici riguardo il cinema odierno, un sistema che capitalizza fenomeni virali appena avvenuti ma che, in uscita a distanza di un anno dal loro annuncio, rischiano di diventare obsoleti ancor prima della conclusione delle riprese. “Film fenomeno” come il documentario dell’Eras Tour di Taylor Swift e la serie su Johnny Depp e Amber Heard fanno emergere in modo evidente gli sforzi da parte del grande schermo di convincere il suo pubblico a non abbassare lo sguardo sul telefono. Ma pescare dai social media per le idee cinematografiche, come vedremo, comporta rischi e pericoli non indifferenti. 

Negli ultimi due anni sono stati diversi i film che hanno preso spunto da episodi di vita reale. Dalle biopic di Elvis Presley, Marilyn Monroe e Whitney Houston a quella di Priscilla Presley in prossima uscita in Italia, Hollywood ha nutrito lo spirito nostalgico degli spettatori riprendendo con gran voglia - e con investimenti stellari - la vita delle star delle ultime decadi senza rigor di logica, se non quella degli incassi record. Mentre le biopic coinvolgono gli spettatori attraverso strumenti artistici diversi tra loro, quali la fotografia, la recitazione, i costumi e le colonne sonore - ricordiamo il successo agli Oscar di Bohemian Rhapsody (2018) e il prossimo favorito Oppenheimer (2023) - i “film fenomeno” fanno unicamente leva sulla fascinazione temporanea che un avvenimento ha avuto sui consumatori. Un esempio eclatante di questo è Depp contro Heard, la docu-serie che racconta il caso di diffamazione tra il protagonista di Edward Mani di Forbice e l’ex moglie e attrice di Aquaman centralizzata sulla viralità dell’evento sui social. Uscito solo un anno dopo la conclusione del processo-spettacolo delle due star, Depp contro Heard ha rappresentato a pieno il tentativo da parte di Netflix di attirare l’attenzione dei propri iscritti tramite contenuti che si rifanno ad una sensazionalismo social di breve durata e che, per questo esatto motivo, è risultato insufficiente. I meme e le live con le dichiarazioni di Depp e Heard sulla loro relazione sono diventati virali, la serie no. 

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Sullo stesso livello della serie Depp contro Heard, i concert film delle pop star sono diventati la nuova merch firmata dell’industria musicale. Un modo semplice per fare soldi, tali pellicole raccontano in modo sensazionalistico i tour mondiali di un cantante, convincendo il pubblico che ha pagato il biglietto a cercare di individuare il proprio volto tra le clip della data a cui hanno partecipato e quelli che non se lo sono potuto permettere a vivere le emozioni degli spettatori da una poltrona in velluto rosso. Taylor Swift - The Eras Tour e Renaissance: a Film by Beyoncé, due docu-film dagli incassi record (il primo è il concert film di maggiore incasso al mondo e ha ufficialmente reso Swift una miliardaria) ne sono la prova. Se un evento è andato bene, perché non mungere i ricavi re-impacchettando lo stesso prodotto sotto una nuova forma? 

Il trend cinematografico del “film fenomeno” esiste da tempo, eppure nel 2023 è diventato una risorsa sfinita, che come il fast food e il fast fashion viene prodotto e lanciato sul mercato in breve tempo e con un impatto culturale pari a zero. Se nel 2009 Michael Jackson's This Is It si distingueva per il modo in cui sono state narrate le vicende di un'icona mitica a pochi giorni dalla sua morte, anticipando un concert film che non c'è mai stato, progetti come lo spin off su Barbenheimer, il documentario sul tour di Taylor Swift e la serie Depp Contro Heard non sono che l’esasperazione di un successo ormai esaurito. L’idea di capitalizzare ulteriormente su un fenomeno che ha già avuto una forte trazione mediatica - e che ha quindi già compiuto il suo scopo primario, ossia fare soldi - può inizialmente sembrare una buona idea, ma sia sul piano finanziario che su quello artistico si rivela una scommessa sulla longevità dell’interesse del pubblico, spesso e volentieri inconsistente. Per fortuna, i fan di Taylor Swift continuano a seguire la loro beniamina ad occhi chiusi riempiendole le tasche, e lo spinoff di Barbenheimer sarà un crossover amorale con il solo obiettivo di sfruttare il successo dei due film in modo comico, quindi nulla di serio.