
Perché ai concerti ci sono i cosplayer? I fan che replicano lo stile di chi è sul palco
Il 4 luglio, al concerto degli Oasis a Cardiff, in Galles, dopo 16 anni dall’ultima esibizione insieme, tra il pubblico c’erano moltissime persone che indossavano il tipico bucket hat che per molto tempo ha caratterizzato lo stile di Liam e Noel Gallagher, e più in generale il BritPop – il movimento musicale e culturale nato nel Regno Unito negli anni Novanta, che accomunò diverse band rock e pop britanniche, tra cui anche i Blur e i Pulp. Anche molti di coloro che non sono riusciti a procurarsi un biglietto e che si sono radunati fuori dal Principality Stadium di Cardiff, attrezzandosi per seguire il live da lì, indossavano completi ispirati allo stile dei fratelli Gallagher. È una scelta, questa, in linea con una tendenza più ampia.
Anche ai concerti più recenti di Beyoncé negli Stati Uniti si nota un accessorio ricorrente tra il pubblico: la stragrande maggioranza degli spettatori ha il classico cappello da cowboy. Da quando – con il suo ottavo album, Cowboy Carter – la cantante si è allontanata dal pop e dall’R&B per avvicinarsi al country questo accessorio è diventato il simbolo del suo nuovo percorso musicale. Ma non è tutto: ai live della cantante Chappell Roan si vedono ovunque parrucche rosse, per richiamare il colore dei suoi capelli; a quelli di Olivia Rodrigo il pubblico indossa canottiere bianche, collant, shorts e camicie a quadri nel tentativo di replicare il suo stile.
@ninalisaaa We found our people
E poi ci sono gli show di Pitbull, dove i fan più fedeli si presentano con un bald cap per imitare la testa rasata, oltre alla camicia bianca, cravatta nera, occhiali da sole a goccia e pizzetto disegnato sul viso tipici del look del rapper americano. La stessa tendenza si registra anche ai concerti di artisti come Taylor Swift e Harry Styles, tra gli altri. Come precisa il New York Times in un articolo sul tema, questa è di fatto una forma di cosplaying, cioè la pratica di travestirsi come il proprio idolo. Ma se fino a poco tempo fa era comune impersonare personaggi di fantasia, tratti da film, serie TV, cartoni animati o fumetti, oggi è sempre più frequente fare cosplay di celebrità reali: per esempio, i look-alike contest vanno esattamente in questa direzione.
Beyoncé wears a look from Mugler’s SS92 'Cow-Boys' collection for her Cowboy Carter vinyl photoshoot, originally worn by Connie Fleming pic.twitter.com/PQzpHOUkvv
— Up Next (@upnextdesigner) July 29, 2024
Già in passato era comune che i fan indossassero abiti ispirati al look dei singoli artisti. Tuttavia, si trattava di episodi tutto sommato sporadici: si potevano osservare fenomeni simili tra i fan di alcune band o artisti caratterizzati da un immaginario molto ben definito, come i Kiss, ma era raro che gli spettatori si presentassero ai concerti con veri e propri travestimenti. Negli ultimi anni, invece, l’abitudine di fare cosplay ai grandi live è diventata per l’appunto sempre più popolare, soprattutto nella musica pop, e in particolare in occasione degli eventi più attesi e spettacolari. Una delle motivazioni principali alla base di questa tendenza è che questi concerti sono vissuti come occasioni per cui ci si prepara con largo anticipo. Realizzare un costume originale per l’occasione diventa quindi un modo per rendere ancora più eccezionale il concerto in questione, sentendosi parte di qualcosa in una sorta di celebrazione collettiva.
Ma a ben vedere, più che il desiderio di mettersi in mostra, conta il senso di appartenenza a una specifica nicchia, attraverso tutta una serie di riferimenti che solo chi condivide lo stesso immaginario può comprendere appieno. Non a caso, il processo di progettazione del look spesso diventa parte integrante dell’esperienza: alcune persone documentano addirittura i vari passaggi con contenuti ad hoc su TikTok e Instagram. Inoltre, non di rado gli stessi artisti incoraggiano questo spirito partecipativo, ripostando sui propri canali i cosplay più riusciti. Va detto, infine, che questa tendenza non riguarda solo l’ambito musicale: sta ad esempio arrivando anche nel settore cinematografico, dove l’uscita di titoli particolarmente attesi dà luogo a fenomeni simili di cosplay e celebrazione condivisa. Più in generale, oggi queste forme di fandom sono prese in grossa considerazione dall’industria dell’intrattenimento, che ha capito quanto sia importante capitalizzare su queste nicchie di pubblico composte da potenziali consumatori già di per sé iper-fidelizzati.














































