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Nessuno capisce cosa significhi il nuovo tema del Met Gala

L’esempio da manuale di “pensiero contorto”

Nessuno capisce cosa significhi il nuovo tema del Met Gala L’esempio da manuale di “pensiero contorto”

Ieri è stato annunciato il nuovo tema del Met Gala del prossimo 6 maggio: Sleeping Beauties: Reawakening Fashion. Il tema sia del gala che della mostra riguarda gli abiti d’epoca preservati al Met che non possono essere più indossati e la cui bellezza potrà essere esperita attraverso tecnologie all’avanguardia che ne consentono lo studio e la conservazione – per l’appunto, le “belle addormentate” del titolo. I 250 abiti d’epoca esposti (che vanno dai lavori ottocenteschi di Worth fino alla moderna Haute Couture) saranno analizzati dal punto di vista del loro deterioramento, ma anche fatti rivivere grazie alla tecnologia e sarà anche esplorato il loro rapporto con il mondo naturale tramite una divisione di sezioni “Terra”, “Mare” e “Cielo”. E se l’idea della mostra è effettivamente assai interessante, con la sua proposta di darci uno spaccato della storia della Couture sia dal punto di vista della sua fragilità sia da quello del suo rapporto con le nuove tecnologie, il tema effettivo che gli ospiti dovranno seguire è quanto mai confuso. Bisognerà indossare abiti d’archivio? Oppure abiti sostenibili? Ci sarà posto per il dialogo tra moda e tecnologia o vedremo abiti che replicano elementi naturali? Nessuno sembra in grado di capirlo.

Si potrebbe anche aggiungere, poi, che storicamente gli ospiti del Met Gala tendono a infischiarsene del tema e dunque l’aspettativa, più che positiva o negativa, diventa ancora più fumosa e confusa. Siamo quasi certi che una buona dose di invitati prenderà sbrigativamente l’etichetta di “belle addormentate” e si rifarà a Disney, la soluzione più intuitiva. Un altro timore è quello di vedere abiti da sera normalissimi ma fatti con il materiale sostenibile-tecnologico di turno e che dunque avranno bisogno di qualche spiegone. Sia come sia, se l’anno scorso il tema era facilissimo, quest’anno sembra esserci già una buona ragione per ignorarlo. Se non altro, il tema scelto è tanto astruso quanto profondamente adatto al momento storico in cui la moda si trova, con la sua intersezione di ragionamenti sull’archivio, sulla sostenibilità, sulle intelligenze artificiali. 

I bookmaker scommettono che ci sarà una grande abbondanza di look di McQueen e del Dior di Galliano, anche se come un utente di Twitter ha indicato l’abito che più rappresenta il tema visto quest’anno è il look finale dello show SS24 di Undercover, quello con le farfalle che volano nella gonna e per cui Jun Takahashi ha dovuto scusarsi (cosa che prova più la sua nobiltà di carattere che un effettivo errore da parte sua). Sia come sia, speriamo che l’anno prossimo il concept della mostra sia come minimo un po’ più chiaro – nessuno ama essere invitato a un ballo in maschera senza poter capire il dress code.