
È stato annunciato il tema del Met Gala 2026 Sarà “Custom Art” e vuole rendere la moda una forma ufficiale di arte
È stato annunciato il tema della prossima grande mostra annuale del Metropolitan Museum of Art di New York: sarà "Costume Art” e aprirà il prossimo 10 maggio mentre il prossimo Met Gala si svolgerà il prossimo 4 maggio. Al di là del celebrare la moda come forma d'arte, la mostra segnerà anche l'inaugurazione ufficiale delle Condé M. Nast Galleries, uno spazio espositivo di quasi 1.115 metri quadrati adiacente alla Great Hall del museo. Il nuovo spazio sarà infatti quello che ospiterà la mostra.
Finanziata da Jeff Bezos e consorte, con contributi aggiuntivi da Saint Laurent e Condé Nast stessa, la mostra rappresenta un investimento strategico per emancipare il Costume Institute dal ruolo di costola del Metropolitan Museum of Art. L'evento, con annessa inaugurazione della nuova ala, vuole “elevare” il concetto di moda stessa a livello del resto dell’arte del museo. Si suppone ovviamente che l’intero affare risollevi anche Condè Nast e il brand personale dei coniugi Bezos, oltre che riaffermare il valore culturale della moda in un anno in cui tutti o quasi hanno smesso di comprarla.
Cosa significa il tema del nuovo Met Gala?
Il tema di "Costume Art" intende approfondire il tema del "corpo vestito" nell’arte di tutte le epoche e le provenienze presente nella collezione del Met. Il curatore Michel Bolton ha voluto esplorare il modo in cui il corpo umano e gli abiti che lo ricoprono, qualificandolo, rappresenti il nesso in comune attraverso le varie discipline artistiche ed epoche della civiltà umana messe in mostra al Met.
Quindi se la mostra procederà abbinando look d’archivio e contemporanei a opere d’arte di tutte le epoche, possiamo aspettarci, per il Met Gala, sia costumi dal sapore storico (e qui il nuovo Dior di Jonathan Anderson sarebbe proprio indovinato) sia pezzi più concettuali che trasfigurano il corpo in senso metariflessivo: tra gli esempi menzionati nell’annuncio di Vogue ad esempio ci sono i pezzi della collezione Lumps & Bumps di Comme des Garçons e una tuta di Walter Van Beirendonck che riproduce, stilizzato, il disegno di un corpo umano nudo.
Scommettiamo ovviamente fin da ora che la famigerata tuta “nuda” di Duran Lantink per Gaultier farà la sua prima, controversa apparizione sul red carpet. Il fatto che Saint Laurent finanzierà la mostra ci fa anche supporre che vedremo pezzi della collezione Mondrian che Yves Saint Laurent creò nel 1965, la collezione FW66 che invece si rifaceva alla Pop Art, la Blouse Romaine del 1981 ispirata a Matisse, le giacche del 1988 che riproducono Van Gogh e la giacca della collezione del 1979 ispirata al Ritratto di Nusch Éluard di Pablo Picasso.
Un concetto molto interessante però è che qui si vuole superare l’enfasi che, nelle precedenti mostre, si dava alla moda come oggetto separato dal corpo che lo indossa, preso da sé. Qui si vuole approfondire invece l’indivisibilità tra il corpo e gli abiti, tra l’identità e i vestiti che la definiscono. Per Bolton, finora, la moda è stata considerata arte in quanto negazione del corpo (e cioè valutando l’abito quasi fosse una scultura indossabile, separato dal contesto) mentre adesso la si vuole raccontare come tramite attraverso il quale costruiamo la nostra identità nella società.
Quali novità ci saranno per il Met?
Btw, guess who is sponsoring the next big Costume Institute show and Met gala? Jeff Bezos and Lauren Sanchez Bezos. https://t.co/y0M3FACq4m
— Vanessa Friedman (@VVFriedman) November 17, 2025
La mostra, come si diceva, intende ridefinire il ruolo della moda rispetto all’arte comunemente intesa e lo farà in una nuova ala del museo, ovvero le Condé M. Nast Galleries. I nuovi spazi sono stati progettati dallo studio di architettura newyorkese Peterson Rich Office e vedranno i classici manichini elevati su alti piedistalli al cui interno ci saranno le opere d’arte con cui sono tematicamente connesse.
L'artista Samar Hejazi ha creato teste specchiate per i manichini con un’idea facile da intuire: lo spettatore “porta” il suo viso a diventare quello del manichino. Una metafora dell’identificazione che si vuole creare tra visitatori ed esposizione per evitare che il vestito sia semplicemente “appeso” senza riferimenti chiari al corpo umano che lo vuole indossare. I manichini, infine, saranno calchi di corpi reali per evitare ulteriormente di astrarre l’idea di corpo umano. La mostra stessa dovrebbe essere poi estesa ad altre gallerie, portando a una sorta di osmosi tra le varie discipline artistiche.
Takeaways
- La mostra "Costume Art" al Metropolitan Museum of Art rivoluziona il Costume Institute inaugurando le Condé Nast Galleries, finanziate da Jeff Bezos, Saint Laurent e Condé Nast, e elevando la moda a forma d'arte paritaria con le altre discipline museali.
- Il tema centrale esplora l'indivisibilità tra corpo e abiti, superando la tradizionale separazione che ha relegato la moda a oggetto estetico distaccato, per celebrare invece l'identità vissuta e l'empatia attraverso esposizioni inclusive di corpi di ogni età e forma.
- Per il Met Gala del 4 maggio 2026, ci si attendono look storici e pezzi concettuali che trasfigureranno il red carpet in un dialogo metariflessivo tra arte antica e innovazione contemporanea.














































