Vedi tutti

Un gruppo di attivisti francesi vuole fermare Shein

La petizione che ha raccolto quasi 11.000 firme in meno di 48 ore

Un gruppo di attivisti francesi vuole fermare Shein La petizione che ha raccolto quasi 11.000 firme in meno di 48 ore

La moda a basso costo è sempre più sotto scrutinio da parte dei politici e Shein si è trasformata in un bersaglio per le critiche. La sua rapida crescita e il suo modello di vendita estremamente veloce ed economico hanno fatto dell'azienda un simbolo degli effetti negativi del fast fashion sull'ambiente e le origini cinesi del brand hanno reso la sua posizione politicamente complessa a causa delle crescenti tensioni tra Cina e mercati occidentali. Questa volta sono stati gli attivisti francesi a chiedere al governo di "fermare Shein", aumentando la pressione sul controverso gigante dell'ultra fast fashion. La campagna è stata lanciata mercoledì da Place Publique, partito politico francese di centro-sinistra che annovera tra i suoi fondatori il parlamentare europeo Raphaël Glucksmann, noto per le sue battaglie contro il lavoro forzato in Cina.  «L'iperconsumo esaltato da Shein è un'arma di distruzione climatica di massa», si legge nella petizione riportata da BoF.

 

In una petizione che ha raccolto quasi 11.000 firme in meno di 48 ore, "Stop Shein" ha denunciato le accuse di sfruttamento lavorativo nella catena di approvvigionamento dell'azienda, inclusi i legami con il lavoro coatto degli Uiguri, e l'enorme impatto ambientale derivante dalla produzione e commercializzazione giornaliera di migliaia di nuovi abiti, principalmente in materiali plastici. La petizione chiede al ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, di regolamentare le pratiche di marketing che incentivano il consumo eccessivo e di cancellare o bloccare i siti web o i marchi che introducono sul mercato più di 1.000 nuovi modelli al giorno.

La Francia sta già lavorando su una serie di politiche per promuovere la sostenibilità nell'industria della moda e non è chiaro se le proposte di Stop Shein riceveranno un'ampia attenzione. Tuttavia, la campagna contribuisce alle polemiche che circondano il gigante della moda ad alta velocità. All'inizio di quest'anno, un gruppo di difesa finanziato da donatori anonimi, noto come Shut Down Shein, è stato lanciato negli Stati Uniti, dove i legislatori hanno anche chiesto alla Securities and Exchange Commission di verificare che Shein non faccia uso di lavoro forzato prima di consentire all'azienda di essere quotata in borsa negli Stati Uniti. L'azienda non ha risposto a richieste di commento, ma in passato aveva dichiarato di adottare una politica di tolleranza zero nei confronti del lavoro forzato, anche se non è chiaro quanto questa dichiarazione corrisponda ai fatti.