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Shein ha perso un terzo del suo valore di mercato

L’azienda dai vestiti a prezzi stracciati sta perdendo finanziamenti 

Shein ha perso un terzo del suo valore di mercato L’azienda dai vestiti a prezzi stracciati sta perdendo finanziamenti 

Quest’anno il gigante Shein compie 15 anni, ma per la prima volta alla sua festa di compleanno sembrano mancare i regali. Secondo un’analisi rilasciata da The Financial Times, l’azienda fondata nel 2008 dall’imprenditore cinese Chris Xu ha subito una drastica perdita di finanziamenti, a fronte degli scarsi risultati dell’ultimo anno. Per rialzarsi, Shein sta cercando disperatamente il supporto di nuovi investitori, tentando anche il suo debutto nei mercati azionari statunitensi. Il gruppo che fa capo a Shein adesso starebbe per accettare una valutazione di mercato di 64 miliardi di dollari, più di un terzo inferiore a quella precedente di 100 miliardi. Tra le cause scatenanti della crisi di questi ultimi mesi, oltre al rallentamento dell’economia mondiale che ha motivato il mondo intero a spendere meno e il crescente interesse da parte dei giovani per la sostenibilità, c’è la domanda, da parte dei clienti, di maggiore trasparenza nei metodi di produzione e nel trattamento riservato ai lavoratori Shein. A peggiorare l’immagine del brand, oltre agli innumerevoli video-rivelazione in cui la Gen Z denuncia la bassa qualità degli indumenti, sono le campagne politiche degli attivisti ambientali, che sui social e per le vie delle città condannano i crimini del fast fashion, educando le nuove generazioni a riconoscere gli effetti futuri che la moda a basso prezzo avrà sul pianeta. 

La produzione, costante e celere, di abbigliamento a basso costo che ha portato l’azienda al successo globale sembra essere diventata il motivo principale della caduta dell’impero di Chris Xu, nonostante l’azienda abbia visto, tra il 2019 e il 2021, una quadruplicazione delle vendite superando anche quelle dei rivali H&M e Zara. Nell’ultimo anno, Shein ha provato a recuperare la fiducia dei consumatori  attraverso progetti mirati; prima lanciando un’iniziativa che taglia le emissioni del 25%, poi con la linea “lusso” chiamata MOTF, una collezione di vestiti a prezzi leggermente più alti. Lo scorso novembre, Shein ha persino aperto uno store fisico nel cuore di Tokyo, come tentativo escogitato per instaurare un rapporto più solido con i suoi clienti, e analizzarne i comportamenti con tecnologie di intelligenza artificiale. 

@bez_nazwy946 #CapCut stop buying from shein - bez_nazwy946

A detta del risultato sfavorevole di questi sforzi, è ormai chiaro che l’unica opzione che resta al brand cinese per rimanere rilevante è quella di mantenere lo stesso modello aziendale, anche perché l’unica clientela che davvero si è dimostrata fedele nel tempo resta la fetta di popolazione che non riconosce l’etica incorretta della fast fashion. Non ha senso, per Shein, cercare di riscrivere la propria reputazione, perché i codici amorali su cui il brand ha costruito il proprio impero sono ormai troppo ancorati nell’immaginario pubblico. Se ciò che rende appetibile i suoi prodotti sono i prezzi stracciati e le imitazioni mal riuscite di design alla moda, conviene che Shein continui a essere quello che è sempre stato: una cometa di passaggio che, per un attimo, si è sentita invincibile.