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POV: apri il sito di Shein per la prima volta

Cosa nasconde lo shop del brand ultra fast-fashion

POV: apri il sito di Shein per la prima volta Cosa nasconde lo shop del brand ultra fast-fashion

Se vi è capitato di fare un giro nell’opinione pubblica della moda avrete capito che Shein è il villain del momento, l’Hannibal Lecter del fashion system che mette paura a tutti per i suoi metodi di produzione poco ortodossi - per usare un eufemismo - e per la sua idea di moda ultra fast fashion. Ma che ci piaccia o meno Shein vende, anche tanto secondo i report, e la sua idea di moda, chiamiamola così, sembra aver fatto centro su una certa fascia di pubblico affascinata da un modello di business che ha come pilastro principale il sito web, l’acquisto online da desktop o da mobile, che nel caso di Shein merita quasi un discorso a parte vista la sua unicità. Se competitor come Zara, H&M e Pull and Bear hanno ormai sposato il minimalismo sui loro siti web, quello dell’azienda cinese è un tripudio di immagini, banner e pop-up in cui ogni singolo spazio libero viene riempito da inviti all’acquisto tramite qualsiasi tipo di scontistica: c’è l’immancabile spedizione gratuita, il 70% per il Black Friday (nonostante manchi ancora un mese) e c’è poi la vendita flash, oggetti in sconto accompagnati da un conto alla rovescia che ci avvisa quanto tempo abbiamo per acquistare un pantalone a righe a poco più di 6€.

@maxkanner15 The bathing suit was leaving a yellow stain on towel #badreview #sheingonewrong #dontorderfromshein #epicfail #badquality original sound - Maxkanner15

Sorpassata la barriera della home page, una volta entrati all’interno delle singole categorie le cose diventano ancora più interessanti. Le foto sono forse il mistero più grande: gli item in alcuni casi sono indossati da modelli e modelle sempre diverse con background mai uguali, altri sono dei semplici still life su sfondo grigio, mentre altre volte sono dei fotomontaggi in cui l’oggetto viene “appiccicato” sull’immagine piatta di un tavolo o di una spiaggia. La rappresentazione dei prodotti in vendita, e in alcuni casi la differenza tra quanto visto online e quanto arrivato a casa, è uno dei punti focali dell’esperienza di shopping su Shein, tanto che su TikTok i video di confronto tra online e real life abbondano. Con circa 600mila prodotti in vendita, è la varietà che colpisce davvero su Shein. Il sito è diviso principalmente nelle classiche categorie Uomo, Donna e Bambini, alle quali si aggiungono Curvy, Casa+Animali e Bellezza, mentre la home page si estende in uno scroll quasi infinito in cui fanno capolino foto e banner che parlano di marche e collaborazioni. Ce n’è una con Cartoon Network, ma anche una con Frida Kahlo, proprio quello che la pittrice messicana avrebbe voluto.

Secondo un report pubblicato da BBC, in media un articolo rimane in stock sul sito per massimo 90 giorni prima di scomparire in favore di uno nuovo, creato nell’arco di 25 giorni grazie a un team di 200 designer dando così agli acquirenti la sensazione, e quindi il bisogno, di poter acquistare sempre qualcosa di nuovo. Ma cosa si può acquistare su Shein? Oltre a una vasta scelta di parrucche e barbe finte, ovviamente è l’abbigliamento la categoria di maggior interesse grazie anche a un price point ben al di sotto della media. Una hoodie, ad esempio, costa in media 17€, contro i 30€ di Zara e i 35€ di H&M, mentre nelle rispettive linee Basic Nike e adidas rispondono con 40€ e 55€. Prezzi che ovviamente corrispondono a una qualità che nel caso di Shein significa 100% Poliestere, con la totale assenza di cotone nella composizione, contrariamente a quanto succede nelle etichette degli altri brand citati, dove, con percentuali che vanno dal 60% ad addirittura il 100%, rimane sempre il materiale dominante.

Lo stesso succede per i maglioni, in cui salvo rari casi prevalgono materiali come l’acrilico, descritto nel filtro di ricerca come “tessuto simile alla lana”, e il già citato poliestere, protagonista assoluto in item come il “Maglione monocolore con collo rotondo" presentatoci da una serie di foto sgranate scattate in quello che somiglia al balcone di casa di qualcuno. Il tour ovviamente non può che terminare nelle sezione più attesa: quella degli accessori, in particolare borse e stivali, la vera prova finale in cui abbiamo deciso di affidarci soprattutto ai pareri di chi ha acquistato l’oggetto in questione. Il primo su cui mi cade l’occhio è la “Borsa hobo con borchie”, una Cagole di Balenciaga da 9,25€ 100% poliestere con una media del 4,84 su 5 e descritta da una delle recensioni come «Bella, ma con un odore strano». Sentimento comune su molti oggetti in “simil-pelle” come gli “Stivali da combattimento minimalisti con zip laterale”, 23€ con la solita media del 4,83, in cui l’odore strano torna prepotentemente protagonista delle recensioni, insieme a tante lamentele sul materiale.

@itss_akiraaa I guess you really get what you pay for

«Scrivendo la recensione dopo qualche mese di utilizzo, posso solo dire che ho dovuto buttare le scarpe da quanto si son rovinate, in particolare le suole» scrive qualcuno lasciando due stelle su cinque. Nonostante le molteplici recensioni negative, a colpire sono però quelle positive in cui, a fronte di lamentele sulla scomodità o sui materiali utilizzati, vengono spesso lasciati voti alti. «Non sono comodissime infatti se dovete uscire e camminare tanto non ve le consiglio perché dopo un po’ vi faranno male i piedi» si legge nel feedback lasciato da qualcuno che ha comunque deciso di premiare lo stivale con il massimo delle stelle nonostante i suoi difetti. Se da un lato un commento del genere può sembrare senza senso, dall’altro è il quadro perfetto del motivo del successo di Shein: la possibilità di poter “buttare” i propri soldi, spenderli in oggetti che costano poco senza avere così il rimorso per un eventuale acquisto sbagliato, consapevoli di indossare una scarpa che potrebbe smontarsi dopo poche settimane di utilizzo ma anche della possibilità di comprarne un’altra - magari uguale- il giorno dopo, magari in sconto. Se il termine “investment piece” è diventato di uso comune per parlare degli oggetti acquistati per cifre alte con l’idea di poterli usare per anni, l’azienda cinese ha involontariamente coniato il termine “exploitment piece”, oggetti da acquistare per sfruttarli il più possibile nel loro breve ciclo vitale con l’idea di comprarne un altro nel brevissimo periodo. Ma a che costo?