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Cosa possiamo aspettarci da Marco de Vincenzo e Maximilian Davis

Le nuove sfide per Etro e Ferragamo

Cosa possiamo aspettarci da Marco de Vincenzo e Maximilian Davis Le nuove sfide per Etro e Ferragamo

La Milano Fashion Week si prepara a ospitare due dei debutti più attesi della stagione SS23. Lo stilista siciliano Marco De Vincenzo presenterà la sua prima collezione dopo aver assunto la direzione creativa di Etro, il marchio milanese più amato del 1968. Nel frattempo, lo stilista britannico Maximilian Davis, a soli 26 anni, prenderà il timone del marchio multimiliardario Salvatore Ferragamo.  Il 25 maggio è stato annunciato che Veronica, Kean e Jacopo Etro avrebbero affidato a De Vincenzo la direzione della linea donna di Etro. Lo stilista messinese è entrato a far parte come parte di una ristrutturazione guidata dall'amministratore delegato Fabrizio Cardinali, che, insieme al fondatore e presidente di Etro, Gerolamo Etro, ha deciso di affidare a De Vincenzo la direzione creativa delle collezioni donna, uomo e casa. È stato proprio lui in persona ad affidargli il compito di riorganizzare ed espandere il marchio italiano. 

La biografia di Etro su Instagram, recentemente aggiornata, recita «maestri del colore e del tessuto, dal 1968» e ritrae una sequenza di modelli colorati da un trucco marcatamente psichedelico. I fiori e colori alludono al concetto che sta alla base di Etropía, la prima collezione di De Vincenzo per Etro, che verrà presentata il 23 settembre. Il feed quasi vuoto indica già un cambiamento – Marco de Vincenzo, conosciuto per aver esplorato la potenzialità dei materiali già con il suo marchio omonimo, vuole dare una nuova direzione all'aria bohémien che da tempo si respira da Etro. De Vincenzo pensa all'espansione e vede in Etro qualcosa di più di camicette trasparenti, caftani e stampe pesanti. «Si pensa a Etro come a un marchio di stampe, ma è profondamente sbagliato» ha dichiarato in una recente intervista. Etro, nell’ottica del nuovo direttore creativo, punterà su tessuti (possibilmente impreziositi), arricchiti dallo spiccato know how di de Vincenzo nella creazione di tessuti grafici e nelle iniezioni esplosive di colore - questa volta in formati più solidi - e accessori di carattere, un reparto che ha già diretto con successo e che continuerà a guidare da Fendi. Etro non pretende solo un reindirizzamento estetico, ma anche una correzione delle pratiche che, ormai, molte altre case di moda hanno attuato, tra cui l'omonimo marchio di De Vincenzo. A febbraio, Supérno, la sua ultima per l'omonimo marchio che ha lanciato nel 2009, è stata presentata con grandi elogi: i campioni inutilizzati e stock morti sono stati rielaborati e ravvivati con chiodi, perline e cristalli; una pratica che lo stilista desidera introdurre, in qualche modo, in Etro.

A Firenze, invece, Maximilian Davis lavora alla sua prima collezione per Salvatore Ferragamo. La sua nomina segue il limbo della direzione dopo l'uscita di Paul Andrew nel 2021. Nel rivedere la storia delle collezioni minimaliste di Paul Andrew da Ferragamo, la sua ultima uscita per il marchio (la FW21) è sembrata piuttosto aggressiva.  Non solo la collezione è stata presentata in pieno periodo pandemico, ma anche la linea purista che lo stilista aveva seguito - abiti sartoriali sicuri, maglieria artigianale e palette di colori tenui - è stata eclissata da una serie di look che hanno lasciato trasparire l'attrazione di Paul per tutto ciò che è futuristico. Una rottura a tutti gli effetti. Il momento non è stato idilliaco per Ferragamo e il manifesto creativo di Andrew: nel 2020, il fatturato è calato del 33%, secondo Business of Fashion. Per rinnovare un'azienda storica ci vuole molto più di un grande dispendio di energie. Dopo la nomina del nuovo CEO di Ferragamo, Marco Gobbetti da Burberry (noto anche per aver contribuito alla creazione di Celine nell’era di Phoebe Philo) è arrivata la nomina di Davis, uno stilista in ascesa che che sa tagliare, drappeggiare e vendere. Con poche collezioni all'attivo, il suo marchio omonimo era già un top-seller su rivenditori come Ssense, Matches Fashion e Net-a-Porter. Maximilian, in effetti, può dare una svolta a Ferragamo senza disconoscere l'intento futurista di Paul Andrew. Il suo approccio innovativo e sensuale si intrecciano perfettamente con una solida lavorazione della pelle e con le competenze sartoriali, elemento chiave per il business del marchio. Nella tensione tra discrezione e sensualità, le collezioni del suo marchio omonimo (ora in pausa) gravitano decisamente verso la seconda. Tuttavia, la costruzione solida e la sobrietà permeano i capi, andando incontro alle esigenze di un archivio come quello di Ferragamo.

Dal Salvatore Ferragamo di Maximilian, ci si aspetta una sartoria imprevedibile e, al tempo stesso, morbida: ad esempio, chiusure fantasiose per revers curvi o estremità delle maniche irregolari, silhouette aggiornate e più audaci rispetto al classico Ferragamo. Persino abiti allungabili sono contemplabili in questo scenario, soprattutto in virtù del fatto delle sue silhouette femminili imponenti. Sebbene il suo marchio sia piaciuto alle celebrità per la sua innegabile sensualità - e c'è da scommettere su una serie di look che mettono a nudo la pelle - Davis è probabilmente in grado di mettere su un'ampia gamma di capi. Davis mostrerà probabilmente la sua abilità nel fare camicie, traendo il melgio dal suo background religioso e dal sempre elegante stile fiorentino. Con due delle case più care d'Italia sotto la loro direzione, la pressione è alta per De Vincenzo e Maximilian Davis. In definitiva, si spera che entrambi i creativi riescano a decifrare il modo in cui questi marchi si rivolgono ai consumatori più giovani, nonché come spingere i loro rispettivi atelier a dimostrare l'alta qualità artigianale per cui Etro e Salvatore Ferragamo sono così conosciuti.