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I don’t know you, but I already love you: Fanny and Jessy

I don’t know you, but I already love you: Fanny and Jessy

Mi sono sempre chiesto quale fosse tra i cinque sensi quello determinante per far scattare il cosiddetto colpo di fulmine. L’indecisione era sempre stata forte: uno sguardo diretto al cuore o una carezza sul viso? E forse la questione poteva spingersi anche oltre, dove la forza delle immagini si scontrava con il piacere reale del contatto fisico, dove si cercava di arrivare prima con lo sguardo quando le mani erano ferme ed impossibilitate. In ogni caso il punto d’incontro tra i due sensi poteva essere solamente una buona lettura, dove il contatto con la carta dava vita alle immagini stesse. Let’s read to fall in love…

Sono state proprio le pagine di Indie magazine per l’esattezza, ad introdurmi nell’irriverente quanto sognante mondo di Fanny e Jessy. Le due ragazze terribili, nuove icone della Londra dei nuovi New Romantic, si sono laureate nel 2009 al London College of Fashion e dopo aver collaborato con designer come Nova DandoPPQ e Jean Charles de Castelbajac, hanno deciso di lanciare la propria linea. Giunte alla loro terza collezione hanno fatto parlare di se sia per le scelte stilistiche innovative che per il modo differente di fare comunicazione.


 

Infatti per promuovere la loro collezione SS 2011  Watch this face durante la scorsa London fashion week si sono infiltrate ai più importanti eventi, mostre, presentazioni e party per distribuire a modelle, guest e clubbing addicted mascherine rappresentanti il loro stesso volto così da diventare testimonial di se stesse per pubblicizzare la loro linea avantgarde.

 

Comunicare in modo anticonvenzionale per rompere gli schemi sembra essere lo slogan del vulcanico duo, che già dalla prima collezione avevano sorpreso i più diffidenti con il video I hope you die soon, dove l’intera collezione era segnata da “top heavy structured garments - this means big shoulders -  mixed with oversize slouchy pieces.” 


  

La provocazione continuava attraverso il loro secondo lavoro presentato per l’AW 2010, Vaniloquance, ovvero parlare vano e sciocco che sembrava ancora essere un attacco alle regole e ai loro studi passati. La collezione mostrava in pieno l’anima dark delle due ragazze, che pur non rifiutando influenze grunge continuavano a mantenere una silhouette fortemente sporty. La stessa collezione ebbe un discreto successo e fashion icon come Lady Gaga, Rihanna e Kap bambino continuano tutt’ora a vestire le loro creazioni.

Ritornando all’ultima fatica stilistica, le due ragazze sembrano aver acquistato la giusta maturità: abbandonano il motivo unisex per una linea ultrafemminile, che spazia dal nero lucido ai toni del carne e dove decorazioni e dettagli strong la fanno da padrona grazie a materiali inusuali e tecniche diverse. Il nostro colpo di fulmine continua attraverso le immagini … perché amare significa anche provocare.