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Partecipare alla prossima London Fashion Week sarà gratis per tutti I nuovi piani per risollevare la moda inglese puntano tutto sull'accessibilità

Laura Weir è la nuova Presidente del British Fashion Council - organizzazione no-profit che ha il compiuto di promuovere la moda inglese - e ieri ha annunciato i nuovi piani per la London Fashion Week. In un periodo in cui i designer del Regno Unito si stanno spostando altrove, in altri poli culturali come Milano, Parigi e Berlino, il calendario si sta svuotando e, di conseguenza, la stampa internazionale sta facendo scivolare la settimana della moda londinese in fondo alla lista delle priorità, la Presidente sottolinea la necessità del BFC di promuovere i talenti locali. Uno degli obiettivi principali di Weir sarà proprio risarcire la reputazione della capitale inglese nel settore: per farlo, ha spiegato, servirà rivedere gli investimenti, aprire le porte ai giovani creativi e attirare l'attenzione del resto del settore con maggiore impegno. Alla festa estiva del British Fashion Council, Weir ha affermato che si tratta di un «momento per ripartire» per la moda inglese, in un momento in cui per i è diventato difficile «di fare, creare, mostrare e, cosa importante, di sviluppo in questo paese». 

 

Per rivitalizzare l’economia del settore, Weir e il team del British Fashion Council hanno deciso di rendere la partecipazione al calendario ufficiale della Fashion Week di settembre gratis, ovvero di esonerare i designer e i marchi che, fino ad adesso, hanno dovuto pagare tra le 500 e le 10mila sterline per mantenere la propria iscrizione al British Fashion Council e assicurare la presenza del proprio nome in programma. Mentre verranno aperte le porte della Fashion Week a brand e designer per alleviare i costi di sfilata ai creativi, verranno raddoppiati gli investimenti per gli ospiti internazionali, come la stampa e i buyer - anche questa una decisione in supporto dei designer, che secondo quanto riportato da Weir hanno espressamente richiesto questo impegno. Infine, saranno aumentate le quote delle borse di studio, mentre il programma BFC NewGen, un’iniziativa che promuove la moda emergente facendo sfilare il lavoro di alcuni nuovi designer gratis e in calendario ufficiale negli spazi del British Fashion Council, continuerà ad ampliare i propri orizzonti, ha confermato Weir, specialmente dato che nel 2026 l’organizzazione riuscirà ad avere ulteriori finanziamenti. 

I punti sollevati da Weir alla festa londinese del British Fashion Council di ieri sera interessano non solo la moda inglese, ma tutto il settore internazionale che quest'anno è stato schiacciato da gravi pressioni - dalla guerra dei dazi all'impatto che gli scontri geo-politici hanno avuto sulla supply chain, passando per la crisi finanziaria e il calo della possibilità d'acquisto dei consumatori. Tra le osservazioni esposte dalla Presidente emerge un’attenzione particolare per le nuove potenze, tra cui Hong Kong, India e Medio Oriente: parlando con alcuni rappresentanti di governo, ha raccontato Weir, ha notato non solo il loro interesse per lo sviluppo culturale nei tre Paesi, ma un vero e proprio impegno strategico per lo sviluppo dei rispettivi settori moda a livello locale e internazionale. «Alcuni mi incontrano per saperne di più sulla London Fashion Week e poi i loro governi investono milioni di sterline per costruirne una propria: capiscono che l'investimento nella cultura porta al successo commerciale e reputazionale di una nazione», ha affermato Weir. Altri progetti in corso di sviluppo includono il Fashion Assembly pilot, un’iniziativa creata in collaborazione con l’ambassador Sarah Mower per portare designer inglesi affermati nelle loro vecchie scuole in giro per il Paese, così da ispirare i giovani studenti che si potrebbero pensare di essere troppo lontani dalla metropoli per sognare un futuro nella moda. Infine, Weir ha lanciato un appello ai rivenditori inglesi, chiedendo loro di smettere di essere solo dei grossisti, ma di supportare i creativi e l’artigianato locali avviando vere e proprie collaborazioni strategiche.