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Che cosa è successo tra TikTok e Donald Trump?

Il comizio di ritorno del Presidente Trump a Tulsa, Oklahoma è stato un flop e la colpa è anche dei TikTokers

Che cosa è successo tra TikTok e Donald Trump? Il comizio di ritorno del Presidente Trump a Tulsa, Oklahoma è stato un flop e la colpa è anche dei TikTokers

Sabato scorso si è svolto a Tulsa, Oklahoma il primo comizio del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump da quando è iniziata l’emergenza sanitaria. Dopo mesi di gaffe legate e diverse uscite infelici sia sul COVID-19 sia sulle più recenti mobilitazioni del Black Lives Matter, il comizio avrebbe dovuto ridare forza alla sua campagna elettorale: se non fosse che all’evento, dove era previsto oltre un milione di persone, se ne sono presentate poco più di 6.000. È stato un flop mai visto prima nella storia di Trump: per assurdo, un po’ è anche colpa di TikTok.

Ecco che cosa è successo.

  • Il 12/06 su Twitter è stato annunciato che il 19/06 il Presidente sarebbe stato a Tulsa per ospitare il Make America Great Again Rally: il più grande evento al chiuso dall’inizio dell’emergenza COVID-19. Per partecipare bisognava registrarsi tramite un’app (Trump 2020). La partecipazione era gratuita.

  • La scelta di ospitare l’evento il 19/06, nel giorno del Juneteenth (in commemorazione della liberazione degli schiavi dopo la Guerra civile) e proprio a Tulsa, in Oklahoma, che nel 1921 fu teatro di una strage di neri da parte di un gruppo di suprematisti bianchi, aveva fatto storcere il naso a molti afroamericani e sostenitori del BLM. Per questo motivo l’evento è stato spostato al giorno successivo, il 20/06.

  • Il 15/06 Brad Parscale, uno dei manager della campagna elettorale di Trump, aveva annunciato sempre via Twitter di aver ricevuto ben più di 1 milione di richieste di partecipazione.

  • Il 20/06, però, al palazzetto che poteva ospitare quasi 20.000 sostenitoru se ne sono presentati appena 6.200. L’anello superiore è rimasto vuoto, così come lo spazio esterno. Il flop ha costretto Trump ad annullare il discorso previsto per tutti quelli che non fossero riusciti a entrare.

  • Diverse testate hanno dato la responsabilità a TikTok. Stando al New York Times, infatti, TikTok avrebbe ospitato una campaign per boicottare l’evento: diversi utenti avrebbero così fatto incetta di prenotazioni con la specifica intenzione di non presentarsi. L’iniziativa avrebbe acquistato popolarità soprattutto nella community di fan della band di pop coreano BTS. Su TikTok e anche altri social come Twitter si potevano addirittura trovare delle guide molto dettagliate su come partecipare al boicottaggio, compresi alcuni trucchi per non dover dare il proprio numero di telefono reale; contenuti che oggi, furbescamente, sono stati eliminati.

Insomma, un disastro per Trump. Ma per quanto l’iniziativa dei giovani TikTokers abbia avuto il suo peso, sarebbe ingenuo pensare che sia stata l’unica responsabile. L’evento infatti non era a numero chiuso: l’abitudine di permettere la registrazione tramite app è un sistema che serve più che altro agli organizzatori delle campagne per raccogliere dati per i sondaggi, ma i biglietti ingannevoli prenotati dagli utenti, gratuiti e illimitati, di per sé non avrebbero impedito ai veri sostenitori di riempire il palazzetto. In poche parole: se si fossero presentate davvero più di 6.200 persone l’arena si sarebbe comunque riempita, indipendentemente dal boicottaggio di TikTok.

Il motivo dell’insuccesso va quindi cercato in altre ragioni. L’Oklahoma è uno stato tradizionalmente molto conservatore, dove il Presidente gode di un sostegno dato quasi per certo. L’ufficio stampa di Donald Trump ha parlato di alcuni protestanti che hanno impedito l’ingresso di diverse persone, ma i giornalisti sul posto negano questa versione. È molto più probabile che in questo insuccesso abbia giocato un ruolo fondamentale la paura per il virus: nelle ultime settimane in Oklahoma i contagi stanno aumentando a vista d’occhio. Il comizio, in effetti, era stato organizzato contro il parere delle autorità sanitarie e senza imporre l’uso delle mascherine o il distanziamento fisico: paradossalmente, il fatto stesso che fossero state annunciate più di 1 milione di persone potrebbe aver scoraggiato molti sostenitori.

L’episodio punta comunque i riflettori su una nuova fascia di pubblico giovanissimo che si sta conquistando il suo spazio anche nella partita politica. La Generazione Z negli ultimi mesi ha imparato a farsi sentire su diverse questioni sensibili: già qualche settimana fa, dopo l'omicidio di George Floyd, attraverso TikTok sempre la band coreana BTS aveva raccolto oltre 1 milione di dollari da donare a diverse organizzazioni che si occupano di diritti degli afroamericani. Su un tono più leggero, negli ultimi giorni è persino diventato virale l’hashtag #SaveBarron: una petizione di oltre 15.000 firme per salvare il figlio del Presidente, il piccolo Barron Trump, dalla Casa Bianca.