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Two Door Cinema Club - ?Tourist History

Two Door Cinema Club - ?Tourist History

Two Door Cinema Club ?
Tourist History
?Kitsuné, 2010
Myspace

Con tutta la franchezza del mondo, di band così le abbiamo sentite, risentite e strasentite.
Ma è inutile prenderci in giro. Dovremmo pur far qualcosa per sentirci „cool“  e per avere qualcosa di cui parlare durante i nostri infiniti e noiosissimi aperitivi.
Sarebbe stata una clamorosa caduta di stile non mensionare una delle NEXT BIG THING del 2010 all'interno della rubrica musicale.
Ecco i Two Door Cinema Club.

Un trio irlandese, giovane (troppo giovane), facce pulite e sbarbate (troppo sbarbate) e uno charme da nerd che farebbe impazzire una qualsiasi hipster: le carte ci sono tutte per entrare nella rosa delle band più acclamate da New Musical Express e affini.
E così dopo articoli su articoli, servizi e interviste esclusive, finalmente esce il primo lavoro dei Two Door Cinema Club: „Tourist History“ è stato pubblicato il primo marzo per la  Kitsuné Records e diventa l'emblema dell'anno per tutte le band indiepop britanniche che han deciso di far musica.

Un album che fila via dritto e veloce con la velocità di uno schiaffo in piena faccia che lascia intontiti e disorientati;  pezzi intrecciati magistralmente da chi ha mangiato a colazione per anni solo Smiths,  Arctic Monkeys e We Are Scientits; dieci brani euforici ed esaltati che si prestano tutti a potenziali hit in un ideale mondo di plastica.
Gioca a favore dei Two Door Cinema Club la durata del disco: un album che aggredisce con violenza, stordisce per i suoi 32 minuti di electro beat, crea dipendenza per qualche secondo e poi non lascia più niente.
“Tourist History” è senza dubbio un album in grado di far muovere anche i culi più pesanti. A tratti pregnante di citazioni, molto più spesso vuoto.

Scorrendo velocemente tra i pezzi traspare l’insegnamento brit pop fino a raccordarsi alla nuova lezione indiepop, un po’ come se primi Editors facessero il verso ai nuovi Bloc Party
Infatti, ad ascoltare il singolo “I Can Talk” sembra quasi che Alex, Kevin e Sam abbiamo imparato a memoria la lezione di Tom Smith di “The Back Room”, riadattando quelle melodie squisitamente “indie” nella più folle salsa dance tipica dei tempi che corrono; ma è ben stretto il cerchio di similitudini con cui possiamo incastrare i giovani irlandesi, evidenziando purtroppo il manierismo su cui forzano la mano troppe band oggigiorno.
Già ribattezzati i “Vampire Weekend europei” hanno la strada spianata grazie all'ausilio (potente) dei media europei, ma quanto andranno lontano.

Perfetti per questo periodo così freddo e buio aspettando i primi raggi caldi della primavera. Ma lungi da ascoltare “Tourist History” oltre aprile, perchè:
uno, nel frattempo saranno usciti altri ventisei gruppi-clone;
due, le loro melodie vi avranno trapanato il cervello fino a farvi diventare ancora più scemi.