FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

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Cinque posti dove mangiare a Torino in occasione del C2C Tra trattorie contemporanee, vinerie di quartiere e street-food di nicchia

La ventitreesima edizione di C2C Festival, uno dei più importanti eventi di musica elettronica in Europa, in programma a Torino dal 30 ottobre al 2 novembre, di recente è andata quasi del tutto sold out. I biglietti per le serate principali del festival – venerdì e sabato, che vedranno alternarsi numerosi artisti, tra cui Blood Orange, Four Tet, Nicolas Jaar e Floating Points – sono esauriti da oltre un mese; restano invece disponibili, seppur in quantità molto limitata, i biglietti per le date di apertura e chiusura dell’evento, che avranno come protagonisti rispettivamente Daniel Blumberg (vincitore dell’Oscar 2024 per la miglior colonna sonora originale con The Brutalist) e Billy Woods, tra i tanti.

Con questi e altri nomi in line-up, il C2C si conferma un punto di riferimento per gli appassionati di clubbing e non solo, grazie a una proposta che da anni mette insieme generi diversi sotto l’etichetta “avant-pop”. L’appuntamento 2025 di C2C è dedicato al fondatore del festival, Sergio Ricciardone, morto a 53 anni – una figura molto conosciuta nella scena musicale torinese e italiana. Non a caso il tema di quest'anno è «per aspera ad astra». Si prospetta quindi essere un’edizione storica del festival, che con ogni probabilità segnerà un “prima” e un “dopo” nella storia ventennale della manifestazione.

Con oltre 40mila partecipanti attesi da tutto il mondo – di cui circa il 40% provenienti dall’estero – l’organizzazione di C2C per quest’anno si aspetta di nuovo per lo più un pubblico giovane, dato che la metà degli abbonamenti sono stati acquistati da under 30. Per chi sarà a Torino tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre può essere l'occasione per scoprire la vivace scena gastronomica del capoluogo piemontese, oltre a quella musicale e culturale – tra trattorie contemporanee, vinerie di quartiere e street-food di nicchia. Ecco allora cinque posti che vale la pena provare.

Ristorante Consorzio

Segnalato dalla Guida Michelin con il riconoscimento Bib Gourmand – una menzione riservata ai ristoranti che offrono un’ottima cucina a prezzi contenuti – il Ristorante Consorzio è da anni uno dei punti di riferimento per gli appassionati di gastronomia a Torino. L’atmosfera è informale ma dal respiro contemporaneo, proprio come la sua cucina: il ristorante, infatti, serve piatti della tradizione locale reinterpretati con creatività e attenzione alle materie prime. «Una delle cucine piemontesi più interessanti e riuscite della città», scrive la Guida Michelin, che sottolinea anche la capacità del locale di valorizzare i tagli di carne meno nobili, come quinto quarto e trippa: «decisamente imperdibili».

Smashy

@nicoleinitalia not to be dramatic but this could be one if the best smash burgers i’ve ever had… daaiii the martin’s rolls??!!

È stato tra i primi locali in Italia a intercettare con tempismo e autenticità il fenomeno degli smash burger. Il menù è volutamente essenziale, sulla scia della celebre catena californiana In-N-Out, che ha ispirato molte realtà di questo genere. Smashy serve solamente cheeseburger, double cheeseburger e bacon cheeseburger, accompagnati da patatine fritte e una selezione minima di bevande. «In un mondo in cui tutti cercano di aggiungere, noi abbiamo deciso di fare esattamente il contrario», hanno dichiarato i fondatori in occasione dell’apertura del locale, nel novembre 2023. Una filosofia che, ancora oggi, contribuisce a rendere Smashy uno degli indirizzi di riferimento per chi cerca un hamburger di qualità nel Nord Italia.

Ailimē

«Italian mood, Japanese attitude», recita il motto di Ailimē: la proposta del locale – a metà tra una vineria con cucina e una trattoria contemporanea – si ispira a un modello di cibo casalingo che unisce le preparazioni delle osterie del Nord Italia alla cucina tradizionale giapponese. «Un menù eclettico e divertente, che cambia di volta in volta, arricchendosi di nuove ricette», scrive TorinoToday. Il locale di recente ha aperto anche la sua versione izakaya, un format tipico giapponese a metà strada tra un pub e una trattoria, dove si va principalmente per bere e mangiare in modo informale piccoli piatti.

Orso Laboratorio Caffè

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Aperto nel quartiere di San Salvario a Torino, il locale è stato tra i primi a introdurre in città il concetto di specialty coffee, portando un approccio completamente nuovo a una delle bevande più iconiche d’Italia. Dopo oltre dieci anni di attività, l’apertura di una seconda sede torinese ha confermato il successo e la solidità del progetto. Orso Laboratorio Caffè punta da sempre sulla torrefazione artigianale e sulla selezione di micro-lotti di caffè specialty, collaborando con piccoli produttori di diverse parti del mondo. Il locale propone anche una curata offerta di viennoiserie, ideale per accompagnare le molte tipologie di caffè presenti in carta.

Razzo

«Un ristorante raccolto dai toni contemporanei, giovanili e rilassati, per una cucina attenta ai prodotti regionali e stagionali», scrive la Guida Michelin a proposito di Razzo, locale torinese aperto nel 2019 e tuttora guidato dallo chef Niccolò Giugni. «I piatti proposti alla carta [...] sottendono una bella tecnica e una matura anima creativa», riporta invece il magazine Dissapore. Il ristorante propone inoltre un piccolo menù degustazione dal prezzo piuttosto contenuto se si considera la qualità offerta – e anche la carta dei vini si distingue per una selezione curata e di livello.