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Esistono veramente i dazi sulla pasta? Trump sogna gli spaghetti made in USA

Nessun bene è al sicuro in epoca di dazi, neanche la pasta. Così, se l'anno scorso vi raccontavamo dei produttori di formaggio italiano contro Trump, oggi sembrerebbe che ad arrabbiarsi contro il governo statunitense saranno i pastifici del Bel Paese. Secondo quanto riportato dai quotidiani americani, però, la questione dei dazi al 107% sulla pasta avrebbe radici ben lontane dalle politiche trumpiane. L'anno scorso, era stato il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti a mettere in discussione le pratiche di vendita di produttori di pasta italiani. Sotto pressione da parte di aziende americane, il dipartimento avrebbe cominciato a imporre delle tasse per controllare il prezzo finale dei prodotti italiani negli Stati Uniti - per renderlo più equo, in teoria. 

Così, l'estate scorsa sono stati diversi i marchi di pasta italiana sottoposti a controlli da parte del Dipartimento di Commercio americano, risultati in rischieste di chiarimento ai noti Garofalo e La Molisana. Si sospettava che alcune aziende italiane facessero dumping, ossia esportassero a prezzi molto bassi per eliminare la concorrenza locale e conquistare quote di mercato. Già a settembre, il dipartimento aveva stabilito che le due aziende non avrebbero garantito sufficiente collaborazione nell'indagine e che entrambi avrebbero venduto la propria merce a un prezzo inferiore del 91% rispetto al valore normale. Adesso, mentre a tutte le merci europee sta venendo applicata una tassa del 15% negli Stati Uniti, secondo nuovi suggerimenti i dazi sulla pasta potrebbero arrivare a un impressionante 107%.   

Al momento, la proposta di dazio è ancora in fase di valutazione, quindi bisognerà aspettare prima di scoprire che fine faranno i pacchi di pasta italiana diretti in America. Nel caso in cui dovessero venire accettati e messi in regola, i dazi comporterebbero un aumento strabiliante dei costi per tutti i produttori italiani di pasta, che sarebbero costretti a pagare l'importazione tanto quanto il valore del prodotto, il quale arriverebbe sugli scaffali al doppio del prezzo passato. Così come era successo durante la diatriba dei formaggi, associazioni italiane, il Ministero dell'Estero e quello dell'Agricoltura si sono attivati per protestare la proposta e trovarvi una soluzione più convenevole. Ma secondo quanto avvenuto durante gli accordi con la Commissione Europea, che alla fine ha concesso a Trump e al suo governo di imporre dazi salati su tutte le importazioni, è possibile che anche la pasta farà la stessa fine.