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Il ruolo dei social media nelle proteste della Gen Z nepalese Dalla chiusura delle principali app alla votazione di una nuova premier su Discord

Questa settimana i nostri schermi sono stati invasi dalle immagini di Charlie Kirk, l’attivista di estrema destra statunitense ucciso da tre colpi di fucile durante un evento di cui era protagonista. Ma l’omicidio di Kirk, tutt’ora al centro del dibattito pubblico internazionale, non è stato l’unico colpo di scena che ha travolto il mondo negli ultimi giorni. Martedì scorso sono esplose gravi proteste in Nepal contro la chiusura dei social media, la risposta violenta delle forze armate contro i manifestanti (ieri il numero di morti è salito a 72), la corruzione della classe dirigente e il divario economico tra élite e cittadini comuni. Nel giro di una settimana le proteste hanno portato alla dimissione del primo ministro e all'elezione di un nuovo governo ad interim anche attraverso la votazione su una chat Discord, un fenomeno che segna una prima volta per la politica del mondo intero. Vediamo insieme come sono nate le proteste e il ruolo fondamentale che hanno svolto i social media nel loro sviluppo.

L'hashtag #nepokids e la chiusura dei social media  

@capi.mo @Rohan Sundas Official @chickenroll2007 @nobel @goontingsahur #fyp #nepal #protest #genz original sound - dumb bunny

Giornali locali e internazionali hanno da subito chiamato le manifestazioni «le proteste della Gen Z», un titolo che nell’immaginario comune mette il blocco governativo dei social media (26 siti totali tra cui Facebook, Instagram e YouTube) come fulcro della questione, che però va ben oltre il semplice capriccio. Nei giorni precedenti alla chiusura di alcune app, avevano cominciato a circolare contenuti di figli di politici che vantavano vacanze da sogno e altri lussi, immagini taggate #nepokids che, agli occhi dei cittadini nepalesi che vivono al limite della povertà (il 20% della popolazione vive con meno di un euro al giorno), hanno provocato rabbia e turbamento. A influenzare i giovani nepalesi a scendere per strada sono state anche le proteste che si sono accese in Bangladesh dell'estate 2024 contro la prima ministra Sheikh Hasina, che si è dimessa dopo ben sedici anni. Molti di loro hanno documentato le manifestazioni sui social, seguite dai coetanei in Nepal che hanno cominciato a parlare di una simile mobilitazione nel loro paese. 

Nepal, tra disoccupazione giovanile e povertà

In Nepal, gli under-40 (16-40) rappresentano il 40% della popolazione, ma tutti questi giovani vivono una vita complessa. Con un tasso di disoccupazione maggiore del 20% tra i cittadini Gen Z, molti di loro sono costretti ad andarsene per trovare una vita migliore (nel 2024, ben 740mila persone hano lasciato il paese per lavorare). Con un tasso di corruzione altissimo al governo, ma anche nelle grandi imprese, diventa impossibile per le nuove generazioni nepalesi crescere professionalmente, raggiungere la stabilità economica e passare una vita serena. 

Incendi e proteste contro il governo attuale e passato 

@aspyxialims #nepal The End of the World - Skeeter Davis

Ecco quindi che il blocco dei social media non ha rappresentato il motivo centrale delle proteste, ma la goccia che ha fatto traboccare un vaso troppo pieno. Dopo l’incendio appiccato al Parlamento, il Governo nepalese ha riaperto i social, ma ormai era troppo tardi. I manifestanti hanno continuato a danneggiare gli edifici dei funzionari politici, come la casa del ministro degli Interni Ramesh Lekhak, che si è dimesso, del ministro dell’Energia Deepak Khadka e del primo ministro, anch’esso dimessosi, KP Sharma Oli. Sono state vandalizzate anche le case dei ministri precedenti, protagonisti a loro volta di scandali legati alla corruzione nepalese. 

Sushila Karki è la prima prima ministra donna 

Durante le proteste, sugli striscioni e i cartelloni i manifestanti hanno utilizzato molte volte il termine Gen Z per riconoscere il collettivo che per adesso non ha identificato nessun volto come suo leader - tra gli organizzatori ci sono diversi gruppi, anche studenteschi. Le richieste dei manifestanti includono la riapertura dei social media, che è avvenuta, per rivendicare la libertà di parola, e la fine della corruzione al governo. Dopo quattro giorni senza nessuno al potere, ieri è stata eletta una nuova premier: Sushila Karki, che ha affermato durante il giuramento (un momento in cui ha tenuto un minuto di silenzio in memoria dei caduti di questa settimana) di non rimanere a capo per più di sei mesi e di rispondere alle richieste dei giovani in protesta. 

Discord e il sondaggio politico del Nepal sui social media 

«Lavorerò tenendo a mente le aspirazioni della generazione Z», ha detto l’ex presidente della corte suprema adesso a capo di un governo ad interim fino al 5 marzo 2026. « Ciò che questo gruppo chiede è la fine della corruzione, il buon governo e l'uguaglianza economica - ha aggiunto - dobbiamo essere determinati a raggiungere questo obiettivo». Karki sembra avere il supporto della Gen Z nepalese, con molti di loro che l’avevano proposta come nuovo pm in una chat su Discord con centinaia di migliaia di utenti. Si tratta della prima prima ministra donna nella storia del paese e di una figura che negli anni passati si è dimostrata pronta a combattere la corruzione nepalese: toccherà a lei riportare la calma tra i giovani del paese e trovare una soluzione alle loro richieste entro il prossimo marzo.