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Tutto quello che c'è da sapere sul social housing di Milano Il caso emblematico del quadrilatero di San Siro

Milano si prepara a un anno impegnativo. Avrà inizio con la prossima Milano Fashion Week e continuerà a gennaio le Olimpiadi Milano-Cortina, trovando forse pace dopo la 65ª edizione del Salone del Mobile. Eventi di enorme portata che proietteranno ancora una volta la città sulla scena internazionale, ma che rischiano di oscurare questioni molto più urgenti. Tra tutte, la crisi immobiliare, il nodo per eccellenza che da anni pesa sul welfare cittadino, tra affitti sempre più cari e una cronica mancanza di alloggi per studenti e fasce a basso reddito. Come raccontato da MilanoToday, la gestione dei fondi del Pinqua (il programma finanziato dal Pnrr per migliorare la qualità dell’abitare) è diventata emblematica di questa contraddizione.

@bilocaliti Cosa dici, compreresti casa in quei palazzi per vivere? Per #affittare? Per rivendere dopo #ristrutturazione? Per rivendere dopo qualche anno? Cosa rispondiamo all’agente #immobiliare e la sua valutazione del prezzo?

A San Siro, quartiere storicamente fragile, il piano originario prevedeva un hub per l’emergenza abitativa nell’ex sede Aler di via Newton e la messa in sicurezza di diversi appartamenti popolari. Col tempo, però, le condizioni sono cambiate: l’edificio è stato destinato a diventare un commissariato di polizia, mentre i quarantaquattro alloggi ottenuti in cambio in via Ricciarelli verranno assegnati a famiglie con Isee tra i 10 e i 40mila euro. Una scelta che, secondo i sindacati, snatura il progetto, spostandolo più verso il social housing che verso l’edilizia popolare vera e propria. Eppure, proprio nel quadrilatero di San Siro, il 44% delle famiglie vive con meno di 7mila euro l’anno e le liste d’attesa per un alloggio superano di gran lunga l’offerta. Qui più di 600 appartamenti restano sfitti o occupati, mentre solo una manciata è stata effettivamente assegnata lo scorso anno.

Il caso di San Siro non è isolato, ma piuttosto il riflesso di una condizione più ampia che riguarda tutta Milano. Negli ultimi anni il mercato immobiliare cittadino si è trasformato in un terreno sempre più inaccessibile, dove l’offerta di alloggi popolari non riesce a tenere il passo con la domanda crescente e i prezzi del mercato libero hanno raggiunto cifre record. Come riportato da MilanoToday, anche quando i fondi pubblici vengono destinati alla riqualificazione, la loro gestione finisce spesso per deviare dagli obiettivi originari, riducendo lo spazio per le fasce più vulnerabili della popolazione. La realtà è che l’emergenza abitativa non nasce da un singolo quartiere, ma da un problema strutturale che investe l’intero sistema: secondo i dati Istat e Federcasa, in Italia ci sono oltre 850mila alloggi di edilizia residenziale pubblica distribuiti in 7mila quartieri, che ospitano più di 2,3 milioni di persone. Eppure, il 40% di questo patrimonio necessita di interventi strutturali e le liste d’attesa superano le 700mila famiglie.

@_barkissa In Milan construction sites work full speed… in august #milan #italytravel #milantips #summerinmilan #milanlife #citylife #travelitaly original sound - Barkissa

Milano rappresenta l’emblema di questa contraddizione: se da un lato è la capitale dell’innovazione e del design, capace di attrarre investimenti miliardari e grandi eventi internazionali, dall’altro continua a convivere con una cronica scarsità di case accessibili e con interi quartieri popolari lasciati a metà tra degrado e rigenerazione incompiuta. Nei soli confini cittadini, la sproporzione tra domanda e offerta è lampante, se si pensa che lo scorso anno a San Siro sono arrivate circa 600 richieste di accesso agli alloggi popolari, a fronte di appena una decina di assegnazioni. Gli appartamenti ci sarebbero, ma molti restano inutilizzati perché sfitti, occupati abusivamente o in condizioni tali da non poter essere abitati. È in questo squilibrio che si misura il vero volto della crisi abitativa milanese, dove a fronte di migliaia di famiglie in attesa, gli interventi continuano a frammentarsi in soluzioni parziali o deviate dai loro scopi iniziali.