
Milano vuole aiutare gli under-35 con l'affitto
Ma per i giovani lavoratori e gli studenti fuorisede il bonus affitti non è abbastanza
03 Luglio 2025
Ieri pomeriggio il Comune di Milano ha annunciato di voler aiutare i giovani lavoratori under-35 con un bonus per coprire il costo dei cari, anzi carissimi, affitti del capoluogo lombardo. La notizia è stata immediatamente accolta con entusiasmo sui social, tanto da causare il crash temporaneo del sito del Comune per l’enorme quantità di traffico generato dagli utenti interessati all’iniziativa. Tuttavia, dopo una lettura più approfondita dei requisiti per accedere al contributo, molti utenti hanno manifestato la propria delusione, lamentando che gli sforzi di Palazzo Marino nella lotta contro il caro affitti sono irrisori. Secondo quanto riportato dal bando, il bonus è riservato esclusivamente agli individui con un contratto di lavoro a Milano stipulato non prima del 2023, con un ISEE inferiore o uguale a 26 mila euro e una residenza comprovata di almeno sei mesi nell’immobile per cui viene richiesto l’aiuto economico. A complicare ulteriormente le cose, il contributo massimo previsto ammonta a 2.400 euro, una cifra che a Milano basterebbe a coprire solo poche mensilità di affitto. In una dichiarazione ufficiale, l’assessore all’edilizia residenziale pubblica, Fabio Bottero, ha commentato così l’iniziativa: «La misura è parte della risposta che il Comune di Milano sta mettendo in campo per dare un aiuto concreto alle cittadine e ai cittadini che fanno fatica a sostenere i costi dell’affitto nel mercato privato, a cominciare dai giovani al primo impiego».
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Le critiche mosse nei confronti del Comune sulla questione caro affitti sono tante e riguardano principalmente i grandi controsensi che avvolge le scelte del milanese. Se, da un lato, la municipalità sembrerebbe voler affrontare il problema del caro vita facendosi portavoce delle difficoltà che colpiscono giovani lavoratori e studenti fuori sede con iniziative come il bonus affitti, dall’altro gli investimenti di miliardi di euro stanziati per l’organizzazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 dimostrano che le priorità sono ben altre. Nell'ultimo anno, il Comune ha promesso diversi progetti per abbassare il costo della vita in città, tra cui la creazione di social housing, di nuovi studentati e di misure per contenere l’impennata dei prezzi della bolla immobiliare milanese. Allo stesso tempo, la costruzione del villaggio olimpico ha già destato timori e preoccupazioni (non solo per l'estetica della struttura) riguardo al rischio sempre più tangibile di gentrificazione, soprattutto in alcuni quartieri storicamente popolari di Milano Sud, area caratterizzata da redditi medi più bassi rispetto al resto della città. Nonostante le promesse ufficiali di riqualificare questi quartieri e le rassicurazioni sugli effetti benefici che porterà l'evento a tutta la comunità, molti cittadini temono che gli unici beneficiari delle Olimpiadi saranno gli investitori immobiliari e le grandi società private, mentre residenti e lavoratori rischieranno di venire esclusi dal tessuto urbano. In un simile contesto, la contraddizione tra l’annuncio di piccoli aiuti per l’affitto e i grandi investimenti legati alle Olimpiadi fa emergere chiaramente l’ipocrisia dell’amministrazione, sollevando per l’ennesima volta quesiti sempre più urgenti sulla reale volontà politica di affrontare e risolvere il problema strutturale legato al prezzo del metro quadro milanese. Ad ogni modo, seppur piccolo, il nuovo bonus rappresenta pur sempre un primo passo verso il cambiamento.