
Crolla la domanda di affitti brevi a Milano A fronte di un aumento generalizzato dei prezzi
Era solo lo scorso ottobre quando si discuteva dell’ascesa degli affitti transitori nelle grandi città italiane. Si trattava di una formula sempre più diffusa, in particolare tra studenti fuorisede e giovani lavoratori fatta di contratti brevi, della durata compresa tra 30 giorni e 18 mesi, che promettevano flessibilità e rapidità, rispondendo a una crescente domanda di mobilità abitativa. In un contesto in cui i canoni degli affitti tradizionali diventano sempre meno accessibili, soprattutto nei grandi centri urbani, la locazione transitoria appariva come una soluzione vantaggiosa per ambo le parti. Del resto, il problema dell’affitto non è questione recente ma è da anni uno dei nodi più critici delle politiche abitative italiane, oggetto di dibattito continuo tra cittadini e istituzioni. A Milano, in particolare, il tema è diventato quasi paradigmatico: la città si è spesso trovata al centro di una corsa alla sperimentazione di soluzioni che sulla carta risultano promettenti, ma che raramente vengono implementate con continuità o efficacia. Eppure, a meno di un anno di distanza, lo scenario sembra già cambiato. Secondo l’ultima indagine pubblicata da Immobiliare.it Insights, la divisione specializzata in data intelligence del principale portale immobiliare italiano, il trend positivo degli affitti transitori ha subito una brusca inversione di rotta. A fronte di un aumento generalizzato dei prezzi (in media +28% su scala nazionale rispetto al primo semestre del 2024) la domanda ha iniziato a calare in maniera significativa, soprattutto nei grandi centri.
@avvocatodelcondominio Il contratto di locazione abitativo ad uso transitorio: N.B. #avvocatodelcondominio #affitto #locazione #inquilino #conduttore #proprietà #casa #appartamento #avvocato #avvocatocivilista #dirittocivile #immobiliare #condominio #vitavera #imparacontiktok suono originale - Avv. Gaia Martinenghi
Firenze guida la classifica delle città dove l’interesse per questa formula abitativa è crollato più drasticamente, segnando un -41%, seguita da Venezia (-37%), Napoli (-30%) e Verona (-29%). Anche città meridionali come Palermo (-28%) e Bari (-19%) hanno registrato cali sensibili. Milano, considerata da sempre un termometro per l’intero mercato immobiliare italiano, segna un -20%, mentre Roma, pur con un calo più contenuto (-7%), vede comunque rallentare il ritmo di crescita della domanda. Unica eccezione significativa, e in controtendenza rispetto al quadro generale, è Genova, che registra un sorprendente +78% di richieste. Un dato che, però, va letto alla luce del contestuale crollo dell’offerta (-56%): la scarsità di immobili disponibili ha probabilmente spinto una parte della domanda a muoversi con maggiore urgenza, mantenendo alti i livelli di interesse. Anche Torino mostra un andamento positivo (+7%), sebbene meno marcato, a fronte di un’offerta in contrazione del 33%. Parallelamente alla discesa della domanda, i prezzi degli affitti transitori sono aumentati in modo consistente in quasi tutte le aree monitorate. Anche a Bologna, Roma, Torino e Venezia sono stati registrati dei rialzi impressionanti, mentre a Milano, dove i prezzi erano già tra i più alti d’Italia, l’aumento si è fermato al 6%, portando il valore medio a livelli ormai difficilmente sostenibili da chi non può contare su redditi elevati o su supporto familiare.
airbnb, affitti transitori, case studenti, r*omless, agenzie immobiliari, h*using anywhere: spero sinceramente vi venga di tutto.
— greta elisabetta (@gretelisabetta) August 9, 2022
Il quadro generale che si delinea è quello di un mercato immobiliare che si sta avvicinando pericolosamente a un punto di saturazione. Lo confermano anche le rilevazioni di SkyTG24, secondo cui negli ultimi tre anni la domanda di immobili in affitto è crollata del 63,8%, mentre, nello stesso periodo, l’offerta di case disponibili sul mercato è aumentata del 38%. Una forbice sempre più ampia che rende evidente quanto il sistema sia oggi sbilanciato e distante da un equilibrio sostenibile. A pesare sono soprattutto i canoni in costante crescita, che in molte città non trovano un corrispettivo nell’effettiva capacità economica degli affittuari. In particolare, a soffrirne sono le fasce più giovani, precarie o con redditi instabili, che spesso si trovano costrette ad accettare soluzioni temporanee e poco convenienti pur di trovare un alloggio. Il rischio di un tracollo è sempre più vicino, soprattutto con il mancato intervento di misure strutturali.














































