
Shein ha ricevuto l’approvazione del governo inglese per debuttare in Borsa
Adesso deve solo aspettare il lasciapassare delle autorità cinesi
14 Aprile 2025
Pochi giorni fa il gigante del fast fashion cinese Shein ha ricevuto l’approvazione da parte del Financial Conduct Authority Inglese per il debutto alla Borsa di Londra. È un passo enorme per l’azienda, che aveva iniziato l’intero processo lo scorso giugno. Come ogni affare svoltosi negli ultimi mesi, anche questa volta i piani del marchio dovranno superare gli ostacoli imposti dalle tariffe di Trump, Presidente americano che, dal suo insediamento dello scorso gennaio, ha attivato pesanti dazi su tutte le esportazioni. Sulle merci cinesi, al momento, gli Stati Uniti impongono una strabiliante imposta del 145%, con l’aggiunta di regole più limitanti sulle spedizioni duty free del Paese. Shein ha confermato al governo cinese dell’approvazione da parte dell’FCA e adesso deve solo attendere che anche il Securities Regulatory Commission della Cina supporti il suo ingresso in Borsa. Fino ai dazi di Trump, l’azienda stava vivendo un periodo fiorente, con vendite in più di 150 paesi e una valutazione che, nel 2023, ammontava a $66 miliardi. Il problema adesso è che le tariffe imposte sulle spedizioni negli Stati Uniti (uno dei mercati più importanti per Shein) rischiano di eliminare la stessa caratteristica che ha concesso al brand di diventare un fenomeno: i prezzi bassi.
@itsalllpolitics What’s happening: Trump just signed an executive order to shut down a sneaky little trade loophole that let ultra-cheap goods from China skip out on tariffs. This loophole, called the de minimis exemption, allowed packages under $800 to enter the U.S. duty-free — which Shein and Temu have definitely been taking full advantage of. Good news: These super environmentally UNFRIENDLY, questionably-made, underpaid-labor-powered companies are finally getting checked. The U.S. government will now actually collect proper tariff revenue from their endless stream of cheap goods. More money in federal pockets, fewer freebies for massive foreign e-retailers. Bad news: You might not be able to order $5 hauls of questionable crop tops anymore. Oopsie! Prices are gonna go up, and shipping might take longer. Zoom in: Starting May 2, shipments under $800 from China — if not sent through the official postal system — will no longer be exempt from tariffs. And for those that are sent through the postal network? They’ll get slapped with a duty of 30% of the value or $25 per item — doubling to $50 after June 1, 2025. Why it matters: Critics say the loophole crushed American businesses. Forever 21 is literally shutting down stores and partly blames Shein and Temu for it. Meanwhile, free-market folks argue this move will raise prices for U.S. consumers. #tariff #trumptariff #tax #imports #shien #temu original sound - Itsallpolitics
Nonostante Shein abbia spostato il proprio quartier generale a Singapore nel 2022, adesso deve aspettare il lasciapassare delle autorità cinesi perché la maggior parte dei centri di produzione con cui collabora sono in Cina. Nessuno di questi è di proprietà dell’azienda e si tratta di migliaia di fabbriche, circa 5800 produttori terzi, il che ha obbligato Shein a chiedere l’approvazione di Pechino per la quotazione. La decisione seguirà quindi le regole di Pechino per le aziende cinesi che operano fuori dal Paese, ha spiegato una fonte esterna a Routers, applicate su una base di «prevalenza della sostanza sulla forma». Sulla base di questo, autorità esterne alla CSRC come la Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme o l’autorità di regolamentazione della sicurezza informatica potrebbero influenzare la decisione finale della Cina per il debutto in Borsa dell’azienda, dato che sono loro che supervisionano le partecipazioni straniere nelle imprese locali.
@venetialamanna Falling Apart At The Seams… After being rejected by the USA, Shein is ploughing ahead with its proposal to list on the London Stock Exchange. This is why #SayNoToShein is campaigning for the new Labour government to block Shein's planned IPO, pending a thorough investigation into Shein’s labour practices, environmental impact and tax arrangements. It’s time to say no to companies that violate workers rights, exacerbate climate breakdown and avoid taxes. It’s time to Say No to Shein. TAKE ACTION Sign the Say NO to Shein petition (linked on my page) Sources The rise of fashion giant Shein [BBC News] Shein Is the World’s Most Popular Fashion Brand [Time] Market share of the leading fast fashion companies in the US [Statista] Shein: Fashion’s Biggest Polluter in Four Charts [BoF] Shein Revenue and Usage Statistics [Business of apps] Inside The Shein Machine [Channel 4] Inside the Chinese factories fuelling Shein's success [BBC] Shein finds child labour in its supply chain [Guardian] Shein clothes mostly made of polyester [Reuters] Shein denies alleged ‘widespread’ chemicals [Just Style] British Lawmakers Blast Shein at Hearing [Sourcing Journal] Shein is set to list on LSE by mid-year [The Industry Fashion] Meet Shein's typical shopper [Business Insider] Shein is officially the biggest polluter in fast fashion [Yale Climate Connections] This video was externally fact-checked using a methodology seeking third party criticism from diverse sources, cross-checking at least three reputable sources for each claim within the past 4 years for relevance, and was mindful of bias and conflict of interests, reviewing official company statements for omissions and contradictions. NB: Shein’s limited public disclosures and hidden corporate history present significant barriers to transparency. #Shein #SheinCares #SustainableFashion #ClimateAction #Sustainability original sound - Venetia La Manna
Il problema principale che potrebbe intralciare la corsa alla Borsa londinese di Shein riguarda Trump e la sua firma per l’interruzione del de minimis. A partire dal 2 maggio, le spedizioni di piccole dimensioni (dal valore complessivo inferiore a $800) dalla Cina e da Hong Kong non potranno più entrare negli Stati Uniti senza spese doganali - un fattore che incideva radicalmente sui prezzi bassi di Shein in America. In risposta a questo cambiamento, Shein si è mosso per cercare fornitori fuori dal Paese, in Brasile, in Turchia e in Vietnam, ma il governo cinese, per paura che lo spostamento incida troppo sul tasso di disoccupazione, si sta opponendo al trasferimento. La quotazione dell’azienda a Londra potrebbe essere rimandata ulteriormente alla seconda metà del 2025, riportano diverse fonti a Reuters. L’anno scorso Shein aveva persino provato a debuttare in Borsa negli Stati Uniti, un progetto che ha dovuto presto interrompere dato che i legislatori del Paese avrebbero investigato le presunte accuse di lavoro e minorile nella supply chain dell'azienda. Di fronte a tutti questi intralci, lo scorso febbraio Shein era pronto a ridurre la sua valutazione a $50 miliardi, $16 miliardi in meno rispetto a quanto valutato due anni prima. Per scoprire cosa attende il fututo di Shein, bisognerà aspettare la decisione della CSRC (e delle altre autorità che hanno voce in capitolo).