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I ricchi hanno il senso dell’umorismo?: intervista a Gstaad Guy

Come fare la parodia dei miliardari su TikTok e vivere felici

I ricchi hanno il senso dell’umorismo?: intervista a Gstaad Guy Come fare la parodia dei miliardari su TikTok e vivere felici
Palais Constace Rosè campaign
Letanne x Gstaad Guy
The Organic Pharmacy x Gstaad Guy

Mai come oggi, all’epoca dei social media, l’1% dei miliardari mondiali è visibile come lo è oggi. Quelle che un tempo erano le enclavi del lusso mondiale, con tutti i suoi elitismi e i privilegi, hanno rivelato i propri segreti a forza di IG Stories e sneak peek su TikTok. Proprio di questo mondo fatto di sigari e orologi svizzeri, di jet privati e boat party, con tutta la bizzarra fauna umana che esso include, Gstaad Guy è la parodia vivente. Il comico e influencer britannico, un ragazzo alto quasi due metri che parla con il misurato accento britannico percepibile solo tra le vie di Belgravia, a Londra, e il cui nome non possiamo rivelare, è diventato famoso qualche anno fa dopo aver mandato alla madre di un proprio amico, che abitava nella leggendaria località sciistica svizzera Gstaad, un video in cui imitava i capricci del figlio: «Il mio primo video si diffuse soltanto dentro la comunità di Gstaad, divenne virale su Whatsapp», racconta il diretto interessato. Le ricchissime èlite che popolano i palazzi d’inverno della città non furono offese nel vedere rispecchiati in questo modo i propri snobismi e privilegi: «Erano consapevoli di se stessi in qualche modo», spiega lui, «alcune delle cose che fanno a Gstaad, il modo stravagante in cui si vestono e trascorrono il proprio tempo ha un che di ridicolo – ottimo materiale per un comico. Hanno pensato che fosse molto divertente che io prendessi in giro il loro rifugio incontaminato, Gstaad, e i loro passatempi».

L’invenzione più geniale e bizzarra di Gstaad Guy sono i personaggi da lui interpretati: Constance e Colton, parodia rispettivamente del ricco figlio di papà inglese cresciuto a pane e country club e del noveau riche americano, chiassoso e viziato. I due personaggi sono creazioni teatrali vere e proprie, anche grazie alla bravura del loro creatore di imitare lo sboccato, TikTok-esco accento americano di uno e l’inglese oxfordiano e inframezzato di francesismi dell’altro. «Entrambi i personaggi sono ispirati da persone reali […] e ora sono la rappresentazione di archetipi molto più grandi». E dunque Constance è il protagonista di sketch che descrivono la giornata perfetta negli alberghi di lusso di Monaco («Monegasque air is some of the best», dice il suo personaggio affacciato a una finestra e ricoperto di asciugamani di cotone egiziano) o lo vedono intento a insegnare a Logan Paul la corretta pronuncia di termini come Audemars-Piguet o Patek Philippe. Il cugino Colton invece si occupa di andare alla Indie Beach di Saint Tropez con una gigantesca bottiglia di champagne in mano, di girare per L.A. ricoperto di maglioni di The Elder Statesman o di spiegare al telefono quali individui dribblare ai festival o come riconoscere se una ragazza sia da sposare o meno (se taglia i cetrioli come Kendall Jenner e ha una Cagole di Balenciaga è sicuramente da sposare). Ci si può identificare in entrambi – e molti lo fanno. «Molte persone vogliono un po’ di entrambi», spiega l'autore degli sketch, «vogliono essere eleganti e ben educati come Constance per il pranzo domenicale coi parenti, e il venerdì sera vogliono essere piene di vita, divertirsi, fare festa, rimorchiare ed essere come Colton».

Il fascino dell’umorismo di Gstaad Guy non è passato inosservato nemmeno a Virgil Abloh che era uno dei fan della pagina e che ha chiesto al comico di essere il voice-over della sfilata FW21 di Off-White tenutasi a Parigi prima della sua scomparsa. «La prima volta che ho incontrato Virgil Abloh è stato sette anni fa», racconta lui. «All'epoca stavo lavorando a una start-up e l'ho visto in un ristorante di sushi a Los Angeles che entrambi amavamo […]. Mi sono avvicinato al suo tavolo e gli ho detto che ero un grande fan del suo lavoro, poi sono tornato a sedermi. Quattro anni dopo è stato lui a seguire me su Instagram dicendomi di essere un fan. Abbiamo riso di come i ruoli si fossero invertiti. A Virgil sono piaciuti molto i miei video sulle persone che indossavano i suoi design di Louis Vuitton o Off-White». E anche se nei suoi video abbiamo visto il Colton o Constance di turno indossare i brand di Virgil Abloh, Burberry e persino Supreme, il vero e unico protagonista dei discorsi di Gstaad Guy è il brand elitario per eccellenza: Loro Piana. In passato la pagina dell’influencer e il brand hanno anche collaborato a una release andata subito sold-out, ma la passione che l’uomo dietro la maschera ha per il brand è molto più autentica di qualunque sponsorizzazione:

«Il bello di Loro Piana è che solo un cliente o una persona vicina al brand potrebbe riconoscerlo su qualcun altro, per il resto è molto discreto. Potrebbe sembrare un normale maglione di lana, ma in realtà è realizzato con i materiali più pregiati e morbidi che esistano, per cui solo chi lo indossa può apprezzarlo e goderselo, e non è affatto qualcosa di appariscente o un simbolo di status. [...] Penso che quando le persone raggiungono un certo livello di ricchezza e di successo vogliano in realtà mettersi molto meno in mostra e non dare nell'occhio, godersi le cose belle e avere case belle ma senza che gli altri le conoscano».

Tutti ragionamenti alquanto indovinati (dopo tutto Loro Piana era apparso tra i brand presenti nell’aristocraticissimo guardaroba di Succession) ma che fanno sorgere la domanda su come il comico conosca così bene la forma mentis dei miliardari. La risposta è semplice: la vicinanza. «Sono cresciuto in una situazione abbastanza agiata», spiega lui, «me ne rendo conto e sono molto grato per questo». Proprio tramite le sue conoscenze, il futuro influencer ha incontrato «alcune persone davvero uniche, che dicono cose ridicole e sono spesso divertenti proprio per quanto sono ridicole». Sono stati gli stessi membri di quell’élite londinese che si riunisce nei saloni del The Connaught a fornirgli materiale per le sue battute: «Man mano che la pagina cresceva, quelle persone hanno iniziato a offrirmi sempre più informazioni, pensando che io fossi come Constance o Colton nella vita reale, e hanno condiviso le loro storie, dandomi da soli sempre più idee per i miei contenuti. Non ho dovuto scavare troppo a fondo». Ma comprendere la forma mentis dei ricchi significa anche capirne il dualismo, rappresentato dal dualismo dei due personaggi interpretati dal comico, ma anche dall’evoluzione dello stesso mercato del lusso: «Credo che, per come funziona la società, le persone vogliano sempre di più, cose più grandi, migliori e più lussuose - l'economia semplicemente si adatta. Le esperienze diventano sempre più lussuose e, a volte, più ridicole e le richieste della gente diventano altrettanto ridicole ma anche sempre meglio informate. Quindi, per molti versi, le cose stanno migliorando: il cibo è più buono che mai, i servizi e le esperienze sono migliori che mai, i prodotti sono più raffinati che mai. Ma tutto questo a un prezzo molto più alto, a causa della domanda dei consumatori».

@gstaadguy Je suis romantique, elle est fantastique #GstaadGuy #SaintTropez #Monaco original sound - Gstaad Guy

Rimane però la domanda sulla natura della sua parodia, ovvero se dietro le bravate di Gstaad Guy si nasconda una critica ai ricchi e viziati di questo mondo o se il dileggio verso di loro e verso le loro fisime e manie costituisca l’enunciazione di una filosofia, la vetrina di una civiltà. In maniera molto britannica, Gstaad Guy non si sbilancia: «Spero che i miei video, attraverso la comicità, facciano capire alle persone quanto siano ridicole a volte […] e che creino un senso di insicurezza nel dire cose inappropriate o stravaganti». E questo perché spesso le élite «non si rendono per nulla conto di quanto siano privilegiate» e dovrebbero «percepire un po' di più il loro privilegio e usarlo per fare del bene nel mondo o, per lo meno, per non fare del male». Ma la consapevolezza è un’arma a doppio taglio e, secondo lui, i ricchi non sono inerentemente i detestabili plutocrati che molti immaginano: «La principale credenza che molti hanno sull’1% è che tutti scelgano di spendere in modo stravagante i fondi a cui hanno accesso. […] Ma non è così. Penso che ci siano persone che hanno accesso a immense ricchezze e scelgono di vivere una vita molto più modesta, con diverse priorità, scegliendo l’altruismo e la filantropia, dedicandosi alla famiglia e facendo in modo che la ricchezza non gli dia alla testa». Non di meno, anche lui concorda nel pensare che il principale problema di questa classe sia «l’avidità e la cronica insoddisfazione» che comunque funge da traino per l’economia dell’intero mercato («C'è sempre uno standard più alto verso cui le aziende devono tendere», aggiunge di sfuggita) ma «anche se il top 1% sembra avere tutto, vuole sempre di più».

Palais Constace Rosè campaign
The Organic Pharmacy x Gstaad Guy
Letanne x Gstaad Guy

Proprio su questo “di più” si è andata concentrando l’attività più commerciale di Gstaad Guy, che ha lanciato una linea di merch dedicato per i suoi fan, sta per diventare protagonista del suo primo film e, di recente, creando una linea di vini rosè di nome Palais Constance Rosè o, come lui stesso la definisce, «l’unico rosè al mondo degno di Gstaad Guy». La sua presenza nelle migliori location del mondo, oltre che il suo shopping costosissimo, hanno in effetti creato una brand identity che «è diventata sinonimo di eccellenza». E se il lancio di questo vino potrebbe iscriversi nel largo filone dei brand di alcolici lanciati dai mega-influencer (dalla tequila di Kendall Jenner al cognac di Jay-Z fino al whisky di Conor McGregor) dall’altro lato è interessante che una personalità mediatica come quella di Gstaad Guy, che nasce nella nicchia degli ultra-ricchi e si rivolge a una audience se non abituata almeno familiare con il lusso, sia riuscito a trovare un angolo di lettura per il lancio dei propri brand che mette insieme il linguaggio del lusso e quello dei meme. Un affascinante indicatore di come non solo la community dei milionari abbia deciso di rappresentare e raccontare se stessa e la propria vita ma anche della nuova maniera in cui una brand identity nel mondo del lusso possa essere costruita e comunicata. Fantastique.