
Perché Yoox Net-a-Porter Group licenzierà 211 dipendenti in Italia Un altro campanello d’allarme nel mondo dell’e-commerce
Yoox Net-a-Porter Group, un tempo uno dei simboli dell'e-commerce di lusso, sta attraversando una crisi tanto profonda che sembra lo spartiacque definitivo per il declino di quella che era considerata una delle principali scommesse digitali del settore in Italia. Oggi integrata nel gruppo LuxExperience, la holding con base a Monaco che gestisce anche MyTheresa, l'azienda ha annunciato in queste ore il licenziamento di massa del 20% del suo personale italiano, con 211 esuberi su un totale di 1091 dipendenti distribuiti nel paese. Di questi, circa 160 sono concentrati nella zona di Bologna, mentre i rimanenti 46 riguardano la sede di Milano, con l'elenco delle persone interessate atteso nei prossimi giorni. A livello mondiale, il piano di riorganizzazione si estende a 700 posizioni, toccando anche il Regno Unito, gli Stati Uniti e altri stati in misura alterna. Il motivo ufficiale è quello di ottimizzare l'efficienza e centralizzare determinate funzioni, alcune delle quali verranno trasferite a Monaco di Baviera, che ora acquisirà forse un ruolo più centrale.
Perché Yoox Net-a-Porter Group è in crisi?
@radiodeejay "Ho creato YOOX partendo da zero e l'ho venduta per 5 miliardi", Federico Marchetti, definito dal New York Times "l'uomo che ha portato la moda sul web", si racconta a @Michele Wad Caporosso suono originale - Radio Deejay
Il brusco taglio alla forza lavoro di Yoox Net-a-Porter Group arriva in un momento di difficoltà economiche e crisi dell’intero settore. Il gruppo ha registrato un calo dei ricavi pari a 191 milioni nell'ultimo anno fiscale e perdite accumulatesi tanto che, alla chiusura del 2024, i conti registravano un rosso di 1,8 miliardi, con scarse probabilità di ripresa nell’anno in corso che hanno portato le perdite complessive degli ultimi due anni a superare i due miliardi di euro. Un epilogo spiacevole per un’azienda che è stata pioniera nel mondo del lusso italiano, la prima start-up in grado di espandersi fino alla quotazione in borsa e di attrarre i più prestigiosi nomi del lusso. La situazione si è aggravata in seguito all'acquisizione completa di Yoox Net-a-Porter da parte di LuxExperience, completata lo scorso aprile e annunciata l’anno prima. Prima ancora, l'azienda era controllata da Richemont e nel 2023, era stata sul punto di cedere una quota di maggioranza a Farfetch che poi però calò a picco e venne recuperato dalla coreana Coupang.
Cosa succederà adesso?
La decisione, ovviamente, ha colto di sorpresa i dipendenti, portando ovviamente anche alle proteste di numerosi sindacati che contesteranno la decisione formalmente di fronte alle istituzioni. LuxExperience, che è quotata alla borsa di New York, ha scritto in una nota che i licenziamenti fanno parte di una strategia che vuole riportare in crescita l’azienda dopo anni di flessione e che comunque l'Italia rimarrà un hub operativo nel lungo termine, in particolare per il segmento off-price. Il gruppo punta a un valore della merce venduta pari a 4 miliardi di euro entro il 2029, una cifra molto alta considerato il cattivo stato di salute del lusso e dell’e-commerce in tutto il mondo, ma che per essere raggiunta dovrà passare attraverso un piano di tagli drastici. La situazione è grave ma, come abbiamo già scritto, si verifica in uno scenario vagamente apocalittico per l’e-commerce di lusso – che il tracollo di Farfetch aveva già pronosticato.
Cosa sta succedendo nel mondo dell’e-commerce di lusso?
E-Commerce is in trouble in 2025.
— Jai Dolwani (@JaiDolwani) December 19, 2024
Headwinds have been massive til today, but it's only going to get worse.
Over the last few years, the e-commerce space has gone through:
- Supply chain crisis
- Rising costs (inflation)
- Temporary demand spikes (pandemic)
- Increases in… pic.twitter.com/tr1rtoA2RL
Yoox Net-a-Porter Group non è l'unico in difficoltà nel panorama dell'e-commerce di moda e lusso, dove la fine del boom pandemico ha innescato una catena di crisi finanziarie che ha travolto le principali piattaforme globali, portando a fallimenti, ristrutturazioni e acquisizioni salvifiche. Tra le vittime più recenti c’è ovviamente SSENSE, che appena una settimana fa ha presentato istanza di fallimento schiacciata da un carico di debiti aggravato dai nuovi dazi americani. In Italia, invece, Luisaviaroma, con un giro d'affari di 310 milioni di euro nel 2024, ha avviato ad agosto una procedura di composizione negoziata della crisi per gestire un debito di 30 milioni, puntando a una riorganizzazione profonda del modello operativo, inclusi investimenti nel marketplace e nei marchi diretti, sotto la supervisione di un esperto nominato dalla Camera di Commercio per un periodo iniziale di sei mesi prorogabile.
Questo declino riecheggia le sorti di Farfetch, rilevata a fine 2023 dal colosso sudcoreano Coupang per evitare il tracollo, e di Matchesfashion, finita in liquidazione solo pochi mesi dopo l'acquisto da parte di Frasers Group. Gli unici in controtendenza sono Zalando e Mytheresa, entrambe tedesche: la prima ha chiuso il secondo trimestre del 2025 con un volume lordo merci salito del 5% a 4,1 miliardi, con ricavi saliti a 2,8 miliardi e un utile operativo di 186 milioni; e ha pure concluso nel luglio scorso l'integrazione di About You per 1,1 miliardi con proiezioni ottimistiche che parlano di profitti tra 550 e 600 milioni per quest’anno; la seconda, con 555 milioni in cassa e nessun debito, ha visto il proprio titolo volare del 150% in borsa post-acquisizione, anche se continua a temere l’impatto dei dazi americani che potrebbero intaccare il 20% dei ricavi negli USA.














































