A Guide to All Creative Directors

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I progetti di tesi IED diventano il vernissage "Unfold"

Un racconto corale che trasforma l’atto del vestire in gesto estetico, critico e poetico

I progetti di tesi IED diventano il vernissage Unfold Un racconto corale che trasforma l’atto del vestire in gesto estetico, critico e poetico

A Milano, l’arte della moda incontra il pensiero progettuale in un evento che segna il passaggio cruciale tra formazione e futuro professionale: è “Unfold”, la mostra dei diplomandi in Fashion Design dello IED Milano, che per l’occasione trasforma la propria sede in uno spazio espositivo aperto al pubblico e al dialogo. Le 55 collezioni selezionate non sono solo prove finali di corso, ma manifestazioni autentiche di un pensiero che prende forma attraverso l’abito. Ogni outfit si fa racconto, materia narrativa, punto d’incontro tra memoria e visione. Si tratta di un percorso espositivo che invita a rileggere il vestito non come esito formale, ma come mezzo vivo, capace di riflettere tensioni personali, dinamiche collettive, desideri e urgenze. I progetti esposti sono il risultato di una call interna, a cui i designer hanno risposto volontariamente, portando in mostra non solo competenze tecniche ma anche l’urgenza di condividere un pezzo di sé. Le collezioni spaziano tra registri estetici differenti, dalla sperimentazione alla memoria, dalla riflessione teorica alla costruzione di identità visive, in un’installazione che si articola attraverso spazi e suggestioni. A completare l’esperienza c’è lo Spazio Teatro, area che accoglie un numero ancora più ampio di lavori, grazie al supporto tecnico e creativo del partner Hans Boodt Mannequins, leader nella produzione di manichini d’autore.

I progetti di tesi IED diventano il vernissage Unfold Un racconto corale che trasforma l’atto del vestire in gesto estetico, critico e poetico | Image 572185
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Al centro del progetto c’è una riflessione sull’abito come dispositivo di pensiero: un mezzo espressivo che non solo veste ma connette, interroga, resiste. Non a caso, il percorso della mostra è accompagnato anche da due pubblicazioni, Unbound e Unqualified, che espandono l’esperienza visiva attraverso parole, immagini e riflessioni teoriche, allargando i confini dell’esposizione al linguaggio editoriale. L’approccio è dichiaratamente collettivo, come dimostra il grande arazzo appeso alla facciata della scuola, risultato di un workshop condiviso tra designer e visitatori durante una mostra precedente. Una traccia visiva che restituisce senso al passaggio di mani e pensieri, al lavoro fatto insieme. Unfold non è solo una mostra ma un gesto aperto, in trasformazione continua. Ogni collezione, ogni segno, ogni tessuto restituisce uno sguardo sul presente, un’ipotesi su come si possa pensare, oggi, il ruolo del design nella costruzione di un’estetica che sia anche critica, poetica e relazionale. Nell’intreccio tra corpo e materia, visione e gesto, l’abito si carica di senso: diventa organismo, archivio, soglia. Un progetto corale che celebra il potere del fare e del pensare, dentro e oltre i confini della moda.