
L'Unione Europea rinuncia alla lotta contro il greenwashing
Il regolamento per controllare la filiera è stato un buco nell'acqua
24 Giugno 2025
Il 2023 è stato un anno decisivo per la sostenibilità nella moda. Dopo due anni di pandemia COVID19 in cui i consumatori avevano cominciato a mettere in discussione ciò che consumavano, vestiti compresi, la Commissione Europea si era impegnata per scrivere un nuovo regolamento contro il greenwashing. Secondo la bozza pubblicata nel marzo del 2023, i brand avrebbero dovuto offrire prove concrete dei loro sforzi ambientali, pena multe di almeno il 4% del fatturato dell'azienda. Nonostante molti esponenti per la moda sostenibile criticassero la vaghezza che caratterizzava le nuove normative, dopo la pubblicazione del regolamento i brand di moda europei hanno cominciato a ritirare i propri programmi "green", per paura di sbagliare (il cosiddetto greenhushing). Adesso, sia in risposta alla crisi delle vendite che per motivare le aziende che hanno fatto retrofront sulle proprie iniziative ecosostenibili, la Commissione Europea ha deciso di eliminare definitivamente la proposta di legge anti-greenwashing. Una scelta dura per l'EU, che è stata influenzata dai politici conservatori che hanno fatto pressione per semplificare la burocrazia della Commissione in un periodo di grande tensione commerciale. Una grossa critica nei confronti del potere di Buxelles era stata mossa lo scorso aprile da Bernard Arnault, CEO del gruppo francese LVMH, che sosteneva che la burocrazia della Commissione penalizzasse tutte le aziende.
@venetialamanna And the winner is… Polly Esther is back with the third annual Greenwashing Awards! Greenwashing is when an organisation or business is misleading about its environmental credentials, often in a bid to make us buy more. Corporations are hijacking terms such as “sustainable”, "environmentally friendly" and “circular” with no evidence to support their claims. Sources & Resources What Is Greenwashing? [Shado Mag] Amancio Ortega €100 million to DANA victims [EuroNews] Over 1,700 coal, oil and gas lobbyists granted access to Cop29 [the Guardian] Beach Audit Data [The Or Foundation via @No More Fast Fashion] The Speak Volumes Campaign [The Or Foundation - link in my bio] My Week With The Clothing Waste Zombie [Atmos] Shell wins appeal against landmark climate ruling to cut emissions [Independent] The King, The Prince & Their Secret Millions [C4] Charles and Royal Family revealed as biggest land owners on earth [Scottish Daily Express] #Greenwashing #GreenwashingAwards #Sustainability #SustainableFashion #FossilFuels #ClimateChange #ClimateAction #MarksAndSpencer #MyMarks original sound - Venetia La Manna
Le leggi che erano fino a poco fa in via di approvazione obbligavano i marchi a comprovare scientificamente qualsiasi dichiarazione inclusa nelle proprie pubblicità e a inserire nelle proprie considerazioni "green" il ciclo di vita dei propri prodotti. Sarebbero state vietate le etichette autocertificate, imposti maggiori controlli sulla veridicità dei benefici di materiali come il poliestere riciclato e messi in discussione termini come “carbon e climate neutral". Venerdì scorso, dopo aver confermato di aver gettato definitivamente la bozza nel cestino, la Commissione Europea ha dichiarato di essere ancora interessata a lavorare a iniziative con lo scopo di controllare il marketing sostenibile ingannevole, ma con politiche ancora da scrivere. Detto questo, resta il fatto che, dopo due anni di attesa, uno dei primi regolamenti per contrastare le pubblicità false e promuovere maggiori controlli sulle produzioni sedicenti sostenibili è stato non solo declassato, ma carbonizzato. Se fino a poco fa aziende e brand si ritenevano confuse dalle nuove leggi, l'eliminazione dei piani rende la situazione ancora più caotica.