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Il nuovo progetto di Chloé darà agli abiti una carta d'identità digitale

Il programma, in collaborazione con Vestiaire Collective, sarà in grado di tracciare la storia di ogni capo venduto

Il nuovo progetto di Chloé darà agli abiti  una carta d'identità digitale Il programma, in collaborazione con Vestiaire Collective, sarà in grado di tracciare la storia di ogni capo venduto

Dopo il suo annuncio lo scorso ottobre, il progetto del gruppo Richemont Chloé Vertical verrà lanciato ufficialmente durante la presentazione della nuova collezione SS23 con lo scopo di rendere circolari i prodotti della casa francese. Tramite una nuova tecnologia tracciabile - sotto forma di codice QR o un tag NFC incorporati negli abiti - i clienti potranno ottenere una carta d'identità digitale che elenca le informazioni necessarie per riparare e conservare i prodotti Chloé al meglio, oltre che i materiali che sono stati utilizzati per crearli, e la loro provenienza. 

Partner esclusivo di questo progetto sarà Vestiaire Collective, che si occuperà della gestione resale degli indumenti muniti di ID. Dopo che i venditori avranno caricato le immagini dell’articolo sull’app dell’azienda, assieme al certificato di autenticità contenuto nella ID digitale, offrirà loro un prezzo e poi invierà un buono da utilizzare presso Chloé, Vestiaire Collective o in donazione all’UNICEF, ancor prima che il loro articolo sia venduto.  

«Sono lieto di dare ai clienti di Chloé in tutto il mondo l'opportunità di prendere decisioni informate sulla trasparenza, la tracciabilità e la circolarità dei nostri prodotti», ha dichiarato il presidente e CEO di Chloé Riccardo Bellini. La tecnologia di tracciabilità utilizzata da Chloé non è nuova, ma rappresenta una svolta notevole per la moda sostenibile. Fornendo ai clienti tutte le informazioni necessarie sui prodotti acquistati, il brand offirrà maggiore trasparenza ai clienti promuovendo lo shopping consapevole. Chloé prevede di rendere tacciabili tutti i loro prodotti entro il 2025, ma ha già reso noto al pubblico i produttori dei loro materiali, come la pelle, proveniente da allevamenti francesi e trattata nella conceria Haas, e la lana, fornita dal ranch di famiglia del direttore creativo Gabriela Hearst.