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Saint Laurent è la nuova star del gruppo Kering

Tra un calo di Gucci in Cina e la crescita del "nuovo lusso"

Saint Laurent è la nuova star del gruppo Kering Tra un calo di Gucci in Cina e la crescita del nuovo lusso

Dopo anni di crescita guidati dalla dirompente creatività di Alessandro Michele, i dati pubblicati dal Gruppo Kering sul rendimento dell’ultimo trimestre dimostrano che Gucci, storicamente il marchio più importante del gruppo in termini di vendite, ha subito, per la prima volta da tempo, una battuta d’arresto. I ricavi del brand sono aumentate del 9%, raggiungendo i 2,58 miliardi di euro, con una timida ripresa rispetto al secondo trimestre (solo +4%), ma niente in confronto alla crescita a due cifre del primo trimestre. A guidare lo sviluppo di Kering, i cui ricavi sono aumentati del 14% a 5,13 miliardi di euro nel terzo trimestre battendo le aspettative, è stata piuttosto la performance silente di Saint Laurent, protagonista già negli scorsi mesi di incrementi significativi nei mercati occidentali, seguita da  Bottega Veneta (+14%), Balenciaga e Alexander McQueen. Un radicale cambiamento di equilibri che ha molto a che fare con la Cina.

Con un calo del 2% su base annua nell'area Asia-Pacifico, Gucci è uno dei marchi ancora negativi in Cina. Luca Solca, analista di Bernstein, ha scritto che «ciò è dovuto principalmente alla stanchezza del marchio e a una creatività che non è riuscita - finora - a entusiasmare i consumatori più fedeli. I cinesi nel 2016 sono stati i primi ad abbracciare il nuovo Gucci e hanno, quindi, il maggior numero di prodotti nel loro guardaroba». Se in un primo momento i customer avevano accolto con entusiasmo la svolta istrionica nella direzione creativa del marchio, è chiaro che adesso le tendenze di mercato mostrano una clientela intenta a ripiegare come il Saint Laurent di Hedi Slimane. Un trend confermato anche dalle analisi di LVMH, che con Hermès ha registrato un aumento di circa il 30% in Cina.

Anni di Pandemia e una lenta e difficile ripresa dei viaggi intercontinentali, oltre all’aumento dell’inflazione e alle chiusure dovute al conflitto russo-ucraino hanno segnato profondamente un mercato, che, nonostante le problematiche, resta solido. Duplaix ha dichiarato a Vogue Business che Laurent Cathala, presidente della divisione moda Greater China di Gucci da luglio, «sta lavorando sodo». È in corso un piano d'azione a breve termine che prevede attività di pop-up e pop-in, oltre a maggiori investimenti nel quarto trimestre: «Non ci aspettiamo che Laurent, nonostante tutti gli sforzi, possa risolvere la situazione da un giorno all'altro», ha aggiunto. Alla domanda sulla Russia, dove Kering ha chiuso i suoi negozi in seguito all'invasione dell'Ucraina come la maggior parte dei gruppi del lusso, ha invece risposto: «Ci stiamo prendendo il tempo necessario per valutare la situazione. Continuiamo a pagare gli affitti e il nostro personale, ma in futuro continueremo a monitorare la situazione e siamo pronti a prendere decisioni se necessario». «In un contesto sempre più complesso, manteniamo la flessibilità necessaria per sostenere la nostra redditività e sostenere i nostri investimenti nelle prospettive a lungo termine di tutte le nostre case, Gucci in primis» ha dichiarato invece François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato del gruppo Kering.