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Quali brand hanno guadagnato di più grazie agli NFT?

Nike, Dolce & Gabbana, Tiffany & Co. hanno capito come monetizzare i prodotti virtuali

Quali brand hanno guadagnato di più grazie agli NFT? Nike, Dolce & Gabbana, Tiffany & Co. hanno capito come monetizzare i prodotti virtuali

Tra lo scetticismo generale e la paura di essere tagliati fuori, i turbolenti primi approcci dei brand nei confronti del Web 3 sono stati sicuramente di natura esplorativa. In effetti, potrebbe suscitare incertezza l’idea di lanciarsi in un mercato ancora inesplorato e soprattutto tuttora in costruzione, ma, nonostante la volatilità delle criptovalute e un target molto più giovani rispetto ai costumer abituali, i marchi hanno dovuto trovare il modo migliore per approcciarsi al Metaverso. Drop di Nft, videogiochi, skin e asset per i propri avatar: le release virtuali hanno dominato lo scorso anno e anche i più scettici si sono concessi un tentativo (ricordate le parole di Bernard Arnaulti che lo scorso marzo dichiarava di voler "procedere con cautela"?). Oggi, a quasi un anno di distanza dall’annuncio del nuovo Meta di Mark Zuckerberg, sorge spontaneo chiedersi: quanto hanno guadagnato i brand con gli NFT? Secondo un’indagine di Dune Analytics riportata da The Fashion Law, Nike, Dolce & Gabbana e Tiffany & Co. sono arrivati ​​ai primi posti nella lista dei grandi marchi che stanno generando entrate da token non fungibili.

Prendendo in esame le vendite primarie, sulle transazioni secondarie e diritti d'autore, Nike si aggiudica il primo posto della classifica per aver generato un totale di $185,31 milioni di entrate tramite token, in buona parte grazie a RTFKT, azienda leader nell’ambito delle sneaker, dei collectibles ed delle esperienze virtuali, acquisita da Nike dicembre 2021. Noah Levine, che ha compilato i dati, spiega che «tra le singole collezioni Nike/RTFKT che hanno generato il maggior numero di entrate fino ad oggi, le CloneX NFT sono in cima alla lista, con un volume di vendite primarie di $779,08 milioni basato su un totale di 21,66 mila transazioni e $38,95 milioni di royalties; segue la raccolta MNLTH di RTFKT , che è stata rilasciata ad aprile e ha portato a 12,79.000 transazioni e $242,19 milioni di volume, insieme a $24,22 milioni di royalties.»

Al secondo posto si posiziona Dolce & Gabbana, che nell'ottobre 2021 ha guadagnato 5,7 milioni di dollari grazie ad una delle prime capsule composte da capi virtuali e il loro corrispettivo fisico. Da allora il ricavato ha raggiunto i 25,65 milioni di dollari, di cui 23,14 milioni di dollari provenienti da ricavi di vendita primarie e 2,52 milioni di dollari di royalties. Tiffany & Co. si conferma invece terza con 12,62 milioni da ricavi di vendita primarie, frutto principalmente dei 250 NFT venduti recentemente ai detentori di CryptoPunks NFT per 30 ETH (56969 dollari) ciascuno e 3,4 milioni di dollari di transazioni secondarie. Al quarto posto Gucci con $11,56 milioni, seguito da adidas con $ 10,95 milioni, per la maggior parte ricavi dalla sua collaborazione “Into the Metaverse”, progetto NFT con Bored Ape Yacht Club, gmoney e PUNKS lo scorso anno.  

Cifre a sei zeri che tuttavia impallidiscono rispetto al fatturato totale dei grandi brand, come nel caso dei 10,7 miliardi di dollari di entrate totali che il colosso di proprietà di Kering ha fatturato nel 2021, e di cui le revenue da 11,56 milioni degli NFT che di Gucci sono solo una piccola parte. Lo stesso esempio vale per Nike per cui i 185,31 milioni di dollari generati da NFT rappresenta solo lo 0,4 percento dei 44,5 miliardi di dollari di vendite – di beni tangibili e servizi – che ha riportato solo per l'anno fiscale 2021. Ma il ritorno dei prodotti e delle esperienze digitali non si limita al fattore economico, si inserisce sulla scia di una nuova concezione di coinvolgimento e fidelizzazione del cliente in un panorama in cui brand si configurano sempre più come ecosistemi completi e indipendenti, una narrazione in cui il Web 3 e le prossime generazioni con esso saranno un tassello cruciale.