Vedi tutti

Le vendite di Giorgio Armani sono aumentate del 34% nel 2021

Recuperando quasi tutte le perdite causate dal lockdown

Le vendite di Giorgio Armani sono aumentate  del 34% nel 2021 Recuperando quasi tutte le perdite causate dal lockdown

Le vendite di Giorgio Armani hanno registrato una fortissima ripresa nella prima metà del 2021, con un aumento del 34% dovuto principalmente ai mercati cinese e statunitense.
Il segnale è fortemente positivo anche se lo stesso Giorgio Armani ha detto, con la sua usuale cautela, che l’obiettivo è quello di tornare alla revenue pre-pandemia entro l’anno prossimo e, come dice Il Sole 24 Ore, tornare ad avvicinarsi ai 4 miliardi di fatturato indotto e 2 miliardi di fatturato diretto per la fine del 2021. Nella prima metà dello scorso anno, infatti, l’azienda di Armani aveva visto un declino di vendite del 25% che aveva portato i ricavi netti a scendere al 1,6 miliardi di euro. Un danno calcolato secondo Giuseppe Marsocci, vicedirettore generale commerciale del gruppo, che ha spiegato: 

«La flessione dei ricavi nel 2020 è da leggere non solo come una conseguenza della pandemia […] ma anche in coerenza con lo stesso principio strategico del less is more di Giorgio Armani. La scelta è stata infatti quella di contenere l’offerta delle nuove collezioni, in considerazione del momento storico, con un merchandising nei negozi allineato alle stagioni climatiche e con attenzione alle esigenze reali dei clienti finali».

La forte ripresa del gruppo Armani, che oltre alla moda include anche categorie lifestyle e una catena di alberghi, è stata sicuramente dovuta alla capacità del CEO e founder di catalizzare l’attenzione durante il lockdown, approfittando dello momentaneo stop del settore per parlare dei problemi del mondo della moda ma anche per dedicarsi ad attività filantropiche diventando, per esempio, uno dei soci fondatori del Teatro alla Scala, ma anche disegnando le uniformi della squadra olimpica italiana a Tokyo.

Ma la forza del gruppo è anche testimoniata dai sempre più insistenti rumor di una partnership azionaria da stringersi con Exor e la famiglia Agnelli – un merger che finora è stato smentito ma la cui realizzazione sembra sempre più sicura, considerato anche come lo stesso Armani, nei mesi scorsi, si era dimostrato a favore della nascita di un fashion group italiano. Le ipotesi e le teorie riguardanti un futuro collegamento fra Armani e la famiglia Agnelli giungono, fra l’altro, in un momento di forte movimento per la moda italiana, che ha visto Ferrari inaugurare una collezione di moda, la quota di maggioranza di Etro acquisita da L Catterton, azienda che conta il gruppo LVMH fra i propri partner, ed Ermenegildo Zegna che verrà presto quotata in borsa a New York.