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Sarà EssilorLuxottica a entrare nel gruppo Armani? Il colosso eyewear sarebbe pronto ad acquisire una quota di minoranza del business di Re Giorgio

È stato lo stesso Giorgio Armani, nel fare testamento, a lasciare tra le ultime disposizioni per la propria, enorme azienda quella di aprirne il capitale a investitori esterni. Non qualunque investitore esterno, chiaro: nella sua previdenza, il grande designer aveva già scelto una lista ufficiosa di tre potenziali partner istituzionali che avrebbero dovuto entrare dentro il Gruppo da lui fondato per offrire supporto per il futuro. 

E secondo recenti indiscrezioni pubblicate su Il Sole 24Ore, un nuovo investitore è stato trovato: EssilorLuxottica. Secondo le fonti del giornale, il colosso eyewear italo-francese, guidato da Francesco Milleri, ha dichiarato agli eredi di essere disponibile a entrare nel capitale sociale dell’azienda con una quota di minoranza. Ma come funzionerà esattamente?

Cosa significa l’ingresso di EssilorLuxottica in Armani?

Secondo Il Sole 24Ore, l’ingresso (ancora non ratificato ma solo proposto) di EssilorLuxottica sarebbe una candidatura a "corner investor", ovvero un investitore di per sé grande ma che acquisisce una quota di minoranza compresa tra il 5% e il 10% del capitale di Giorgio Armani S.p.A. Questa quota sarebbe troppo piccola per ottenere, da parte dell’azienda, ruoli operativi o la nomina di rappresentanti nel consiglio di amministrazione. 

Il che significherebbe in breve nuovi capitali e ovviamente una forte sinergia strategica ma senza timori di ingerenze nella gestione dell’azienda. Sempre secondo le fonti citate, il gruppo e la Fondazione Armani che riunisce gli eredi sono ancora in fase di dialogo. È inteso ovviamente che queste discussioni non rappresentano un’operazione di M&A aggressiva, considerato anche i rapporti di lunghissima data che intercorrono tra le due aziende. 

Giorgio Armani e Leonardo Del Vecchio, scomparso nel 2022, già nel 1988 collaboravano per la creazione dell’occhialeria di Armani che poi acquisì una partecipazione del 4% in Luxottica ridottosi a 2,5% del nuovo gruppo dopo la fusione con Essilor. L’approccio in generale è coerente con la volontà espressa da Armani nel suo testamento, di muoversi attraverso operazioni graduali per salvaguardare l'indipendenza del brand. 

E nel futuro cosa succederà?

@nssmagazine Giorgio Armani closing his show

Nel testamento si legge che la Fondazione è tenuta a dismettere il 15% del capitale entro 18 mesi dall'apertura della successione, ossia entro la primavera del 2027, dando priorità a tre potenziali acquirenti, LVMH, EssilorLuxottica o L'Oréal. Questa prima tranche serve a iniettare liquidità e stabilità, senza alterare immediatamente gli equilibri di governance. Ma non finirà qui.

A seguire, tra il terzo e il quinto anno dalla successione, è prevista una seconda cessione alla stessa controparte, per un ammontare che porti la quota totale acquisita tra il 30% e il 54,9% del capitale. Una quota di questo tipo rappresenterà sicuramente un nuovo “peso” nel meccanismo dell’azienda anche se esistono meccanismi di veto per operazioni straordinarie, come fusioni o aumenti di capitale, che richiederanno sempre e comunque l'approvazione del 75% degli azionisti

Se questo non dovesse accadere nei prossimi anni, il gruppo quotarsi in borsa con la Fondazione sempre in controllo di almeno il 30% delle azioni. Nei piani, insomma, sono già installate delle “valvole di sicurezza”, per definirle così, che impediranno colpi di scena o tentativi di conquista che, nel mondo dei grandi gruppi, sono sempre dietro l’angolo.

Sempre stando a Il Sole 24Ore, poi, non è nemmeno esclusa un’ulteriore opzione ibrida che potrebbe includere un gruppo di investitori italiani o una diversa divisione del capitale tra gli altri potenziali acquirenti, anche se L’Oréal sembrerebbe interessata (come nel caso di Estée Lauder con i profumi di Tom Ford) solo al lato beauty del gruppo e LVMH non ha espresso alcun commento ufficiale. Tutta una nuova gestione che sarà supervisionata dal nuovo CEO del brand, Giuseppe Marsocci.

Chi è il nuovo CEO di Giorgio Armani?

Giuseppe Marsocci, torinese e classe ‘63, porta con sé un bagaglio di esperienza che supera i 35 anni nel mondo della moda e del lusso. La sua carriera è iniziata nel settore delle vendite, del marketing e della gestione dei marchi presso il GFT Group di Torino, dove ha collaborato con licenziatari di top brand come Valentino, Dior, Ungaro, Stone Island e lo stesso Armani. Successivamente, ha trascorso cinque anni in Fila Sport come responsabile dello sviluppo internazionale. L'ingresso nel Gruppo Armani risale al 2003, da quel momento ha assunto posizioni di crescente responsabilità. 

Inizialmente direttore commerciale di Armani Collezioni, è passato alla guida della filiale svizzera che era un centro logistico e di assistenza clienti per tutti i mercati esteri; per poi diventare direttore globale delle linee diffusion e wholesale. Ha lavorato per il brand a New York per oltre un decennio: prima come presidente di Trimil US, joint venture tra Zegna e Armani, e dal 2014 al 2019 come amministratore delegato per le Americhe. Dal 2019, Marsocci ha ricoperto il doppio ruolo di vicedirettore generale e chief commercial officer globale, accumulando sei anni di leadership strategica.

La nomina di Marsocci è stata proposta all'unanimità dalla Fondazione Giorgio Armani e rappresenta un segnale di continuità. «La sua expertise internazionale, la profonda conoscenza del settore e dell'azienda, unite a discrezione, fedeltà e spirito di squadra – senza dimenticare il rapporto di vicinanza con il signor Armani negli ultimi anni – lo rendono la scelta ideale per proseguire il cammino tracciato dal fondatore», ha dichiarato Pantaleo Dell'Orco, storico partner dello stilista e responsabile della divisione maschile, che ha assunto la carica di presidente del consiglio di amministrazione. Marsocci renderà conto direttamente al board presieduto da Dell'Orco.

E la successione di Armani?

@nssmagazine Legendary designer Giorgio Armani turns 90 today. Let's take a look back at this emotional interview from nearly 10 years ago. Interview by @The Business of Fashion #fashiontiktok #fashion #inspo #speech #interview #armani #giorgioarmani #regiorgio #fashionlegacy #3 - Aphex Twin

La transizione non si limita alla figura di Marsocci. Pantaleo “Leo” Dell'Orco amplierà il suo ruolo non solo come presidente del gruppo, ma anche come presidente della Fondazione Giorgio Armani, che detiene il 30% dei diritti di voto nell'impero aziendale. Dell'Orco, dunque, controlla personalmente il 40% dei voti ed è diventato la nuova figura centrale dell’azienda. Silvana Armani, nipote del fondatore e responsabile del womanswear, è poi diventata vicepresidente. Questa nomina, annunciata nella stessa dichiarazione, integra una struttura che bilancia esperienza interna e legami familiari, garantendo stabilità in un periodo di cambiamenti.

Il consiglio di amministrazione assumerà la sua forma definitiva nelle prossime settimane, una volta completate le procedure legate all'esecuzione del testamento del leggendario designer. L'azienda ha comunque scelto di accelerare la nomina del CEO per evitare interruzioni nella gestione quotidiana, e far procedere tutte le operazioni senza interruzioni. I principi fondanti e le direttive di continuità indicate dal fondatore rimarranno al centro delle strategie future.

Per quanto riguarda la Fondazione Giorgio Armani, la composizione del board include Andrea Camerana, nipote dello stilista, che subentra direttamente al fondatore. Accanto a lui, Pantaleo Dell'Orco e Irving Bellotti, partner di Rothschild & Co. Il notaio Elena Terrenghi, il cui studio ha presieduto all'apertura del testamento, completa il gruppo come membro del consiglio. Il Comitato di Vigilanza, infine, che dovrà supervisionare l'operato in linea con le indicazioni di Armani, vede la presenza delle nipoti Roberta e Silvana Armani. 

Takeaways

- Secondo indiscrezioni de Il Sole 24 Ore, EssilorLuxottica si sarebbe candidata a entrare in Giorgio Armani come “corner investor” con una quota tra il 5% e il 10%, senza ruoli operativi né rappresentanti in consiglio.

- L’ingresso resta ancora solo ipotetico e in fase di discussione con la Fondazione Armani, ma rispetterebbe la storica collaborazione iniziata nel 1988 tra Giorgio Armani e Leonardo Del Vecchio.

- Il testamento prevede la cessione obbligatoria del 15% entro la primavera 2027 (priorità a EssilorLuxottica, LVMH o L’Oréal) e, tra il terzo e il quinto anno, un’ulteriore quota che potrebbe portare lo stesso acquirente fino al 54,9%, oppure l’alternativa della quotazione in Borsa.

- Giuseppe Marsocci è stato nominato nuovo CEO del Gruppo Armani, mentre Pantaleo Dell’Orco assume la presidenza del consiglio di amministrazione e della Fondazione, controllando di fatto il 40% dei voti.

- La struttura di governance è stata rafforzata con nomine interne (Silvana Armani vicepresidente) e meccanismi di veto al 75% per operazioni straordinarie, pensati per garantire la continuità e l’indipendenza della maison anche dopo l’arrivo di eventuali nuovi soci.