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Il caos e l’ordine della collezione Pre-Fall ’21 di Dior

L’eclettismo di Kim Jones giunge al suo culmine

Il caos e l’ordine della collezione Pre-Fall ’21 di Dior L’eclettismo di Kim Jones giunge al suo culmine

È già da qualche anno che Kim Jones ha introdotto, con grande successo, il suo peculiare metodo collaborativo nelle collezioni di Dior. Oltre che a essere un maestro nel mescolare suggestioni estetiche “alte” e “basse”, Jones è anche un designer che conosce da vicino il mondo dell’arte e che porta ovunque vada il suo approccio curatoriale. L’artista con cui ha collaborato per la Pre-Fall 2021 di Dior, presentata digitalmente ieri, Kenny Scharf, potrebbe sembrare quasi antitetico all’estetica Jones-iana sviluppata negli ultimi anni – ed è questo il vero punto di forza della collezione. Invece che cozzare insieme, infatti, il caos ultra-pop e surrealista di Scharf si è mescolato senza soluzione di continuità al rigore sartoriale di Jones  con il risultato di creare una delle collezioni di Dior più riuscite della carriera del designer inglese.

Prima di discutere della collezione occorre fare un passo indietro e parlare di Kenny Scharf. Nato a Los Angeles e trapiantato sulla East Coast, Scharf si fece un nome nel mondo dell’arte sulla scena newyorchese dell’East Village negli anni ’80 - un’epoca caotica, edonista e segnata da profonde disuguaglianze. Amico di Basquiat e Haring, Scharf creò uno stile surrealista e iper-colorato che rifletteva il suo amore per il design moderno e la cultura pop, specialmente per i cartoni di Hanna-Barbera come I Flinstones e I Jetsons. Sotto all’estetica psichedelica e cartoonesca delle sue creazioni, però, Scharf nascondeva un’ironia amara e surrealista sullo stato del mondo moderno, le sue galassie oleografiche riflettevano le fratture e le contraddizioni della realtà che lo circondava – un’arte nata nel caos che risuona alla perfezione con la situazione in cui il mondo del 2020 si è ritrovato a vivere.

A partire dagli artwork di Scharf, Jones  traccia una collezione che, prima di essere collezione di abiti, è collezione di suggestioni e influenze personali: dallo scenario cosmologico suggeritogli, almeno in parte, dalla sua passione per la serie The Mandalorian, fino ai ricami creati da artigiani cinesi, passando per l’eterno amore delle uniformi e per l’estetismo opulento di marca edwardiana. Tutti questi elementi apparentemente disparati sono stati armonizzati dalla visione personale di Jones – che fa da cemento alla collezione che, vista nella sua unitarietà, risulta infatti essere tra le più equilibrate e indovinate mai prodotte dal designer inglese. La collezione inoltre, essendo stata originariamente prevista per uno show a Beijing, rappresenta una sintesi assai equilibrata fra estetica occidentale e gusto cinese – un elemento che nei prossimi anni sarà sempre più indispensabile per qualunque designer del cui successo il mercato cinese sarà il giudice più cruciale.