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Cronache di un weekend a base di techno a San Diego

Due giorni tra gli artisti del CRSSD Festival

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Fotografo
Conrad Byer

Il CRSSD Festival, che si è tenuto sulla costa di San Diego, a due passi dall'Oceano Pacifico, contava quest’anno tre palchi, quattro feste in barca e più di 40 artisti in line-up. Gli artisti, molti dei quali venivano dall'Europa e dall'Australia e suonavano al CRSSD per la prima volta, hanno sfoderato una rapsodica varietà di musica e stili diversi nei due giorni del festival, che è durato per due giorni, sabato e domenica.

Uno dei tre palchi, di nome The Palms, avvolto ad arte da palme e arbusti, è stata la perfetta, psichedelica, futuristica cornice per i DJ che hanno spinto con vari set carichi di musica House e hanno fatto ballare l’enorme folla per tutto sabato, un giorno in cui pioveva con il sole, per la domenica successiva, che invece è stata baciata dal sole. Miane ha suonato un set incredibile, facendo tuffare il pubblico che era appena entrato nella selvaggia atmosfera del festival. È stato poi il turno di Maxinne che ha incendiato The Palms con un set ad elevata temperatura, trincerata dietro la sua consolle con i suoi capelli a caschetto dai colori vivaci e con il suo stile immacolato. Chiaramente attenta ai dettagli, indossava una maglietta di Off-White le cui grafiche a tema botanico circondavano il logo della freccia riflettendo il set-up dell’intero palco. Dan Shake con il suo carico  di musica funky, ha fatto esaltare la folla con una selezione di mix animati e divertenti. Dopo il suo set abbiamo continuato a ballare per un po' e poi chiacchierato di come gli americani amino indossare magliette con slogan casuali e delicatissimi come FUCK, o citazioni casuali non ironiche di celebrità (dopo tutto, possiedo ancora una maglietta che recita What If We Fucked At This Vogue Party? del periodo di The Life of Pablo di Ye). ABSOLUTE, con un impeccabile chioma verde neon, ha suonato un set elettrizzante. Pieno di energia, sia lui che la folla rimbalzavano mentre il suono ci trasportava verso il tramonto.

All'Ocean View, sul palco per i cantanti, si è esibito Life On Planets, il cui suono, una miscela fluida di House, R&B e Soul, si abbinava meravigliosamente all'ampio sfondo dell'oceano fiancheggiato da palme torreggianti. Il duo fratello e sorella Lastlings ha eseguito alcuni dei propri successi melodici allegri per i loro stuolo di fan adoranti, il che è impressionante per me perché io e i miei fratelli sul palco riusciremmo solo a litigare come facciamo a casa. SG Lewis ha servito una performance esplosiva alla folla densissima e sorprendentemente intonata che conosceva quasi ogni singolo testo. L'armonico gruppo elettropop Parcels, che, devo dire, sono un gruppo sorprendentemente soave e affascinante (sul serio, gli ho letteralmente detto, «Dovreste essere tutti sotto contratto con IMG Models») ha creato un suono coesivo per il pubblico che li ha adorati. Subito dopo Blu DeTiger, che è alquanto famosa su TikTok per la sua musica eterea e altrettanto eterea personalità, ha portato il suo bellissimo basso blue Jazz suonando una serenata d’amore. Infine, l'headliner SOFI TUKKER ha chiuso il weekend con una performance notturna che ha dato al festival musicale un finale da film.

Il palco City Steps, che era posizionato centralmente di fronte al municipio di San Diego e serviva come arena Techno, è stato un settore incredibilmente energetico. Sembrava una convention di cosplay di Maddy di Euphoria, anche se forse è il make-up di Euphoria a ispirarsi al pubblico dei festival. Io e la mia amica chiamavamo affettuosamente "Maddy outfits" tutti questi ensemble che mostravano il busto, a vita bassa e che esponevano il bacino. Nina Kravitz e Joris Voorn, i due nomi più celebri tra gli ottimi DJ di musica techno, sono stati responsabili di mantenere il palco di City Steps vivace per l’intero weekend.

Sono tornato a casa con circa 30 nuove canzoni shazammate dopo aver chiesto costantemente a Siri «Che canzone è questa?» e qualche altro artista da aggiungere alla mia playlist di Tidal (personalmente preferisco Tidal a Apple Music). È passato un po' di tempo dal mio ultimo festival (e per un po' di tempo intendo qualche mese), ma visitarli mi fa sempre ricordare che stiamo tornando sempre di più verso una specie di  "normalità". Essere in grado di conoscere nuove persone e nuovi suoni in uno spazio in cui il fondamento è la musica e la comunità è ciò che tutti gli amanti dei festival dovranno aspettarsi nei prossimi mesi.