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Socializzare giocando a scacchi sta diventando cool Specialmente se di mezzo c'è un DJ Set

Gli scacchi non sono più un passatempo da circoli polverosi o da intellettuali solitari. Dopo l’effetto The Queen’s Gambit nel 2020, che ha registrato 62 milioni di spettatori su Netflix e un aumento del 1.000% delle vendite di scacchiere, il gioco più antico del mondo è entrato nell’immaginario pop globale. Ma oggi, nel 2025, non si tratta più soltanto di revival: gli scacchi stanno diventando il centro di un nuovo modo di vivere la notte e la socialità, spesso definito soft clubbing

In Europa, da Londra a Lisbona, sono sempre più diffusi format che mescolano DJ set e partite a scacchi. Knight Club a East London, Acid Chess Club a Stoke Newington o Pieces Chess Club, nato in Portogallo e già attivo in cinque città europee, propongono serate ibride dove la scacchiera è al centro del tavolo e la musica crea connessione invece che distrazione. L’idea è chiara: spostare il focus dal consumo di alcol e dal clubbing esasperato a un intrattenimento più inclusivo, accessibile e sociale.

@malur.mp3 this guy is good #cafe1001 #knightclub #nigeriandisco #chessclub #londonhiddengems original sound - Malur

Questi eventi sono progettati come nuovi "terzi luoghi", arene culturali dove il gioco offre un'interazione profonda e significativa, una competizione sana e un'occasione di apprendimento, elementi che mancano spesso nella socialità superficiale dei social media e nella logica del clubbing tradizionale. Secondo Eventbrite, eventi come i Coffee Clubbing sono cresciuti del 478% nell’ultimo anno, mentre i Morning Dance Parties hanno registrato un +20%. Dati che confermano la tendenza a preferire momenti culturali e ludici meno legati al consumo e più al benessere.

Il fenomeno risponde a un bisogno preciso. Dal 2020 al 2023, il 31% dei club britannici ha chiuso i battenti, e in Italia la situazione non è molto diversa: secondo SIAE, le presenze nei locali notturni sono calate del 27% nell’ultimo decennio, mentre cresce la ricerca di spazi alternativi di aggregazione. Gli scacchi funzionano come un dispositivo perfetto per affrontare questa crisi: costringono due persone a guardarsi negli occhi, ad abbassare lo smartphone, a condividere tempo e attenzione. A Milano, Torino e Bologna nascono format indipendenti che uniscono scacchi, musica elettronica e cultura urbana. Dalla scena rap ai centri sociali fino ai listening bar, il gioco diventa pretesto per un nuovo tipo di comunità, in cui la competizione si fonde con l’estetica e la socialità.

Il boom non è solo giovanile. La Federazione Internazionale di Scacchi (FIDE) segnala che nel 2024 i giocatori online attivi hanno superato i 100 milioni, con una crescita del 35% in due anni. In Italia, piattaforme come Chess.com e Lichess hanno raddoppiato gli iscritti dal 2020 a oggi, con picchi durante la pandemia che non si sono mai esauriti. La differenza è che ora quei giocatori cercano spazi fisici, non più solo digitali. Gli scacchi diventano così un ponte tra cultura analogica e digitale, tra la lentezza della partita e l’estetica rapida di TikTok. Hashtag come #chessclubbing e #acidchess stanno popolando i feed, mentre sui social italiani l'hashtag #scacchi conta oltre 250.000 post, spesso legati a eventi musicali o performance artistiche.

In un Paese dove i luoghi di socialità tradizionali si restringono e gli spazi culturali sono sempre più sotto pressione, lo scacco matto potrebbe arrivare proprio da una scacchiera. Non è nostalgia, è ibridazione: il club diventa spazio di gioco e la partita diventa pretesto per nuove connessioni urbane. Forse la prossima rivoluzione sociale non sarà in pista, ma su 64 caselle illuminate da una strobo.