
Che cos’è il party-gap? Come la voglia di fare serata influisce sulle nostre relazioni
Il club 25 della Gen Z si divide in due principali fazioni: chi vuole passare il weekend tra mercatini, listening bar, matcha e merende sicuramente troppo costose e chi invece inizia a fare serata venerdì sera e finisce domenica pomeriggio. Tra chi colleziona rave e chi preferisce il brunch della domenica, la frattura generazionale è più profonda di quanto sembri. Nonostante si dica spesso e volentieri che la generazione dei nati tra il 1996 e il 2012 sia noiosa, senza voglia di uscire, incapace di divertirsi come i Millennial, la realtà nei centri urbani racconta tutt’altro, soprattutto dopo il Covid.
Per molti giovani, il modo in cui si vive la notte, o il giorno dopo, finisce per incidere direttamente sulle relazioni sentimentali. Chi ama stare fuori fino all’alba tende a scontrarsi con chi preferisce restare a casa, cucinare, guardare una serie o semplicemente dormire. E quando due persone hanno ritmi sociali diversi, la tensione si fa inevitabile. Come ha sottolineato recentemente Dazed, questo squilibrio ha un nome preciso: party-gap. Ed è diventato uno dei nuovi motivi di rottura (o discussione infinita) nella dating life della Gen Z.
Che cos’è il party-gap?
@wylieisabella i keep him young xoxo
365 featuring shygirl - Charli xcx & Shygirl
Il party-gap è, in parole semplici, la distanza tra due persone che vivono la socialità in modo completamente diverso. Da una parte c’è chi trova energia, connessione e senso di libertà nel ballare fino all’alba, nel perdersi in un club o in un after tra sconosciuti diventati amici per una notte. Dall’altra, chi associa il divertimento a momenti più intimi e rilassati, preferendo il silenzio di casa alla confusione del locale. Quando queste due visioni del tempo libero si incontrano in una relazione, possono nascere incomprensioni, gelosie o la sensazione di non essere allineati.
Secondo quanto riportato da Dazed, il problema non è tanto uscire o non uscire, ma ciò che quelle scelte rappresentano per ciascuno. Per alcuni, la nightlife è un modo per sentirsi vivi, per connettersi con la propria comunità o semplicemente per evadere da una settimana di routine. Per altri, è una fonte di ansia, di eccessi o di distanza emotiva. È una questione di linguaggio affettivo più che di orari dove una parte della coppia può vivere l’uscita come un gesto di libertà, mentre l’altra la percepisce come disinteresse o fuga.
Il party-gap come problema relazionale
Most people say they want a partner who stays in but I don’t think I could date someone if they didn’t like to party
— Esmè (@esmewinonamae) October 26, 2022
Gli psicologi che lavorano con coppie giovani, come la terapeuta Rachel Wright citata da Dazed, spiegano che dietro al party-gap si nasconde spesso una diversa concezione di intimità. Chi ama fare serata cerca stimolazione, spontaneità e interazioni costanti; chi preferisce stare a casa invece trova energia nel riposo e nel tempo condiviso in modo più tranquillo. Il conflitto nasce quando queste differenze non vengono esplicitate, creando risentimento silenzioso e sensazione di esclusione.
Il party-gap, quindi, non riguarda solo la quantità di serate fatte insieme, ma il significato emotivo che si dà al “fare serata”. È un problema di sintonizzazione: quando i ritmi sociali e i bisogni di connessione non coincidono, la relazione rischia di vivere momenti di attrito o di disallineamento. In alcuni casi, come raccontano i giovani intervistati da Dazed, il divario può portare addirittura alla fine del rapporto, non perché si voglia necessariamente un partner “uguale a sé”, ma perché manca la flessibilità e la curiosità di capire cosa l’altro cerca davvero in quel comportamento. Nell’ecosistema di Milano è un po’ come dire lei era una ragazza Biscotto della Fortuna, lui era un ragazzo Bar Nico, «can I make it anymore obvious?».














































