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Perché le celebrities usano sempre meno le lettere maiuscole?

Un fenomeno verticale, che parte dalla Gen Z

Perché le celebrities usano sempre meno le lettere maiuscole? Un fenomeno verticale, che parte dalla Gen Z

Il testo del primo SMS della storia, inviato il 3 dicembre 1992, recitava “MERRY CHRISTMAS”. Immagino che il caps lock fosse dovuto all’euforia del momento, ma oggigiorno un messaggio simile sarebbe accolto con turbamento, visto che nessuno sembra più sopportare le lettere maiuscole. È risaputo che scrivere in caps lock spesso indica che il mittente sta cercando di esprimersi "urlando", il ché incute timore e perlomeno crea disagio. Forse non tutti sapranno che a questo proposito che è attualmente in atto un vero e proprio ban metaforico delle maiuscole, e lo vediamo ovunque, dai social a Spotify. Su TikTok, per esempio, è molto raro trovare un creator che scriva in capital letters. Esattamente come su Instagram, chi usa le maiuscole è accolto con considerevole soggezione: influencer, cantanti, modelle hanno abrogato l'uso delle lettere maiuscole in favore di una comunicazione forse più "moderna" o perlomeno visivamente fluida. The Weeknd, che è uscito da qualche giorno col nuovo album Dawn FM, è solo uno dei cantanti che hanno limitato l'uso delle maiuscole nella propria musica, dato che nei post su Instagram per annunciare e promuovere l'album, delle maiuscole non c'è traccia, in barba alle regole grammaticali. Questa tendenza tiene banco ormai da diverso tempo, infatti già nel 2018 artiste come Ariana Grande o Charli XCX scrivevano i titoli delle loro canzoni nelle tracklist dei loro progetti con le lettere minuscole. Lo stesso ha fatto il fenomeno del momento della Gen Z, Olivia Rodrigo, classe 2003, che nel suo disco d'esordio, SOUR, ha trattato temi rappresentativi della sua generazione in lettere minuscole (eccezion fatta per il titolo dell'album, evidentemente).

Anche se le caption dei post Instagram di Kanye West o gli ultimi album di Baby Keem, Roddy Ricch e Gunna sembrerebbero dimostrare il contrario, la tendenza degli artisti a scrivere in minuscolo sembrerebbe essere propriamente femminile, con gli uomini che nella maggior parte dei casi optano per le classiche regole grammaticali o addirittura per uno sprovveduto uso del caps lock. Grande amante dello stampatello è Tyler, The Creator, insieme a Travis Scott e Kendrick Lamar, che, difatti, appartengono alla Generazione Y. Peculiarità che accomuna i tre rapper è il fatto di fare musica che trasmette una forte energia e forse da qui che nasce l'impossibilità di rinunciare alle lettere minuscole, cosa che invece potrebbe essere presa in considerazione da artisti dal sound più rilassato. Non sorprenderebbe vedere i titoli dei brani del prossimo disco di Frank Ocean scritti senza le maiuscole. Virgil Abloh, che apparteneva alla stesa generazione dell'amico YE, ha reso le capital letters, associate al distintivo font Helvetica, un elemento che è diventato la signature dell'immaginario di Abloh e delle sue creazioni a livello visivo.

La nuova tendenza è da imputare alla Generazione Z, che da TikTok ha iniziato una crociata contro le lettere maiuscole. I boomer urlano su Facebook in maiuscolo, mentra la Gen Z sussurra su TikTok. Non è una sorpresa allora che le didascalie dei post della serie più rappresentativa dei ventenni d'oggi, Euphoria, su Instagram non contengano nessuna lettera maiuscola, o che Billie Eilish scriva i testi sotto le sue foto come farebbe una sua coetanea qualsiasi: a volte si limita a usare degli emoji, altre volte (poche) usa il caps lock per urlare volutamente le sue emozioni, in tutti gli altri casi, non c’è traccia delle maiuscole.

Il link tra emozioni, comunicazione e lettere minuscole è rivendicato con audacia anche da modelle, influencer, attori, personaggi vicini o facenti parte della Generazione Z, quindi protagonisti in prima persona del nuovo modo di scrivere qualcosa online. In questo articolo del Business Insider si fa riferimento per esempio al vecchio logo di Facebook, ora Meta, che prima del rebranding presentava un logo che letteralmente “sembrava urlare quello che era”, qualcosa di talmente anacronistico e fuori luogo da dover essere modificato nel nuovo logo di Meta, che presenta solo la M maiuscola e trasmette quindi molta più serenità in chi lo vede (cioè centinaia di milioni di utenti ogni giorno, tutte le volte che aprono le app di proprietà della compagnia di Zuckerberg). Secondo Kitty Grady, “Il trend delle lettere minuscole è tutto meno che prevedibile”, un po’ come la Generazione Z stessa. Il fatto che musicisti e celebrities si siano accodati al trend (oppure, più semplicemente, lo stiano alimentando come detto sopra). La dimostrazione che forma e significato spesso coincidono, e che, soprattutto quando parliamo di comunicare un'identità, un messaggio, un modo di essere, la forma è sostanza.