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In cosa consiste la nuova super-intelligenza di Meta? E cosa significa acqui-hire, il nuovo termine preferito del big tech

Meta ha chiuso il secondo trimestre del 2025 in positivo, superando le previsioni degli analisti: i ricavi sono aumentati del 22%, arrivando a 47,5 miliardi di dollari, mentre l’utile netto è cresciuto del 36%, superando i 18 miliardi di dollari. A seguito dell’annuncio le azioni di Meta sono aumentate di oltre il 10%. Durante la presentazione dei risultati, il CEO Mark Zuckerberg ha colto l’occasione per porre nuovamente l'attenzione su una soluzione tecnologica che lui stesso definisce una «super-intelligenza». Il fondatore di Facebook ha spiegato che l’obiettivo dell’azienda, oggi, è progettare una forma di intelligenza artificiale concepita per essere realmente al servizio delle persone, in contrasto con gli approcci di altre società tecnologiche che a suo dire sarebbero più centralizzati e meno trasparenti. «Non c'era nulla di veramente chiaro in quello che ha dichiarato [Zuckerberg]», fa notare il magazine Deadline, ipotizzando che Meta stia più che altro cercando di riguadagnare terreno all’interno del settore delle intelligenze artificiali attraverso annunci molto ambiziosi, per quanto ancora fumosi.

Meta è rimasta evidentemente indietro rispetto ad altri grandi player del mercato come OpenAI e Google. Lo scorso maggio, per esempio, Meta si è vista costretta a posticipare il lancio del suo nuovo modello di intelligenza artificiale, Behemoth, a causa del suo scarso rendimento, il che ha fatto storcere il naso a molti osservatori. Anche per questo, di recente la società ha acquisito il 49% di Scale AI, realtà che si occupa della gestione delle enormi mole di dati necessarie ad allenare i sistemi di intelligenza artificiale, un investimento che a Meta è costato oltre 14 miliardi di dollari. In base all’accordo, il fondatore di Scale AI, Alexandr Wang (classe 1997), dirigerà il reparto AI di Meta, dedicandosi direttamente allo sviluppo della super-intelligenza tanto conclamata. L’operazione fa riferimento a un modello strategico sempre più comune nel settore tecnologico: viene definito «acqui-hire», termine che unisce “acquisition” (acquisizione) e “hire” (assunzione) che consiste nel comprare un’altra azienda non tanto per la tecnologia o i prodotti che offre, quanto per integrare nel proprio team i talenti presenti tra i suoi dipendenti. Di recente ha fatto lo stesso Google, che con un investimento di 2,4 miliardi di dollari ha inglobato Windsurf, una società che ha sviluppato un’AI in grado di generare codice informatico. I due co-fondatori sono poi passati a lavorare a Google DeepMind, divisione che si dedica ai progetti di AI di Google.

Operazioni di questo tipo, però, sono evidentemente molto costose. Anche per questo, in passato, alcuni azionisti di Meta avevano espresso preoccupazione per l’eccessivo impegno economico dell’azienda nel campo dell’intelligenza artificiale, soprattutto in relazione ai risultati limitati. Ciononostante, Zuckerberg non ha nascosto che nel 2026 gli investimenti di Meta in questo settore potrebbero aumentare. Secondo quanto riporta l’Economist, il fondatore di Facebook sembra essere disposto a spendere oltre un miliardo di dollari per assicurarsi le personalità più talentuose del settore, che, non a caso, lavorano perlopiù per OpenAI e Google. Tuttavia, Zuckerberg sta riuscendo a sottrarre alla concorrenza alcuni di questi sviluppatori e ricercatori, puntando su stipendi elevatissimi anche per gli alti standard del settore. Il Wall Street Journal scrive che in alcuni casi si parla addirittura di 100 milioni di dollari l'anno. Il magazine statunitense The Information scrive che OpenAI, per evitare di perdere personale di rilievo, nel 2025 investirà in totale un miliardo e mezzo di dollari in retribuzioni aggiuntive. Per il terzo trimestre del 2025, invece, Meta prevede ricavi compresi tra circa 47 e 50 miliardi di dollari. Per quanto ancora poco chiara, la visione di Zuckerberg è palesemente ambiziosa (forse troppo?), e lascia intendere che la sua società punta a giocare un ruolo centrale nel campo dell’intelligenza artificiale. Non tanto nei prossimi mesi, quanto nei prossimi anni. Gli enormi sforzi economici dell’azienda finiranno come quelli messi in campo per il Metaverso?