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Il dark tourism potrà mai essere etico? Come visitare un luogo che è stato colpito da una tragedia senza trasformare il dolore altrui in spettacolo

Il termine dark tourism indica una forma di turismo che porta i visitatori nei luoghi segnati da morte, violenza o disastri: da campi di sterminio a scene del crimine, da città distrutte da catastrofi naturali passando per i musei della memoria. Non c'entra con il necroturismo (ossia visitare cimiteri famosi), ma di un’esperienza più intensa, legata al trauma collettivo e al racconto di eventi storici drammatici. Nato nel Novecento grazie alla diffusione di media e giornalismo sensazionalistico, il dark tourism ha alimentato l’immaginario morboso attorno ai luoghi delle tragedie. Dai tour nei luoghi di Jack lo Squartatore a Londra, alle visite nei set di celebri omicidi negli Stati Uniti, l'interesse per il macabro ha trovato un mercato globale sempre più vivo. Un esempio recente arriva dall’Australia. Nell’estate 2023, nella cittadina di Leongatha, nello stato di Victoria, una donna di nome Erin Patterson è stata accusata dell’omicidio di tre persone con dei funghi velenosi. Il caso ha avuto tanta risonanza mediatica da trasformare Morwell, la località del processo, in una sorta di palcoscenico turistico per tutti gli appassionati di cronaca nera. Secondo quanto affermato dalla rivista inglese The Guardian, fin dalle prime udienze si è attivato «circo mediatico», con turisti del crimine, giornalisti e curiosi a caccia di scatti, indiscrezioni e maggiori dettagli sull'accaduto. La trasformazione del dolore altrui in spettacolo ha generato critiche feroci: la corsa al podcast, alle docuserie e ai libri sul caso ha reso evidente come il dark tourism possa sfociare in una triste commercializzazione di traumi personali. Forse proprio in risposta a questo effetto, si sta affermando una nuova versione del fenomeno, un Dark Tourism 2.0 che mette al centro etica, memoria e responsabilità.

@thedyerghoulhouse The incredible Church of San Bernardino alle Ossa in Milan, i mean, who doesnt visit an ossuary while on vacation? #darktourism #darktourist #spookytravel son original -

A differenza dell’approccio voyeuristico tradizionale, il nuovo Dark Tourism mette al centro la consapevolezza, l’educazione storica e la memoria etica. L’esperienza non si limita a mostrare dove è successo un fatto drammatico, ma cerca di spiegarne anche i motivi, analizzando infine cosa si può imparare da quel passato traumatico. Come spiega una guida pubblicata su Go Travel Daily, un turismo oscuro responsabile deve informare il visitatore prima ancora della partenza, coinvolgendolo in un contesto educativo che gli permetta di comprendere profondamente ciò che sta per vedere. Non si tratta più di consumare la tragedia, ma di ascoltarla, capirla, e soprattutto di rispettarla. Il sito Sixt.vn, in un’analisi severa del fenomeno, denuncia apertamente i rischi della mercificazione del dolore: quando i turisti si fanno foto sorridenti tra le rovine o condividono contenuti shock senza contesto, la memoria si trasforma in spettacolo. Un ruolo centrale lo gioca anche la gestione dei luoghi stessi: musei, memoriali, siti di catastrofe o genocidio devono lavorare insieme alle comunità locali per evitare la semplificazione narrativa o il folklore del trauma. Quando il turismo si limita al brivido superficiale, diventa solo intrattenimento travestito da cultura.

@marco.learns Berlin. Holocaust Memorial. 2,711 concrete blocks honoring millions murdered. And yet—someone jumps across them like a playground. It’s not just a moment. It’s a question: How far have we come from remembering… to forgetting? #HolocaustMemorial #BerlinHistory #NeverForget #DarkTourism #HistoryMatters #UnspokenTruths #RespectHistory #GenocideAwareness #Holocaust #MemoryCulture #TikTokHistory #FYP #ForYou #HumanRights #LearnOnTikTok #HistoryThatHurts #PerspectiveShift original sound - marco.learns

Non mancano però esempi virtuosi che incarnano pienamente l’idea di un dark tourism etico. Il memoriale di Auschwitz-Birkenau in Polonia, per esempio, è diventato un punto di riferimento mondiale per chi cerca di comprendere l’orrore dell’Olocausto. Le visite guidate, i materiali d’archivio e la cura del contesto storico rendono il sito un luogo di educazione e raccoglimento, dove silenzio e rispetto sono parte integrante dell’esperienza. A Kigali, il memoriale del genocidio ruandese del 1994 adotta un linguaggio visivo e testimoniale molto forte, fatto di fotografie, video e storie personali per trasmettere un messaggio chiaro: ricordare è l’unico modo per evitare che accada di nuovo. Persino Chernobyl, oggi non più accessibile a causa della guerra in corso, un tempo si presentava come un esempio di memoria attiva tramite tour regolamentati. Le guide erano residenti e raccontavano non solo il disastro nucleare, ma anche la vita quotidiana prima e dopo l’esplosione, accompagnando i visitatori in un viaggio che andava oltre il fascino post-apocalittico. Il sito CNN Travel ha evidenziato come i tour siano accompagnati da rigide regole ambientali e da una narrazione tecnica e umana al tempo stesso.

@_chornobyl_guide_ Ответ пользователю @elen_tera yes! It is possible :) walking in reactor hall of unit 3 #pripyat #fyp #chernobyl #chernobylhbo #viral #fyp #tours #f Theme from the Walking Dead - Bear McCreary

Nel 2025, il dark tourism può evolversi in qualcosa di più consapevole grazie anche al supporto della tecnologia. La realtà virtuale e aumentata permettono oggi di esplorare luoghi inaccessibili, come il Titanic sul fondo dell’oceano o Hiroshima prima e dopo l’esplosione atomica, senza impattare fisicamente sull’ambiente o trasformare i siti in attrazioni turistiche vere e proprie. Secondo un’analisi di Lawyer Monthly, queste soluzioni offrono esperienze immersive e riflessive, aprendo nuove strade per la commemorazione digitale. Parallelamente, emerge una corrente chiamata hope tourism: nelle zone colpite da disastri, come Fukushima in Giappone o le aree terremotate di Haiti, si cerca oggi di mostrare il percorso di ricostruzione e resilienza, restituendo ai visitatori non solo il racconto del trauma, ma anche quello della rinascita - senza contare quanto il turismo possa contribuire alla riattivazione sociale di aree geografiche colpite da guerre o disastri ambientali. Il Dark Tourism 2.0 rappresenta un passaggio cruciale: da turismo del macabro a strumento di coscienza collettiva.