«La convenienza uccide le community» Cosa vuol dire la frase virale di TikTok
La self care nel 2025 è un’arma a doppio taglio: seduce la sua immagine gloriosa, il suo senso di disciplina e il potere che conferisce, ma allo stesso tempo incoraggia la competitività e isola le persone. Quando su TikTok vediamo le morning routine e i vlog dei content creator che insegnano come «prendersi cura di sè», oltre alla levataccia e ai bagni nella vasca di ghiaccio si nota che passano buona parte della loro giornata da soli. Del resto, virtuosità e iperindividualismo vanno di pari passo, se lo scopo principale è diventare migliori degli altri: eliminare le persone “tossiche” dalla propria vita è parte integrante del processo di ottimizzazione. Così, per riuscire a conciliare allenamento, sauna, trattamenti per il viso, lavoro e progetti personali, si è obbligati a mettere da parte relazioni personali e tempo libero. Per fortuna oggi si può fare tutto online: la spesa, lo shopping, lo streaming di serie e film, la ricerca di un date romantico per il weekend e adesso anche di amici. Le mappe digitali ci consentono di arrivare in un punto preciso nel minor tempo possibile saltando il traffico, mentre per qualsiasi domanda, creativa o pratica che sia, possiamo chiedere consiglio ai nostri occhiali Meta potenziati dall’intelligenza artificiale. Tutte queste comodità, fatte per rendere le persone il più produttive, il più egoriferite possibile, ha portato a una società bella e produttiva, ma sola. Quella che il filosofo Zygmunt Bauman chiamava Vita Liquida, la teoria per cui ogni campo della società contemporanea è sommerso da una coltre di precarietà, ha portato le nuove generazioni a chiedersi quanto è conveniente, davvero, la convenienza. «Being annoyed is the price you pay for community», si legge su X e TikTok, un’affermazione che mette in discussione tutte le comodità a cui ormai siamo abituati, swiping compreso.
being annoyed is the price you pay for community.
— divya venn (@divya_venn) March 1, 2025
it means having guests when you'd rather be alone. it means letting someone live with you even when they get on your nerves. it means showing up for events that you'd rather not go to. it means turning the other cheek.
In un mondo in cui la precarietà è guida, le persone cercano certezze. È il motivo per cui, dopo un periodo di inclusione e innovazione, l’apertura al cambiamento è venuta meno in favore di temi e approcci passati. La spiritualità è tornata a ricoprire un ruolo importante tra le nuove generazioni, con il Cristianesimo che va forte sui social e lo spiritualismo new age - manifestazione, tarocchi e reality shifting in primis - che si sono trasformati per adattarsi agli interessi primari della società contemporanea: beni materiali, miglioramento personale e curatela estetica. La politica è sempre più polarizzata, con il movimento conservatore in America che, attraverso valori come il merito individuale, il rifiuto del politicamente corretto e una certa avversione al femminismo, sta ricevendo gran parte del consenso da parte di giovani uomini Gen Z (gli stessi che sui social si preoccupano per l’epidemia della solitudine maschile). E infine la moda, dopo anni di espansione creativa, si è riparata all’ombra di iconicità passate, tra vintage e moderatismo stilistico fatto di camicie abbottonate color panna, mocassini, sparizione dei loghi e venerazione del concetto di timeless.
@vlushdollhaus Like I never have to leave my house to get anything and then I wonder why things feel so lonely
original sound - vlushdollhaus
Per capire quanto il mondo è diventato ossessionato da produttività ed estetica basta guardare la classifica dei podcast più ascoltati del 2024: dopo The Joe Rogan Experience e Call Her Daddy, due serie incentrate su interviste con personaggi famosi della pop culture americana (che raccontano la loro storia personale di successo, non a caso), tra i primi posti troviamo The Huberman Lab e The Diary of a CEO, dedicati all’ottimizzazione delle proprie prestazioni mentali, fisiche e professionali, rispettivamente. Senza contare che la cultura dell’individualismo e del perfezionamento del sé prospera su YouTube, dove creator come TheWizardLiz (8 milioni di iscritti) accumulano milioni di visualizzazioni con insegnamenti del tipo «dire di no a tutto ciò che non si allinea con la vita che desideri», persone comprese. Non c'è nulla di male nell'allontanarsi da chi fa stare male, ma è anche vero che solitamente si cresce quando si affronta un problema, non quando gli si scappa.
In tutto questo marasma di suoni e visual coinvolgenti che ci indottrinano a isolarci per diventare la versione migliore di noi stessi, stiamo dimenticando gli effetti benefici della condivisione. Perché anche se, per citare un’altra delle frasi più ripetute tra i guru di internet, per offrire la propria energia agli altri bisogna prima conservarne abbastanza per noi stessi, (il famoso «fill your cup first»), la solitudine non è la cura migliore all’improduttività. «Being annoyed is the price you pay for community» significa esattamente questo: se si vuole veramente rompere la bolla del consumismo e della produttività, abbandonare anche solo per un momento traguardi professionali ed estetici per condividere emozioni vere, tocca mettere l'ego da parte e accettare tutti i fastidi del quotidiano, che si tratti di fare la coda al supermercato, small talk alla festa di un conoscente o chiedere indicazioni a uno sconosciuto. «It means having guests when you'd rather be alone. it means letting someone live with you even when they get on your nerves. it means showing up for events that you'd rather not go to. it means turning the other cheek», commenta un utente su X. «Same with embarrassment being the price of not being lonely», aggiunge un altro.
@ucanhope The Procrastination Demon... #hopelesscore #hope #hopecore original sound - ucanhope
È bellissimo prendersi cura di se stessi, imparare di cosa si ha bisogno e inseguire i propri sogni, ma andare alla ricerca di se stessi vuol dire anche confrontarsi con gli altri, self care vuol dire anche passare del tempo senza pensare al proprio io. Va bene farsi leggere i tarocchi, pregare, meditare, va bene ascoltare storie di successo da parte di CEO e imprenditori, ma se non si esce di casa per vivere tutto ciò a cui si sta lavorando, si finisce solo per lavorare. Ed è nella collettività che nascono le idee migliori: esempi come The Factory, i Bright Young Things, i Surrealisti, le Guerrilla Girls, il Wu-Tang Clan, gli Oasis, Odd Future, il C2C, i Daft Punk, la Dark Polo Gang, gli Antwerp Six, Miuccia Prada e Raf Simons sono la prova che da soli si sta bene, ma in compagnia ci si diverte di più.