
A cosa servono i fake trailer?
Il fenomeno di Youtube che fa guadagnare tutti
16 Giugno 2025
Su YouTube si sta diffondendo la pratica di pubblicare finti trailer che, pur non essendo ufficiali, riescono a imitare in modo abbastanza convincente quelli reali. Il fenomeno, nato in maniera indipendente, si è evoluto a tal punto che oggi i contenuti di questo tipo registrano milioni di visualizzazioni, intercettando un pubblico molto vasto anche se non sempre del tutto consapevole. Inizialmente si trattava di montaggi amatoriali realizzati da appassionati di cinema, spesso con l’intento di divertire i fan o immaginare possibili sequel di film molto noti. Questi video univano spezzoni tratti da pellicole esistenti a brevi riprese girate con mezzi limitati, accompagnate solitamente da una tipografia accattivante e altri elementi che contribuivano a renderli tutto sommato efficaci. La stessa immagine di anteprima, inoltre, era quasi sempre pensata per attirare l’attenzione. Nella maggior parte dei casi, solo una lettura attenta della descrizione permetteva di capire che si trattava di un contenuto fan-made. Un esempio significativo risale a più di dieci anni fa, quando il content creator australiano noto come VJ4rawr2 pubblicò un finto trailer di un improbabile Titanic 2. Il video, nonostante fosse chiaramente un falso, ottenne quasi sette milioni di visualizzazioni, a dimostrazione del grande interesse che anche contenuti non ufficiali possono suscitare se ben confezionati.
Negli anni, la qualità dei fake trailer è aumentata in modo considerevole, anche grazie alla diffusione e alla crescente accessibilità dei software di intelligenza artificiale. Come scrive Il Foglio, oggi molti di questi video vengono diffusi con il termine “concept trailer” e sono prodotti da veri e propri team, capaci di realizzare contenuti visivamente sofisticati e credibili. «Non è più un mestiere da smanettatori dilettanti, come quelli che si erano divertiti – nel 2005 – a rubare immagini dai film più vari per trasformarli in altrettanti trailer di “I segreti di Brokeback Mountain”» scrive Il Foglio. Esistono canali come Screen Culture e KH Studio, che contano milioni e più di iscritti e si sono specializzati proprio in questo format. I loro video sono spesso costruiti partendo da scene già viste in precedenti capitoli di una certa saga, integrate con immagini generate artificialmente e dettagli presi da indiscrezioni reali o presunte. L’obiettivo non è tanto ingannare deliberatamente gli utenti, quanto intercettare l’interesse crescente per titoli molto attesi, alimentando l’hype e registrando centinaia di migliaia di visualizzazioni. Un esempio è il trailer non ufficiale di Avengers: Doomsday, film dell’universo-Marvel previsto per il 2026, ma di cui non c’è ancora alcun trailer ufficiale. Il video in questione, pur essendo evidentemente un falso (lo si nota facendo caso alla scarsa sincronizzazione audio-video e alle incongruenze cromatiche, tra le altre cose), ha già superato i tre milioni di visualizzazioni. E contenuti simili esistono anche per altri film molto attesi, come Spider-Man 4 e I Fantastici Quattro – Gli inizi, o per serie di grande popolarità come The Last of Us 3 e l’ultima stagione di Squid Game.
I fake trailer rappresentano ormai una vera e propria fonte di reddito per chi li realizza. I canali che producono questo genere di contenuti riescono a ottenere guadagni significativi attraverso il programma pubblicitario di YouTube, che tra le altre cose offre una remunerazione in base al numero di visualizzazioni. Gli introiti sono tali che le stesse case di produzione cinematografiche in più occasioni hanno cercato di ottenere parte dei ricavi generati dai fake trailer. È il caso, ad esempio, di Warner Bros. Discovery, che avrebbe rivendicato una quota dei guadagni di Screen Culture per i trailer non ufficiali di Superman e House of the Dragon. Anche la Sony Pictures avrebbe preteso una fetta dei ricavi dei fake trailer di Spider-Man e Kraven – Il cacciatore, e la Paramount avrebbe fatto lo stesso con Il gladiatore 2. Ma secondo quanto emerso in una recente inchiesta condotta dal magazine statunitense Deadline, le grandi major cinematografiche non traggono solo vantaggi economici da questo fenomeno. Invece di contestare sistematicamente l’uso di materiale coperto da copyright, alcune società di produzione sceglierebbero di tollerarne l’utilizzo, dato che l’attenzione generata da questi video spesso si traduce in pubblicità gratuita. Più in generale, come scrive Deadline, i trailer (quelli veri) ultimamente sono tornati a essere «una parte sempre più importante della macchina del marketing cinematografico, con gli studios che si vantano di visualizzazioni record nella speranza che questo si traduca in vendite di biglietti o abbonamenti al cinema». Parallelamente, il fenomeno mette anche in luce quanto i contenuti generati dagli utenti stiano assumendo un ruolo sempre più centrale nella promozione – intenzionale o meno – di un film o una serie tv di successo. E l’industria dell’intrattenimento se ne sta accorgendo.