
Dovremmo iniziare a investire in argento?
Magari non proprio investire tutto, ma sicuramente scommetterci su
28 Aprile 2025
In tempi di crisi e di mercati volatili, la prudenza consiglia sempre di investire negli asset più sicuri possibili: immobili, opere d'arte gemme e, naturalmente, l'oro. E forse non è un caso che di recente i prezzi dell'oro abbiano raggiunto i massimi storici. Ma mentre ancora adesso sta avendo luogo una corsa all'oro che solidifichi una ricchezza sempre più facilmente disperdibile, potrebbe aver senso, come suggerisce il WSJ, sperimentare una strategia alternativa e investire, invece, in argento. Storicamente, infatti, l'argento tende a seguire l'oro con un certo ritardo, ma spesso con movimenti più amplificati. E nell'ultimo anno, l'argento ha registrato un rialzo del 23%, inferiore sì a quello dell’oro ma capace di rendere molto di più del 6% di ritorno dell’indice S&P 500. Un segnale chiave che suggerisce come l’argento sia oggi sottovalutato rispetto all'oro è il rapporto tra i loro prezzi. Al 22 aprile 2025, il prezzo dell’oro era di circa 3.500 dollari l’oncia, mentre quello dell’argento era di circa 32 dollari. Questo porta il rapporto oro/argento a 109, molto più alto rispetto alla media degli ultimi trent’anni, che è di 68. Per dare un'idea della rarità di questa situazione: il rapporto ha superato quota 100 solo poche volte nella storia recente, ad esempio durante la crisi del COVID-19 a marzo 2020 (quando toccò 113) e durante la crisi finanziaria globale del 2008, quando salì rapidamente da 53 a 80 tra giugno e novembre.
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In seguito a questi episodi estremi, l'argento ha registrato forti rialzi: dopo il 2020, il prezzo dell'argento è aumentato del 73% in dodici mesi, mentre l'oro si è apprezzato solo dell'8%. Dopo il picco del 2008, l'argento è cresciuto dell’81% nell'anno successivo, contro il 44% dell'oro. Anche all'inizio del 2016, quando il rapporto superò 80, l'argento sovraperformò l'oro durante la successiva fase di recupero. Tutto ciò indica che oggi l’argento è storicamente sottovalutato rispetto all’oro, suggerendo un’alta probabilità di sovraperformance futura. Ma come mai? Il punto sta nel fatto che è più facile impiegare l'argento in più campi rispetto all'oro: oltre a essere un metallo monetario, infatti, l'argento ha importanti utilizzi industriali ed è dunque più sensibile all’andamento dell’economia rispetto all’oro. Durante crisi immediate, l’oro tende a crescere moltissimo, ma nella fase di ripresa economica l’argento beneficia sia della domanda industriale che della percezione di bene rifugio. Come spiega Economic Times, urante il boom delle materie prime tra il 2001 e il 2011, ad esempio, il prezzo dell'oro salì da 250 a 1.800 dollari l'oncia, un aumento di sette volte. Nello stesso periodo, l'argento passò da 4 a 40 dollari, moltiplicando il suo valore per dieci. La volatilità dell’argento — generalmente due o tre volte superiore a quella dell’oro — aumenta i rischi ma anche le opportunità di rendimento.
Silver is the best investment in 2025. Roughly $33 per ounce and rising. Hedge inflation, stack coins or bars, and ride the price potential. Who’s stacking? #SilverSqueeze #Invest #Silver pic.twitter.com/wv1ITRC74O
— TraditionalMoney (@tradition_money) April 25, 2025
Non possiamo parlare però di corsa all'argento come nel caso dell'oro, acquistato a piene mani dalle banche di mezzo mondo nel 2024. I metalli come oro e argento sono infatti più "riserve" che investimenti veri e propri - insomma, non si può far business accumulando oro in un deposito. Economic Times ad esempio consiglia una allocazione del 5-10% in metalli preziosi o anche del 10-15% può essere più adatta - non di più. Certo, l'oro è meno volatile e nel caso di una recessione globale la domanda industriale di argento potrebbe crollare - non di meno, come ricorda il WSJ, durante la crisi del 2008, le rapide politiche monetarie espansive permisero ai mercati di riprendersi nel giro di pochi mesi, favorendo una forte ripresa dell'argento. Inoltre, secondo il Lindy Effect, citato da Economic Times, la longevità di un asset ne rafforza la probabilità di sopravvivenza futura. L'argento dunque si trova oggi in una posizione storicamente rara dato che appare essere sottovalutato in un contesto macroeconomico che però sembra molto favorevole a un prossimo apprezzamento.