
I prezzi dell’oro sono ai massimi storici
Quando il mercato è volatile, tutti cercano asset più solidi
18 Marzo 2025
Viviamo in un momento di caos: chi è alleato di chi? Possiamo fidarci dei nostri governanti? Il mondo stesso sta per finire? Non lo sappiamo – e non lo sanno i mercati. E i mercati possiedono una caratteristica interessante: i nervi fragili. Al primo segnale di insicurezza, alla prima ombra di dubbio il valore delle azioni crolla, i debiti vorticano in spirali discendenti, miliardi e miliardi possono venire nullificati da una cattiva impressione. Lo stanno sperimentando alcuni dei miliardari vicini a Trump, tra cui Bernard Arnault e anche Elon Musk che dopo il crollo delle azioni di Tesla ha visto evaporare, secondo The Economic Times, 120 miliardi di dollari. Forse sta meglio Warren Buffett che negli ultimi mesi ha venduto tantissime azioni e adesso sta seduto su una pila di denaro che supera i 300 miliardi di dollari in liquidità. Ad ogni modo, Buffett non è l’unico che in questi tempi incerti ha voluto affidarsi a investimenti, per così dire, più tangibili e infatti, come racconta il Financial Times, di recente sempre più individui e società hanno riscoperto la passione per l’oro, forse il bene rifugio per eccellenza, che ha di recente raggiunto il livello record di 3.004 dollari per oncia troy – un’unità di misura del sistema imperiale britannico che è lo standard internazionale per il commercio di metalli preziosi, gemme e polvere da sparo. Questo straordinario aumento, che segna una crescita del 14% dall’inizio dell’anno, è stato alimentato, come dicevamo, dalla crescente incertezza sulle dinamiche del commercio globale, scatenata dalle aggressive politiche tariffarie dell’amministrazione di Donald Trump. L’approccio protezionista dell’ex presidente degli Stati Uniti ha sollevato timori di una guerra commerciale su vasta scala, con il rischio di un’inflazione crescente e di una contrazione economica.
@forbes Let’s talk about gold and it’s purpose as an asset.
original sound - Forbes
L’improvvisa impennata dell’oro ha costretto le principali banche d’investimento, tra cui Citibank, Goldman Sachs, Macquarie e RBC, a rivedere al rialzo le loro previsioni sui prezzi. Alcuni analisti prevedono che il metallo prezioso possa raggiungere i 3.300 dollari per oncia entro la fine dell’anno. Dal 2000, l’oro ha sovraperformato i principali indici azionari, consolidandosi come uno degli asset migliori del XXI secolo. Adrian Ash, direttore della ricerca di BullionVault, ha detto al Financial Times che l’oro ha tratto vantaggio da una serie di shock finanziari, tra cui la crisi del 2008, il voto sulla Brexit nel 2016 e l’aumento delle tensioni geopolitiche. Secondo Ash, la fiducia nell’invulnerabilità delle democrazie occidentali è stata completamente erosa, aumentando il valore percepito dell’oro come bene rifugio. Inoltre, l’interesse crescente delle banche centrali, soprattutto nei mercati emergenti, che da tre anni consecutivi acquistano oltre 1.000 tonnellate d’oro all’anno per diversificare le proprie riserve hanno alimentato il fenomeno. Inoltre come spiegato nel medesimo articolo da John Ciampaglia, CEO di Sprott Asset Management: «I livelli di debito globale sono esplosi negli ultimi 25 anni e cominciano a pesare sulle economie e sui bilanci. Ecco perché l'oro ha dimostrato di essere una riserva di valore, non negli ultimi 25 anni, ma negli ultimi 5.000 anni, perché è in grado di mantenere il proprio valore rispetto alle valute tradizionali». A ciò si unisce anche, sempre secondo il Financial Times, la prospettiva di un allentamento della politica monetaria da parte della Federal Reserve. Poiché l’oro è un asset che non genera rendimenti, beneficia direttamente dalla riduzione dei tassi d’interesse, che rendono meno attraenti gli investimenti a reddito fisso come le obbligazioni. L’aspettativa di tagli ai tassi da parte della Fed ha quindi aumentato la domanda di oro, contribuendo a spingere ulteriormente al rialzo i prezzi.
Questa situazione ricorda momenti storici come la crisi finanziaria del 2008, quando l’oro superò per la prima volta i 1.000 dollari per oncia, e nel pieno della pandemia di COVID-19, quando raggiunse i 2.000 dollari nell’agosto del 2020. Ora, con l’incertezza economica nuovamente in primo piano, la performance dell’oro sta seguendo schemi già osservati in passato. Uno degli sviluppi più sorprendenti è stato il massiccio afflusso di lingotti negli Stati Uniti, dovuto ai timori che Trump potesse imporre dazi sull’oro. Secondo un altro articolo del Financial Times, dal giorno della sua elezione, oltre 70 miliardi di dollari in oro sono stati trasportati a New York, determinando un accumulo record nelle riserve del COMEX. Una “migrazione” che ha distorto l’intero mercato globale, causando una temporanea carenza di oro fisico a Londra, il più grande hub mondiale del commercio aureo, e ha creato difficoltà per le differenze negli standard di dimensione dei lingotti: a Londra sono di 400 once, a New York meno di 1 chilo. Il che ha reso necessario un passaggio intermedio in Svizzera, dove l’oro viene fuso e riformato prima di essere inviato negli Stati Uniti. E ora il flusso di oro verso New York sta causando una crisi di liquidità a Londra. Il tempo di attesa per ritirare lingotti dalla Banca d’Inghilterra è aumentato fino a superare le quattro settimane, facendo schizzare ai massimi storici i tassi di leasing a breve termine dell’oro. Questo senza dire che il trasporto dell’oro tra Londra e New York è un’operazione costosa e complessa che include trasporti in camion blindati, voli commerciali con un limite di cinque tonnellate per aereo, nuovi trasporti fino alle raffinerie dove viene fuso, trasformato in barre più piccole e infine spedito negli Stati Uniti. L’intero processo comporta un costo aggiuntivo di circa 3-5 dollari per oncia.
Not only is gold up about 50% since early 2022 (in dollars), but it's also an asset that has NO counterparty risk, and can't simply vanish in a hard drive crash, and doesn't need a password to access, and is a physical element that cannot be created or destroyed by man. It also…
— HealthRanger (@HealthRanger) February 12, 2025
Con il rischio di dazi sull’oro ora in calo, il Financial Times prevede un rallentamento nel flusso di lingotti verso New York. Se Trump eviterà di imporre restrizioni alle importazioni di oro, gli investitori potrebbero iniziare a spostare nuovamente le loro riserve a Londra, attratti dai costi di stoccaggio più bassi. Ma indipendentemente dalle fluttuazioni a breve termine, l’oro continuerà a essere una risorsa chiave per chi cerca protezione contro l’instabilità economica. Con le banche centrali che continuano ad accumulare lingotti e gli investitori in cerca di riparo dall’inflazione, il metallo prezioso sembra destinato a mantenere il suo status di asset strategico nei mercati finanziari globali. Nel frattempo, i forni delle raffinerie svizzere continueranno a lavorare senza sosta, soddisfacendo una domanda che, dopo millenni, non accenna a diminuire.