A Guide to All Creative Directors

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I social stanno rovinando le località turistiche?

Come l'overtourism sta cambiando il settore alberghiero e gastronomico

I social stanno rovinando le località turistiche? Come l'overtourism sta cambiando il settore alberghiero e gastronomico

Di recente sui social network hanno fatto molto discutere le immagini e i video che mostrano lunghe code di pullman turistici a Roccaraso, una nota località sciistica in Abruzzo. A quello che è stato definito l’«assalto» al paese hanno contribuito, tra le altre cose, le gite giornaliere a basso costo organizzate da alcune agenzie di viaggio della vicina Campania. Lo stesso sindaco del paese, Francesco Di Donato, parlando con Repubblica ha puntato il dito contro queste realtà, accusandole di promuovere un turismo «mordi e fuggi». Il caos nel comune abruzzese ha sollevato soprattutto problemi di sicurezza, oltre a quelli legati alla pulizia urbana, mettendo a dura prova le autorità locali, che si sono trovate a gestire la situazione con risorse inevitabilmente insufficienti: «Non possiamo installare mille bagni chimici in una stazione sciistica», ha dichiarato Di Donato al Corriere del Mezzogiorno. Anche molti ristoratori locali si sono lamentati dell'eccessivo affollamento di turisti, che ha allontanato parte della clientela abituale, solitamente attratta dalla tranquillità di Roccaraso. Poco tempo prima, nella località sciistica abruzzese, aveva trascorso una vacanza la content creator napoletana Rita De Crescenzo, e sui social network aveva pubblicato foto e video dove consigliava di fare visita al paese. Con oltre 1,5 milioni di follower su TikTok, De Crescenzo gode di molta popolarità tra i campani. Sui media nazionali e locali si è discusso parecchio del possibile impatto dei contenuti della tiktoker sul sovraffolamento di Roccaraso, ma De Crescenzo ha precisato a Il Mattino che non si ritiene «responsabile dei comportamenti degli altri».

Neanche i ristoranti si salvano

Il caso in questione si inserisce in un più ampio dibattito sugli effetti della sovraesposizione che determinati posti ricevono sui social network. È un tema, questo, sentito anche e soprattutto nel settore della ristorazione – tanto nei piccoli centri quanto nei grandi. Sempre più influencer, infatti, puntano a scoprire locali semi-conosciuti, in nome della loro autenticità. Il fenomeno è particolarmente visibile a Milano e Roma, con ricadute altrettanto evidenti, ma sempre più spesso coinvolge anche la provincia. Ormai non solo le persone che vivono nelle grandi città italiane sono incentivate a  provare certi locali perché li hanno semplicemente visti su Instagram o TikTok, consigliati da qualche content creator. Il risultato, però, spesso porta a un aumento fuori controllo della clientela, che per i ristoranti più piccoli può diventare un grosso problema. La popolarità improvvisa ottenuta grazie ai social network può rivelarsi un’arma a doppio taglio, penalizzando non solo gli addetti ai lavori, ma anche la clientela abituale e fidelizzata, che potrebbe dover affrontare un aumento dei prezzi, oltre a incontrare maggiori difficoltà nel frequentare il locale.

@ritadecrescenzoreal

suono originale - Rita decrescenzo

Di recente la scena gastronomica di Milano ha registrato una forte crescita, diventando sempre più vivace e variegata, a tal punto che sta venendo scoperta e apprezzata anche da chi non era solito frequentare certi ristoranti. Lo dimostra pure il crescente numero di guide sulla città,  pubblicate non solo sui social network. Rispetto al passato è cambiata la rapidità con cui questi suggerimenti raggiungono una vasta porzione di pubblico: se fino a qualche anno fa una promettente apertura o un indirizzo particolarmente sofisticato venivano inizialmente intercettati quasi esclusivamente dagli appassionati di cucina, oggi non è più così. I contenuti che segnalano nuovi ristoranti e locali in voga vengono quasi immediatamente visti e condivisi da migliaia di persone nell’arco di pochissimo tempo, e ripresi a loro volta da altri content creator. Questo ciclo promozionale, che si autoalimenta in modo esponenziale, non solo influenza le abitudini dei visitatori, ma in alcuni casi arriva a trasformare il panorama gastronomico di città come Milano, oltre che l’identità stessa dei posti consigliati.