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Quest’anno Design Week e Biennale sono troppo vicine?

Il publisher di Flash Art, Cristiano Seganfreddo, ha sollevato la questione

Quest’anno Design Week e Biennale sono troppo vicine? Il publisher di Flash Art, Cristiano Seganfreddo, ha sollevato la questione

Aprile sarà un mese caldissimo per il Nord Italia, e non tanto perché le temperature saliranno oltre la media, ma perché la Design Week e l’apertura della Biennale Arte a Venezia si terranno a distanza molto ravvicinata – troppo ravvicinata secondo Cristiano Seganfreddo, publisher di Flash Art e patron di Politi Seganfreddo Edizioni, che ieri ha segnalato come due manifestazioni così nevralgiche e che coinvolgeranno gli addetti ai lavori di due aree si vadano quasi a sovrapporre. Ma spieghiamo meglio: la prossima Milano Design Week 2024 si terrà nella settimana che va dal 15 al 21 aprile; la Biennale Arte invece aprirà sabato 20 ma il nodo del problema è che i giorni di pre-apertura dedicati alla stampa e ai vari insider, che devono giustamente visitare tutto prima del pubblico, si trovano nel bel mezzo della Design Week milanese. Se volessimo pure spaccare il capello in quattro, anche Vinitaly si terrà nei medesimi giorni della pre-inaugurazione di Biennale Arte e di Design Week, ovvero dal 14 al 17 aprile, creando ulteriori sovrapposizioni in settimane che non sono semplicemente animate dalle varie esposizioni/fiere di settore ma ne sono anzi sovraccariche data l’urgenza di presenzialismo di brand anche poco attinenti al design d’interni in senso stretto. 

La considerazione dell’editore è giustissima. Specialmente ora che il mondo dell’arte, del design e di quell’apparato creativo e industriale che etichettiamo come “Made in Italy” sta cercando ulteriore valorizzazione e legittimità in un momento che appare invece di profondo declino morale, intellettuale e culturale della società intera. Ciò che Seganfreddo definisce «anarchia o inconsapevolezza istituzionale» è l’inquietante sensazione che questo pasticcio di date non sia stato una semplice idea sconsiderata o un errore, ma il frutto di una completa miopia, il segno che gli organizzatori non si sono posti il problema, una tragica mancanza di lungimiranza. Una possibile obiezione a questo ragionamento, almeno per quanto riguarda Design Week e Biennale, è che i visitatori interessati potranno, quest’anno, finire con una manifestazione e recarsi a quella concomitante in un singolo viaggio – cosa forse più conveniente per chi viene dall’estero e dovrebbe prenotare due diversi voli aerei a distanza di un mese per visitare entrambe. Dal punto di vista del semplice pubblico, in effetti, la sovrapposizione non sussiste davvero dato che la Biennale di Venezia rimane aperta fino al 24 novembre e dunque la si può visitare a proprio agio – ma il ragionamento di Seganfreddo non riguardava tanto la comodità dei turisti quanto lo standing dei due eventi.

Il punto più importante tra quelli toccati da Seganfreddo, infatti, riguarda la percezione e l’autonomia culturale dei due eventi o, nelle sue parole, della loro «egemonia» che viene mutualmente depotenziata dalla sovrapposizione delle tempistiche. L’idea, qui, è che le due occasioni sono una forte ragione di vanto per le rispettive città e per il riguardo di cui ricoprono l’Italia intera. Decidere (o, nel caso in cui davvero i diversi enti non si siano parlati tra loro, far capitare) che esse debbano coesistere nella medesima settimana significa non farne dei singoli appuntamenti “portanti” ma creare un mucchio in cui per forza di cose le manifestazioni finiranno per rivaleggiare e, in certi casi, anche risultare tra loro indistinte. Un po’ come succede, nel campo della moda, con l’ambiguo mix di Pitti Immagine e Milan Fashion Week e con la famosa questione dell’ultimo giorno “digitale” di Milan Fashion Week che sulla carta esiste ma che in realtà è una specie di tregua in cui gli addetti ai lavori viaggiano tra Milano e Parigi. Il problema con Design Week e Biennale, però, è che la loro mole e il loro peso vanno molto al di là del tutto sommato ristretto ambito della moda di lusso e coinvolgono una mole di visitatori e di aziende assai superiore – perché comprometterne l’importanza per banali questioni di calendario?