Vedi tutti

Per la Gen Z l'amore non è una priorità

Gen Z Series Valentine’s edition

Per la Gen Z l'amore non è una priorità Gen Z Series Valentine’s edition

“True Love Will Find You In The End” cantava Daniel Johnston nel 1984 prima che Thom York gli facesse eco undici anni dopo, una frase vecchia come il mondo con cui tutte le madri hanno rassicurato i propri figli in lacrime per la prima delusione d’amore. Eppure, a qualche decennio di distanza dall'uscita del brano del cantautore americano, questa immagine di cieca speranza per il futuro e in particolare per il proprio futuro affettivo, ha smesso di comunicare in modo efficace con una nuova generazione di ragazzi. L’amore, per la Gen Z, è molto diverso dal sentimento per cui sono stati sprecati fiumi di inchiostro: è pragmatico, per nulla eterno, lontano dai fasti del romanticismo. Basti pensare che solo un membro della Gen Z su 10 dice di essere "impegnato a impegnarsi", preferendo la solitudine (o i rapporti occasionali) a quell’immagine un po’ datata della vita in due, e che su 15 ragazzi intervistati per il nostro esperimento sociale Gen Z Series Valentine’s edition, nessuno ha saputo dare una definizione di quella grande e astratta parola chiamata "amore": «It’s just a feeling right?».

Stabilità economica, una carriera di successo e una casa di proprietà, sono gli obiettivi prefissati dalla Gen Z prima che il matrimonio, o una relazione impegnata, entrino in scena. La solitudine è un tropo ricorrente, legato al periodo particolarmente delicato in cui questa generazione ha fatto il suo ingresso nell'età adulta, segnato dal lascito di una pandemia globale, dal continuo aggravarsi del cambiamento climatico, dall'instabilità finanziaria e politica. Molti ritengono di dover raggiungere una stabilità personale, mentale ma ancor prima finanziaria, prima di coinvolgere un'altra persona nella propria vita. Ciò non significa che non esprimano interesse per il romanticismo e l'intimità; piuttosto stanno trovando nuovi modi per soddisfare desideri e bisogni senza stravolgere il proprio ordine di priorità. Un cambiamento che ha fatto nascere l'idea di "situationship", termine che descrive la zona grigia tra l'amicizia e la relazione.

In quest’ottica il matrimonio diventa per lo più un’istituzione obsoleta, un «bigottismo all’italiana» per citare Mattia o un «qualcosa di molto tradizionale che non mi interessa» secondo Jordan.  Se i Millennial hanno ritardato il matrimonio per motivi pratici, come la paura del divorzio (molti sono cresciuti come figli di divorzi) o più semplicemente perché non potevano permetterselo, per la Gen Z non sposarsi è una scelta ideologica, un modo di opporsi al sistema valoriale che li ha preceduti. Lo stesso vale per i figli, il 46% non ne vuole, mentre tra gli intervistati spiccano coloro che, piuttosto che mettere al mondo una nuova vita, preferirebbero adottare, «o magari un cane» commenta Alessia con grande disappunto del ragazzo Andrea. Secondo uno studio della BBC, nella visione dell'amore secondo la Gen Z c'è inoltre stata una netta diminuzione dell'adesione a un genere binario e un aumento delle «persone disposte a esplorare la propria sessualità», circa il 50% si identifica come eterosessuale, mentre il restante 50% si definisce “eteroflessibile". La Gen Z segue l'interesse dei Millennial per le relazioni aperte o poliamorose, tanto che, secondo YouGov America, un terzo di tutti gli americani intervistati affermano che la loro relazione ideale sarebbe non monogama. Questa apertura a diversi tipi di partner e relazioni sessuali dimostra che la Gen Z non cerca necessariamente il suo "unico e solo", l'anima gemella decantata nelle commedie d'amore, ma piuttosto diverse persone che soddisfino diversi bisogni, siano essi romantici, sessuali o di altro tipo.

Ci si aspetterebbe da questi presupposti una vita sessuale florida per i giovani d'oggi, agevolata dalle dating app e da una mentalità libertina, invece, piuttosto che fare più sesso rispetto alle generazioni precedenti, i risultati rivelano che la Gen Z sta vivendo in realtà in una "recessione sessuale". Per esempio, alla domanda sulla frequenza dei rapporti sessuali, il 40% dei Gen Z dichiarato di non fare mai sesso, mentre il 13% ha detto di farlo una o meno volte all'anno. Solo il 37% ha dichiarato di avere rapporti una volta al mese o più, in netto contrasto con le attuali abitudini sessuali dei Millennial, con il 67% degli over 30 che fa sesso una volta al mese o più. Di fatto, queste statistiche rendono la Gen Z sessualmente attiva quanto le persone di 75 anni e oltre, rivelando il triste ritratto di una generazione disinibita a parole, molto inibita a fatti. È difficile stabilire se la Gen Z stia plasmando la società o se sia la società a plasmare la Gen Z. Quel che è certo è che se il nostro modo di vivere l'amore è il frutto del nostro modo di vivere in società, la solitudine è purtroppo un compagno più fedele del sesso, e che sì, l'anima gemella e l'amore eterno sono sicuramente falsi miti da raccontare ai bambini, ma non sempre il realismo è la scelta più felice.