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Da avere adesso: l’anellazzo

Da avere adesso: l’anellazzo

Le gemelle Olsen insegnano: "Se bella e cool vuoi apparire, un bell’anello devi esibire". Meglio se due, perfetto se più di tre.

Le Olsen, infatti, sono maestre in questo; probabilmente perché hanno inscritto nel DNA la capacità di creare e divulgare trends, per cui da anni si fanno fotografare tutte bardate di anelli e simili, stile Vergine del Rosario durante la processione del Venerdì Santo.
Nel caso dell’anellazzo poi, il gioco è facilissimo. Non si tratta di abiti che possono stare bene o male, né di scarpe che possono essere comode o scomode, estive o invernali, ma di anelli che, tranne poche eccezioni, stanno bene a tutti.

La regola in questo caso è esagerare.
Avete, ad esempio, l’anello di fidanzamento tanto desiderato? Complimenti. Non pensate però di doverlo esibire solitario – e qui il gioco di parole è d’obbligo- sulla vostra mano. Perché, per fare realmente effetto, avrà bisogno di essere coordinatamente scordinato a tutti gli altri monili affini che possedete in casa. Insomma, come per i braccialetti, chi ne ha più ne deve mettere. Inoltre,  qui gioca il forte potere di democratizzazione della moda, non vale tanto la qualità o l’importanza del pezzo, quanto la sua grandezza e la capacità di attirare l’attenzione su di sé. E’ come affermare che l’anello maxi di H&M con pietra verde falsa fa più glamour di quello vero, costoso ma, smilzo e invisibile.

Lo stesso YSL per cavalcare la tendenza, ad esempio, - occhio parliamo di una moda unisex, che coinvolge totalmente anche il mondo di lui - ha creato degli anelli, gli “Arty rings”, enormi, colorati, divertenti, a prezzi decisamente accessibili, che come funghi, in pochissimo tempo, sono spuntati sulle celebri mani di tutti quelli che contano, innescando una lotta a chi si accaparra e sfodera il pezzo più bello.

Naturalmente, anche in questo caso, bisogna aguzzare l’ingegno. Se siete a corto di liquidi o non disponete di gioielli di famiglia tali da poter fare invidia ai vostri amici, datevi da fare. Cercate nei vostri portagioie da teenager, fatevi un giretto presso i rigattieri o nei mercatini improvvisati per strada, rubate alle vostre sorelle o cuginette più piccole, createveli da soli. Ve lo ricordo non conta la purezza o il costo, ma il carattere e la capacità evocativa/comunicativa dell’oggetto.

Il mio sogno? Riuscire a trovare e sfoderare quello di plastica – con il fiorellino che si applicava sul cerchietto- che usciva in regalo dalle patatine, quando ero piccolina. Lo adoravo. Vi prego se ne avete un esemplare fateci sapere.
Alla prossima.