
Cosa ci raccontano i gioielli della FW25
Vale la regola "the bigger the better"
03 Aprile 2025
Orecchini a forma di serratura, spille dorate dalle linee nette, perle extra-large che sfiorano il pavimento. Alla FW25 i gioielli non sono stati semplici accessori: sono diventati il messaggio. I brand li hanno usati per definire identità, costruire silhouette, parlare di valore estetico ed economico. Secondo il Consensus 2025 di Altagamma, il settore della gioielleria di lusso ha registrato una crescita del 4,5%. È un dato che spiega perché sempre più maison, anche quelle più focalizzate sull’abbigliamento, stanno puntando su collezioni di gioielli, che rispetto agli abiti si producono più in fretta, non richiedono taglie specifiche e permettono di rendere riconoscibile un marchio in maniera immediata. Il report di McKinsey & Company prevede che il mercato globale della gioielleria raggiungerà i 250 miliardi di dollari entro il 2025, un dato a cui si aggiunge un cambio nei criteri d’acquisto. Come sottolinea Il Sole 24 Ore, entro il 2025 il 20-30% delle vendite sarà influenzato da parametri ambientali. Aziende come Chopard, Tiffany & Co. e Bulgari stanno già investendo in oro etico, nei diamanti sintetici, nella trasparenza e nella produzione a basso impatto. Intanto, il vintage continua a espandersi. Come segnala Vogue Business, piattaforme come The RealReal e Vestiaire Collective registrano un aumento costante delle vendite anche per quanto riguarda il reparto gioielleria.
Uno degli esempi più chiari della direzione che sta prendendo la gioielleria arriva da Schiaparelli. Il direttore creativo Daniel Roseberry ha spinto sull’industrializzazione della gioielleria couture cercando di portare i suoi pezzi scultorei a un pubblico più ampio, senza perdere l’estetica surreale che definisce la maison. Nella collezione FW25, una collana dorata raffigurava un volto frammentato: un occhio centrale, lacrime a forma di perle, naso e bocca scolpiti in metallo. In chiusura una piccola serratura, simbolo ricorrente del brand, che richiamava l’idea di qualcosa di custodito, personale, privato. Anche da Chloé la direttrice creativa Chemena Kamali ha seguito la stessa idea, portando in passerella gioielli che sembravano oggetti personali, conservati nel tempo. Collane e ciondoli appesi a catene da chatelaine erano abbinati a camicette con fiocco in stile anni '80. Kamali ha mostrato che il guardaroba di una donna evolve nel tempo: si collezionano pezzi, si ricevono in regalo, si tengono, si riscoprono. I gioielli, in questo contesto, sono oggetti il cui valore affettivo cresce nel tempo. Anche Balmain ha lavorato con simboli forti: orecchini a forma di corna, bracciali dorati molto spessi e oggetti come cuori o rossetti, che servono più per il riconoscimento identitario che per il decoro.
Il ritorno delle perle non segue una sola direzione. Alcuni brand le hanno rese più sobrie, altri le hanno trasformate in dichiarazioni visive. Moschino, ad esempio, per la FW25 ha scelto una forma compatta e dorata, allontanandosi dall’estetica tradizionale. Sandy Liang ha invece mantenuto un approccio più classico, puntando su piccole perle bianche che richiamano una certa idea di eleganza discreta. Il brand londinese Huishan Zhang ha lavorato sulle proporzioni: i suoi orecchini, composti da due grandi sfere, creano un equilibrio tra minimalismo e presenza scenica. Anche Isabel Marant si inserisce in questa scia, anticipando alcune tendenze poi emerse nelle sfilate principali. Lo fa con un’estetica più romantica: le sue perline bianche si dispongono in una cascata che incornicia il viso, lasciando al gioiello il compito di definire il look.
In altre collezioni, le perle hanno preso tutt’altra forma. Non evocano più eleganza discreta ma eccesso e provocazione. Chanel, che si trova in un momento di transizione, per la FW25 ha lasciato spazio al suo design team per muoversi tra minimalismo di Coco Chanel e il barocco di Karl Lagerfeld. Il risultato: perle oversize, sfere di vetro rosa, catene dorate. In alcuni casi, come in quello della cintura-gioiello interamente fatta di perle, l’accessorio è diventato parte integrante dell’abito, ridefinendo l’intero look. Lo stesso vale per Vaquera, che ha presentato una versione estrema della collana di perle extra-grosse, così lunga da sfiorare il pavimento. Nella stessa visione di esagerazione si colloca Dsquared2, che per celebrare i 30 anni di attività ha scelto catene extralarge e orecchini lunghissimi puntando tutto sulla visibilità. Gucci, anch'esso come Chanel ritrovatosi in un cambiamento alla direzione creativa, ha adottato un approccio simile, con catene dorate portate a due giri con un pendente centrale, facili da abbinare ma difficili da ignorare.
Miu Miu ha scelto grandi spille e orecchini dorati, usati per dare peso a ciascun look. Il gioiello-statement resta al centro, confermando il trend di accessori scultorei che attirano l'attenzione. Il brand, che da anni si conferma in vetta alle classifiche delle firme più volute dai nuovi consumatori, conferma il ritorno della power-jewelry: gioielli importanti, capaci di trasformare e completare un outfit con personalità e carattere. L'oro è primo protagonista della FW25: dall’oro giallo brillante di Schiaparelli e Balmain a un ottone placcato oro di Zimmermann effetto vintage, questo materiale prezioso funziona anche perché comunica valore in modo immediato. Il trend è evidente anche sui social, con TikTok che regista oltre 486.000 post per l'hashtag #goldjewelry, mentre #silverjewelry si ferma a circa 305.000. Segno che l’oro, oltre a dominare in passerella, continua ad avere un impatto forte anche nel gusto quotidiano.
Il ritorno dei maxi-gioielli racconta qualcosa che va oltre le mode. In un tempo segnato dalla visibilità continua e dall’identità esibita, accessori così evidenti rispondono a un’esigenza precisa: essere riconosciuti. Non sono solo ornamenti, ma segni immediati di presenza. Alcuni pezzi vanno oltre la superficie e hanno una dimensione affettiva legata alla memoria o all’appartenenza. In un presente veloce e instabile, cerchiamo oggetti che ci aiutino a lasciare una traccia, che restituiscano peso a ciò che siamo. Attraverso i gioielli, i designer non puntano solo sull’effetto visivo: vogliono attribuire significato ai vestiti, trasformarli in estensioni simboliche di chi li indossa - senza contare il fatto che le mode recenti stanno prediligendo la basicità di colori neutri e dell'estetica office-chic. Il gioiello diventa allora un modo per raccontarsi, senza parole.