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Gucci è il nuovo Prada?

Milano cambia focus

Gucci è il nuovo Prada? Milano cambia focus

Se un tempo lo show di Prada era senza mezzi termini il momento più atteso all’interno del calendario della moda meneghina –  e probabilmente dell’intera stagione di sfilate – oggi questo ruolo pare vacillare.

Lo stile avanguardistico e concettuale di Miuccia Prada – che per anni ha rappresentato l’oggetto privilegiato di analisi approfondite da parte della stampa internazionale – sembra dover fare i conti con una figura maschile altrettanto affascinante e intellettuale: Alessandro Michele

Non si tratta certo di competizione: i due marchi rappresentano due capisaldi dell’industria, sia a livello italiano che internazionale, ma l’ingresso del nuovo direttore creativo presso la Maison Gucci nel gennaio dello scorso anno ha scosso gli animi, rendendo il défilé del brand della doppia G un momento campale – senza dubbio al pari dell’aspettativa per lo show di Prada a Milano e Chanel a Parigi.

Il quesito sorge spontaneo: il nuovo Gucci ha superato la fama storica di Prada? L’esercito di giovani geek-chic capitanato da Alessandro Michele ha preso il sopravvento sulla moda austera e criptata della Signora Miuccia?

Difficile stabilirlo con certezza. Tuttavia social network, reportage di streetstyle e indagini di mercato sembrano propendere verso questa direzione.

Come suggerito da nowfashion.com in un recente articolo – titolato ironicamente Keeping up with the BOYS – Alessandro Michele si inserisce all’interno di una triade tutta maschile che ha stravolto il calendario della moda milanese, determinando uno svecchiamento creativo tanto agognato quanto necessario.

Accanto a lui si collocano Massimo Giorgetti – fondatore di MSGM e direttore creativo di Emilio Pucci dal maggio 2015 – e Peter Dundas, di recente tornato alle redini di Roberto Cavalli dopo una parentesi durata sette anni presso Pucci, appunto. Grazie a queste tre menti brillanti gli show dei suddetti brand sono oggi più attesi che mai, e la capitale della moda italiana è tornata a essere sinonimo di entusiasmo e freschezza.

In occasione della settimana appena conclusa, Dundas ha presentato una collezione dalle spiccate referenze ‘70s, portando in passerella moderni Jim Morrison e sexy Janis Joplin. Per la seconda linea del brand, invece, ha ricreato una Factory ispirata a quella newyorkese di Andy Warhol, con tanto di concerto rock, foto tessere in bianco e nero e modelli dai capelli incolti. Giorgetti ha fatto parlare di sé per la decisione controcorrente di bandire i social network dal suo show per MSGM, fornendo agli addetti ai lavori un interessante spunto di riflessione riguardo al preponderante ruolo dei social media all’interno dell’industria. Michele ha fatto sognare, ancora: ha condotto un fiume di fashion editor in un angolo remoto della città per mettere in mostra – con più di un’ora di ritardo – una collezione sofisticata e a tratti onirica, ricca di referenze artistiche e dettagli inediti.

Il panorama della moda milanese è dunque in piena evoluzione, così come Milano. Expo, che l’ha vista protagonista lo scorso anno, ha apportato alla città numerose migliorie, che evidentemente hanno influito anche sullo spirito creativo della metropoli. Anche se ora è concluso, il fermento resta. L’estro di questi designer, capitanati da Michele, ha iniettato nuova linfa a Milano, tanto da riuscire a offuscare un nome come Prada.

Milano è finalmente pronta ad aprire le porte al cambiamento?