Vedi tutti

Miu Miu AW15 campaign has been banned

Pulled out from magazines by the Advertising Standards Authority

Miu Miu AW15 campaign has been banned Pulled out from magazines by the Advertising Standards Authority

É successo un’altra volta: l’Advertising Standards Authority inglese ha vietato alcuni scatti della campagna autunno-inverno 2015 di Miu Miu. Il motivo è quello dell’apparente sessualizzazione di una modella che sembra minorenne. Sembra, appunto, perché la protagonista dello scatto in realtà è Mia Goth, che ha 22 anni ed è la famosa attrice di Nymphomaniac.

Lo scandalo si è scatenato dopo la pubblicazione dell’articolo su Vogue UK, l’ASA ha stroncato le foto perché la modella ha una posa lasciva, indossa abiti più grandi della sua taglia ed ha un make up troppo leggero, che fa sospettare che abbia meno di 16 anni.

D’altro canto Miu Miu ha cercato di difendersi giustificando l’apparizione con un abbigliamento sofisticato e nude look, fatto che non ha scosso i lettori, come sentenziato da Vogue. Ma nonostante ciò la denuncia è arrivata al capolinea e la foto cancellata, quando si tratta di sessualizzazione di minori nessuno vuole essere coinvolto. Se però dovessimo essere puntigliosi si potrebbe sottolineare che nei poster promozionali del film Nymphomaniac Mia appariva in topless ed in libido, e nessuno si è lamentato, nonostante fossero affissi sui muri delle città. Giusto vietare le produzioni oltraggiose, ma è necessaria una certa coerenza.

C’è da dire che Miu Miu non è nuova a problemi con l’ASA, già nel 2011 la campagna pubblicitaria con la 14 enne Hailee Steinfeld seduta sui binari era stata cancellata perché “ritraeva un minorenne in pericolo” e poteva urtare la sensibilità delle folle. Troppo facile fare riferimento anche alle produzioni bannate di American Apparel, che ritraevano studentesse in uniformi scolastiche sexy.

Nel mondo della moda quello della sessualizzazione di minore è un tema molto scottante, il confine tra l’uso di modelle troppo giovani e la loro erotizzazione è molto sottile. Colpa forse anche di una società sessista? Forse così si banalizza il tema, perché alcune produzioni, considerate di alto livello, possono avere duplici interpretazioni. Allora sarebbe giusto porre un limite di età? Sappiamo che le agenzie di modeling sono a caccia di volti giovani, ma che però devono essere preservati da un mondo troppo grande per loro. Da qui nascono alcune importanti iniziative, come quella di Coco Rocha con Model Alliance, agenzia deputata alla difesa dei diritti delle modelle under 16. 

Anche Carine Roitfeld, quando era alla guida di Vogue Francia, ha dovuto scontrarsi con questo tema. Nel 2010 aveva autorizzato la pubblicazione di un servizio che ritraeva Thylane Lena-Rose Blondeau (che all’epoca aveva 9 anni) in pose sexy ed abiti succinti, da lì l’accusa di pedopornografia e l’abbandono dell’incarico. Un fatto che ha smosso le coscienze e focalizzato il problema, anche a livello mondiale.

La difesa dei minori nel contesto della moda dovrebbe essere la prerogativa di ogni brand, ed è giusto che l’ASA agisca in questo senso. Sulla questione Miu Miu il nostro giudizio è sospeso, le apparenze danno ragione a chi denuncia la foto, ma l’essenza è diversa. 

L’oggettività di certe scelte è impossibile.