"Brunello - Il visionario garbato" e il viaggio alle origini dello stilista Il film è diretto da Giuseppe Tornatore e le musiche sono del maestro Nicola Piovani

“Io sono un imprenditore. Però, devo ammetterlo, se avessi potuto scegliere mi sarebbe piaciuto fare il Papa”. In fondo è una vita da monaco quella che desiderava Brunello Cucinelli, andare avanti e indietro dal campanile del suo paese fino a casa e passare la sera davanti al fuoco. Le cose, invece, sono andate diversamente. Per scoprirlo è possibile andare al cinema dal 9 dicembre per Brunello - Il visionario garbato, opera sullo stilista e industriale originario di Castel Rigone, in provincia di Perugia, che ne ripercorre la vita e la carriera attraverso l’occhio del regista premio Oscar Giuseppe Tornatore, accompagnato dall’amico e maestro Nicola Piovani, impegnato nella colonna sonora. “Mi sono detto che non volevo che facessero un film su di me quando ero morto, ma dare la possibilità agli spettatori di sentire la mia voce. E volevo fosse Giuseppe a dirigerlo perché Nuovo Cinema Paradiso è il film del mio cuore”. 

Tornatore lo ha fatto penare, ma alla fine se Brunello vuole qualcosa, Brunello la ottiene. “Non lo conoscevo bene”, racconta il regista e sceneggiatore durante l’incontro al Teatro dell’Opera di Roma, dopo una première speciale di Brunello - Il visionario garbato nella capitale, nientemeno che negli scenografici studi di Cinecittà. Un’anteprima piena di star internazionali, da Jonathan Bailey a Jessica Chastain, da Jeff Goldblum a Bianca Balti. Continua il regista: “Quando all’inizio mi è stato chiesto di lavorare a questo progetto ero restio, ma come dice la moglie Federica, quando Brunello vuole qualcosa non molla finché non la conquista. Perciò gli ho chiesto un po’ di tempo per pensarci e trovare un’idea intorno a cui costruire l’opera. Ho scelto il suo rapporto col gioco delle carte. E devo dire che mi è stata lasciata una grande libertà. Di solito quando si realizza un docufilm su qualcuno si pensa che vorrà mettere o togliere cose a proprio piacimento, invece Brunello si è fidato completamente”. 

Non poteva essere altrimenti visto che Cucinelli adora il lavoro di Tornatore, da lui definito un regista-poeta e con cui gli piacerebbe poter lavorare un’altra volta insieme, magari producendogli un film: “Gliel’ho proposto”, rivela lo stilista. “Ma solamente se fa una storia d’amore. Ne abbiamo tutti tanto bisogno”. Per Brunello Cucinelli, infatti, solo ciò che è bello e scalda l’anima è destinato a durare. L’opera al posto del suo autore, l’arte al posto del suo artista. Ed è ciò che augura anche al suo lascito. Un’eredità che in Brunello - Il visionario garbato comunica tra il passato e il presente, in un film (come lo stilista preferisce definirlo, al posto di documentario) in cui viene utilizzato poco materiale di repertorio, un po’ per mancanza dello stesso, ma in buona parte per volontà di Tornatore e il suo voler ricostruire la vita di Cucinelli per dare il necessario tocco cinematografico all’opera.   

E se serviva rimettere in scena la sua esistenza dagli inizi, c’era anche bisogno di qualcuno che lo interpretasse. Così, nel progetto, è salito a bordo Saul Nanni, attore visto nel 2025 nell’adattamento Netflix de Il gattopardo e prossimamente in sala col secondo lungometraggio di Nicolangelo Gelormini, La gioia, in cui recita accanto a Valeria Golino e Jasmine Trinca. “Ho incontrato Giuseppe e la prima cosa che mi ha detto è stata: per me la cosa più importante è che tu sappia giocare a carte”, ride Nanni. “Lo ammetto, non avevo la gestualità di Brunello, ma ho cercato di imparare, sono andato nel suo paese di origine, per me era importante camminare giorno e notte per la sua terra, sentire le storie che le persone avevano da dire su di lui. Tutti mi fermavano perché volevamo raccontarmi qualcosa”. Per scoprire le origini e il contributo nell’ambito del lusso e della moda dello stilista italiano non resta perciò che andare in sala l’8, il 9 e il 10 dicembre per l’uscita speciale di Brunello - Il visionario garbato.