I 5 migliori show della 080 Barcelona Fashion SS26 Tra più di venti protagonisti, ecco quelli che hanno lasciato il loro segno
Per chi pensa che la moda entri in letargo dopo la Paris Fashion Week, si sbaglia. E non solo, perché a forza di credere che tutto si fermi dopo le Big 4, ci si perde uno degli appuntamenti più rilevanti nel panorama delle fashion week decentralizzate. Anno dopo anno, o meglio, stagione dopo stagione, la 080 Barcelona Fashion consolida il proprio ruolo di incubatore culturale all’interno del sistema moda, affermandosi come uno spazio di sperimentazione e riflessione, non solo per la scena locale ma anche per quella internazionale.
Tra le decine di brand presenti, alcuni hanno saputo distinguersi per coerenza visiva, direzione creativa e capacità di tradurre la propria identità in una narrazione solida. Collezioni che, oltre a dimostrare una cura meticolosa per i materiali, hanno saputo raccontare i propri universi davanti a un pubblico sempre più internazionale. Ecco dunque i 5 migliori show della 080 Barcelona Fashion.
Dominnico
Dominnico continua a definire la sua estetica come un equilibrio tra nostalgia e futuro. Per la SS26, Domingo Rodríguez Lázaro costruisce un dialogo tra il Settecento e il post-internet con corsetti strutturati e volumi rococò che si mescolano a taffetà e denim rigenerato, creando silhouette opulente ma leggere, pensate per un corpo libero da genere e da regole. La collezione gioca con i riferimenti al film Marie Antoinette di Sofia Coppola, ma li restituisce in chiave cyber-romantica, attraverso tonalità pastello e dettagli metallici. È un esercizio di stile che dimostra come la ricerca sui materiali e l’upcycling possano convivere con una visione pop e consapevole del lusso.
Custo Barcelona
Custo Barcelona, storico brand della città, riafferma la propria identità esuberante e visionaria con Instaglam, una collezione che abbraccia il potere dell’immagine e dell’autenticità personale. Le silhouette sono dinamiche, le strutture geometriche, i colori accesi come un feed saturo con una palette fatta di toni di fucsia, turchese e nero che diventano strumenti con cui riscrivere il concetto di glamour. I vestiti, protagonisti assoluti, alternano lavorazioni in guipure e pizzi trasparenti a patchwork materici che sembrano comporre un mosaico in movimento. Ogni look è una dichiarazione di libertà individuale, dove la moda non si adatta al corpo, ma lo amplifica.
Outsiders Division
Con Kindergarden Riot, Outsiders Division riporta in passerella l’energia dell’infanzia, trasformandola in linguaggio stilistico. Il brand, fedele al suo motto «Adults who have not grown up», costruisce una collezione che unisce estetica preppy e attitudine punk, mescolando divise scolastiche, colori primari e dettagli giocosi in un equilibrio di apparente disordine. C’è qualcosa di profondamente emotivo nel modo in cui il marchio affronta il tema della crescita, in una collezione dove ogni capo racconta la tensione tra innocenza e ribellione, tra ricordo e trasformazione.
Habey Club
Habey Club interpreta la sostenibilità con sensibilità poetica, trasformando il gesto sartoriale in introspezione. La collezione B A S T A indaga l’idea di rinascita personale, costruendo silhouette fluide e stratificate, che giocano con trasparenze, volumi e contrasti di texture. Cotone, denim, pelle e maglieria si intrecciano in una palette naturale che va dal marrone al verde prato, evocando un equilibrio tra materia e spirito. Il risultato è una visione di eleganza essenziale ma a tratti surrealista, dove ogni dettaglio sembra appartenere a un rituale personale di risveglio e consapevolezza.
Carlota Barrera
La ricerca di Carlota Barrera sulla mascolinità prosegue con una collezione che scardina le barriere tra pubblico e privato. Il suo linguaggio sartoriale si apre alla trasparenza, alla leggerezza e alla vulnerabilità, traducendo la lingerie in un codice maschile fatto di equilibrio e intimità. I capi rivelano le proprie strutture interne, lasciando intravedere cuciture e linee che diventano parte del disegno. È una moda che non vuole nascondere ma raccontare, che esplora la sensualità come spazio di libertà. La collezione afferma una mascolinità nuova, sovversiva e sospesa tra forza e fragilità, costruita con una forte attenzione alla sartorialità pur mantendendo la delicatezza dell’emozione.