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Schiaparelli ritorna al futuro per l'Haute Couture Quando la Couture si colloca tra il passato e il futuro

Se molti direttori creativi oggi non temono di giocare la carta della nostalgia – anzi, spesso la usano a tal punto da smettere di creare per limitarsi a ricreare ciò che già conosciamo – Daniel Roseberry, per la collezione Couture FW26 di Schiaparelli, ha deciso invece di lanciarsi nel futuro. Pur omaggiando e ripercorrendo la storia della Maison e della sua fondatrice Elsa, la collezione presentata stamattina a Parigi ha fatto un passo indietro per poi proiettarsi con decisione in avanti non appena è salita in passerella. Con una serie di abiti futuristici – a volte argentati, a volte rosso metallizzato o nero corvino (come le piume dell’uccello che accompagnava Cardi B in prima fila) – la collezione firmata dallo stilista americano alla guida della Maison dal 2019 guarda esclusivamente al domani. Eppure, per brillare, ha dovuto compiere un vero e proprio ritorno al futuro, come suggerisce anche il suo titolo. Niente magliette con il volto di Marty McFly in stile Balenciaga, solo abiti architettonici, voluminosi e decadenti.

Schiaparelli ritorna al futuro per l'Haute Couture Quando la Couture si colloca tra il passato e il futuro | Image 573818

Se i tessuti dal look robotico possono far pensare a un’ispirazione proveniente da un futuro lontano, la realtà è ben diversa. La collezione non prende spunto né dallo Space Age di André Courrèges né dai metalli industriali di Paco Rabanne. L’ispirazione di Roseberry affonda le radici nel 1940, quando Elsa Schiaparelli lasciò la sua amata Parigi per raggiungere New York, dove l’attendeva un futuro ricco di possibilità. Un piccolo passo su una nave per la stilista italiana, ma un grande passo per la moda, che stava per chiudere una delle sue stagioni più rivoluzionarie. Quel periodo, segnato anche dalle innovazioni di Elsa Schiaparelli e dal suo desiderio costante di mettere in discussione il futuro della moda, è ancora oggi ricordato come una delle fasi più emblematiche della storia del costume. La collezione FW26 è quindi un chiaro omaggio non solo alla fondatrice, ma anche a quel momento di sospensione, in bilico tra la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova, in un processo di trasformazione profonda ma necessaria.

Schiaparelli ritorna al futuro per l'Haute Couture Quando la Couture si colloca tra il passato e il futuro | Image 573808

Ma la collezione Couture FW26 non è solo un inchino al passato. Nasce, piuttosto, da un’interrogazione sui tempi moderni: «È davvero possibile sfumare il confine tra passato e futuro. Con una palette cromatica che ruota quasi esclusivamente attorno al bianco e nero, l’intera collezione appare come un vecchio polaroid ritrovato per caso, un frammento di passato da custodire in un presente iperdigitalizzato. In un mondo senza schermi, senza intelligenza artificiale, senza tecnologia, ma intriso di riferimenti post-futuristici, i segni del modernismo si dissolvono in un ritorno alle origini che sorprende, e proprio per questo appare innovativo, quasi rivoluzionario. Se la scorsa stagione Schiaparelli celebrava l’opulenza barocca, questa volta si compie un passo deciso verso il futuro. Il rosa cipria lascia spazio al nero profondo, le silhouette corsettate tipiche della Maison scompaiono in favore di una nuova fluidità. L’idea di un futuro già immaginato nel passato viene ripensata con maggiore morbidezza, in modo più sottile.

Schiaparelli ritorna al futuro per l'Haute Couture Quando la Couture si colloca tra il passato e il futuro | Image 573799

Nonostante la ventata futuristica, Schiaparelli resta fedele a sé stessa. Alcuni elementi chiave del suo immaginario tornano in scena, come le iconografie del buco della serratura e dell’anatomia umana, reinterpretate attraverso dettagli in ceramica realizzati a mano. La collezione è nuova, ma il processo creativo richiama quello di Elsa Schiaparelli 85 anni fa: si pensi ai foulard decorati con pois ricamati in filo di seta. Naturalmente non mancano i trompe-l’œil, come in un abito rosso setoso che, sulla schiena, suggerisce la forma di due capezzoli nascosti, addominali scolpiti e un ombelico in rilievo. Anche se intelligenza artificiale e tecnologia sono state volutamente escluse dalla sfilata, un tocco di progresso ha comunque trovato spazio: lo dimostra il gioiello protagonista del teaser lanciato prima del debutto in passerella, un collier rosso brillante a forma di cuore umano, tributo a Salvador Dalì, grande amico di Elsa Schiaparelli, e al suo iconico "Coeur Royal" del 1953, capace di battere magicamente al ritmo del nostro cuore. Un battito che si è accelerato già all’ingresso della prima modella, in tailleur nero composto da una pencil skirt con tasche e l’iconica giacca “dinner” di Elsa, ricamata con dettagli dorati. A chiudere il défilé, Alex Consani, in lungo abito nero satinato, accompagnato da una collana ispirata alla celebre mantella “Apollo of Versailles” della collezione del 1938, dedicata all’astrologia e al Re Sole. Una collezione che si impone come un invito a guardare al passato non per restarvi ancorati, ma per ripartire con nuova forza verso ciò che verrà.