Perchè sempre più brand stanno copiando Chanel? La Maison è improvvisamente tornata sulle moodboard delle nuove collezioni

Perchè sempre più brand stanno copiando Chanel? La Maison è improvvisamente tornata sulle moodboard delle nuove collezioni

Parlare dell’influenza di Chanel sulla storia della moda potrebbe sembrare superfluo, considerando che la maison di Rue Cambon rappresenta una delle realtà più immediatamente riconoscibili nell’intero sistema moda. Gli anni di Karl Lagerfeld alla guida creativa del brand sono stati così significativi da indurre il Costume Institute, nel 2023, a dedicare al designer tedesco il tema del Met Gala di quell’anno, intitolato «Karl Lagerfeld: A Line of Beauty». Tuttavia, dopo la sua scomparsa, Chanel ha attraversato un periodo di calo nella sua rilevanza nell’immaginario collettivo, apparendo “polveroso” agli occhi delle nuove generazioni, ormai fidelizzate a estetiche contemporanee riconoscibili in brand come Miu Miu, Diesel e Marc Jacobs. Eppure, quando poco più di un mese fa Marc Jacobs ha diffuso il teaser della sua nuova collezione Pre-Fall 2025, l’impressione immediata è stata quella di trovarsi davanti a una versione appena più moderna ma certamente meno chic di Chanel: borse flap trapuntate, sandali platform in denim, mary-jane nere abbinate a calzini bianchi e una marcata presenza di tweed. Una scelta creativa apparentemente anacronistica per lo stesso designer che, appena qualche stagione fa, aveva dato vita alla linea ultra-streetwear e pop Heaven.

Analogamente anche Glenn Martens, nella FW25 di Diesel presentata a gennaio, ha proposto una versione più adulta e sofisticata del brand prediletto dai cool kids della Gen Z, forse con l’intento implicito di dimostrare la sua idoneità a succedere a John Galliano alla direzione creativa di Maison Margiela. In passerella non c’era solo una quantità notevole di tweed, ma anche il pied-de-poule, il pattern amatissimo proprio da Gabrielle Chanel, che è stata proprio lei negli anni ’30 a riportarlo in auge sulle passerelle di Parigi. Anche designer indipendenti come Simone Rocha e Willy Chavarria, nella stagione FW25, hanno presentato look che, seppur con modalità distinte, richiamavano in modo evidente elementi intrinseci dell’estetica Chanel: dalle giacche con colletto tondo e bottoni dorati del designer messicano, fino al mix di catene, perle e tweed con cuciture distressed, reinterpretato da Rocha in chiave coquette. Sorge spontanea la domanda sull’origine di questo rinnovato interesse verso Chanel da parte di brand fortemente orientati verso le nuove generazioni. Una curiosità che appare ancora più evidente se si considera che negli ultimi trent’anni Chanel raramente è stato sinonimo di hype o tendenza. Quindi perchè improvvisamente tutti stanno copiando la nuova casa di Matthieu Blazy?

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Marc Jacobs, Pre Fall 25
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Marc Jacobs, Pre Fall 25
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Diesel, FW25
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Diesel, FW25
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Diesel, FW25
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Willy Chavarria, FW25
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Willy Chavarria, FW25
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Simone Rocha, FW25
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Simone Rocha, FW25

Una delle risposte si trova, in realtà, già nella domanda. Il prossimo ottobre è atteso con una certa ansia il debutto di Matthieu Blazy al Grand Palais come couturier e nuovo direttore creativo di Chanel. Del “new Chanel” non si sa ancora nulla, ma la scelta di affidare le chiavi della maison al designer belga sembra rispondere a una logica precisa: replicare, su scala globale e con un brand ancora più istituzionale, il processo di modernizzazione che Blazy ha costruito con Bottega Veneta. Nonostante l’heritage rimarrà un elemento imprescindibile, è evidente che Chanel stia entrando in una nuova fase, con codici più freschi, una narrativa visiva più fluida e un immaginario meno distante dalle estetiche della Gen Z. Una direzione che, tra l’altro, era già stata suggerita dalla recente campagna della Chanel 25, dove Dua Lipa e Jennie delle BLACKPINK sono diventate i nuovi volti del brand, una mossa tanto palese quanto strategica per accendere i riflettori delle nuove generazioni. In questo clima di transizione, diversi brand sembrano aver colto l’occasione per avvicinarsi a quell’estetica: come direbbero su X, “reheating Chanel’s nachos”. Non solo per affinità stilistica, ma anche per intuizione commerciale. Perché se Chanel dovesse davvero allontanarsi da se stessa, almeno per un po’, qualcuno dovrà pur occuparne lo spazio.

@fine_young_cannibals An 80s classic that never goes out of style… She Drives Me Crazy As heard in the CHANEL 25 handbag campaign featuring @Dua Lipa & @JENNIE #fineyoungcannibals #shedrivesmecrazy #chanel #chanelhandbag #dualipa #jennie She Drives Me Crazy - Fine Young Cannibals

In tutto ciò c’è anche la questione del conservatorismo, che forse per ragioni di vendita, sembra spingere anche i brand più sensuali e irriverenti, come Marc Jacobs e Diesel, verso una classicità ritrovata. D’altronde la Maison parigina è stata tra le ultime a essere colpita dall’attuale crisi del lusso, e soprattutto in maniera meno pesante rispetto ai diretti competitor (come LVMH e Kering). Tuttavia, persino Chanel, uno dei marchi più potenti dell’industria globale, ha visto nel 2024 il suo primo calo annuo di fatturato dalla pandemia, registrando ricavi per 18,7 miliardi di dollari, in calo del 4,3%. Il calo, dovuto soprattutto alla contrazione della domanda in mercati chiave come la Cina continentale e agli investimenti aggressivi mantenuti nonostante un contesto geopolitico ed economico complesso, evidenzia una tendenza chiara: quando il mercato vacilla, i brand tendono a rifugiarsi in un’estetica sicura e riconoscibile ma soprattutto che riesce ad invogliare che i clienti ad investire. In questa ottica, il conservatorismo estetico non rappresenta soltanto una scelta stilistica, ma una precisa strategia di sopravvivenza economica. Come sottolineato dalla CEO globale Leena Nair, la priorità di Chanel resta la solidità a lungo termine, un approccio prudente e lungimirante che, inevitabilmente, potrebbe ispirare sempre più brand a percorrere sentieri già collaudati piuttosto che rischiare nuove strade in tempi così incerti. Però alla fine, nel bene e nel male, di Chanel c'è n'è solo uno.